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L'unica cosa che si può rinfacciare ai cittadini greci in questi giorni piazza per protestare contro i tagli è dovevano mobilitarsi prima.
Quando la corruzione, gli sprechi, l'evasione e i conti dello stato truccati dal governo di destra ha minato le basi, il futuro e la tenuta del paese.
Oggi è tardi.
E l'insegnamento vale anche per l'Italia: non siamo ancora al livello della Grecia ma è bene che usciamo dal mondo delle favole.
Rinviare i tagli e le riorganizzazioni del paese al futuro, lasciare il cerino in mano al prossimo governo è pericoloso. La questione del debito pubblico italiano va affrontata oggi (ed è già troppo tardi), chiedendosi se veramente possiamo sostenere il ponte sullo stretto, il tunnel in Val di Susa, la Rai in mano a questa politica (la tassa Sgarbi) ...
Altro che tassa sui Suv.
Da giorni i magistrati di Napoli tornano a casa con i mezzi pubblici, anche quelli che indagano sulla criminalità organizzata: quando viene arrestato un latitante, c'è una gara a prendersi i meriti ("siamo il governo che più ha fatto contro la mafia"), ma poi questa è la realtà.
Per non parlare poi dei tagli nelle scuole, nelle università, nelle cancellerie dei tribunali.Sul fatto quotidiano di oggi, superbonus ci avverte: .. L’Italia, in questo momento, è un equilibrista che cammina su un filo, qualsiasi scossone proveniente dagli altri Paesi o un infortunio può farla precipitare nell’abisso di una crisi debitoria. La manovra finanziaria non aggiunge e non toglie nulla a questa situazione, ci lascia vulnerabili alle turbolenze, invece di sottrarci al fuoco della speculazione che non esiterà a prenderci di mira se la ristrutturazione del debito greco non dovesse andare a buon fine. Berlusconi ha deciso di farci correre questo rischio, sperando i cataclismi si scatenino a legislatura finita, quando saranno altri a dover fare manovre rinviate e nuove manovre che si saranno rese necessarie nel frattempo.
I mercati possono ignorare le furbizie del ministro Tremonti, ma non sono stupidi e continueranno a richiedere tassi alti per sottoscrivere i nostri titoli di Stato, aumentando così il costo del debito nei prossimi anni. Un costo aggiuntivo stimato in almeno 20 miliardi all’anno nei prossimi due anni. Quindi fra il 2013 e il 2014 i miliardi da tagliare saranno 60 e non più 40. Berlusconi ha sempre promesso che non avrebbe messo le mani in tasca agli italiani ma quello che sta preparando è un futuro nel quale le tasche saranno sfondate. Con l’aggravante dell’effetto annuncio: gli imprenditori sono avvisati di non investire perché non si sa dove cadrà la scure, i consumatori di non consumare perché ci aspettano tempi di magra, e i risparmiatori di depositare i propri risparmi in Paesi più solidi che non penseranno a tasse sui risparmi o sui proventi finanziari. I mercati aspettano con pazienza per vedere i prossimi dati sul Pil e sulla crescita per votare la propria sfiducia al governo Berlusconi. E questa volta nessun Scilipoti lo potrà salvare.
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