Una folle passione è un lavoro che ben faceva sperare e che poggiava su una base narrativa solida quale il romanzo di Ron Rash, ma è una pellicola che, nonostante si sia posizionata sulla rampa di lancio, non ha spiccato il volo. La passione era promettente, almeno nelle sequenze iniziali che facevano presagire una vicenda densa, ma il fuoco si è tramutato ben presto in qualcosa di meno sostanzioso. Non facile il compito dei protagonisti che dovevano misurarsi in ruoli maturi e di forte caratterizzazione emotiva, e forse, il primo errore (sia da parte del pubblico che della produzione) è stato proprio quello di tentare una caratterizzazione forzata con la coppia grintosa de Il lato positivo. E' mancata la forza femminile di Jennifer Lawrence, una Lawrence che non ha messo la quinta marcia ma che ha viaggiato sempre in terza, accennando una spinta in un paio di sequenze che lasciavano pensare “ok, adesso si parte”. Eppure lei, Serena, personaggio di grande potenzialità, doveva essere proiettato e vestito di una grinta che è mancata a tratti. Jennifer non l'ha caricato a misura e di certo non l'ha caricato come lei sapeva benissimo fare, ad eccezione di una scena (dove tra l'altro padroneggiava una fotografia di pregio), nella quale Jennifer sfoga il suo personaggio di un pianto sofferto nel letto di ospedale. Che dire di Bradley Cooper? Lui in questa pellicola c'è stato di più e ha dato un buon protagonista maschile, senza lasciare però il segno. Probabilmente ci scorderemo presto di questo film ed è un peccato, in fondo, perchè le possibilità di riuscita erano decisamente a favore. Una discreta macchina da presa ed una valida fotografia erano accompagnate da scenografie attraenti. Vedute panoramiche di boschi, paesaggi naturali vivi, locations ricche di folclore che non sono state però liberate degnamente e che restavano confinate troppo spesso nella loro durata. Gli intervalli panoramici e il volo dell'aquila erano vere e proprie boccate d'aria fresca prese tra un capitolo e l'altro, capitoli avvenuti per buona parte in spazi interni. Susanne Bier, al timone, ha peccato di troppe riprese e di angolazioni già viste nel corso del film, di troppa routine registica insomma. A conti fatti una visione questa pellicola la merita, con un occhio favorevole ed uno più critico. Quello critico ci suggerirà che, sfortunatamente, Una folle passione ha contato troppo sulla presenza carismatica della coppia protagonista ma ha fatto male i suoi conti perchè, questa volta, non abbiamo applaudito convinti come pensavamo che avremmo fatto.
Magazine Cinema
Una folle passione è un lavoro che ben faceva sperare e che poggiava su una base narrativa solida quale il romanzo di Ron Rash, ma è una pellicola che, nonostante si sia posizionata sulla rampa di lancio, non ha spiccato il volo. La passione era promettente, almeno nelle sequenze iniziali che facevano presagire una vicenda densa, ma il fuoco si è tramutato ben presto in qualcosa di meno sostanzioso. Non facile il compito dei protagonisti che dovevano misurarsi in ruoli maturi e di forte caratterizzazione emotiva, e forse, il primo errore (sia da parte del pubblico che della produzione) è stato proprio quello di tentare una caratterizzazione forzata con la coppia grintosa de Il lato positivo. E' mancata la forza femminile di Jennifer Lawrence, una Lawrence che non ha messo la quinta marcia ma che ha viaggiato sempre in terza, accennando una spinta in un paio di sequenze che lasciavano pensare “ok, adesso si parte”. Eppure lei, Serena, personaggio di grande potenzialità, doveva essere proiettato e vestito di una grinta che è mancata a tratti. Jennifer non l'ha caricato a misura e di certo non l'ha caricato come lei sapeva benissimo fare, ad eccezione di una scena (dove tra l'altro padroneggiava una fotografia di pregio), nella quale Jennifer sfoga il suo personaggio di un pianto sofferto nel letto di ospedale. Che dire di Bradley Cooper? Lui in questa pellicola c'è stato di più e ha dato un buon protagonista maschile, senza lasciare però il segno. Probabilmente ci scorderemo presto di questo film ed è un peccato, in fondo, perchè le possibilità di riuscita erano decisamente a favore. Una discreta macchina da presa ed una valida fotografia erano accompagnate da scenografie attraenti. Vedute panoramiche di boschi, paesaggi naturali vivi, locations ricche di folclore che non sono state però liberate degnamente e che restavano confinate troppo spesso nella loro durata. Gli intervalli panoramici e il volo dell'aquila erano vere e proprie boccate d'aria fresca prese tra un capitolo e l'altro, capitoli avvenuti per buona parte in spazi interni. Susanne Bier, al timone, ha peccato di troppe riprese e di angolazioni già viste nel corso del film, di troppa routine registica insomma. A conti fatti una visione questa pellicola la merita, con un occhio favorevole ed uno più critico. Quello critico ci suggerirà che, sfortunatamente, Una folle passione ha contato troppo sulla presenza carismatica della coppia protagonista ma ha fatto male i suoi conti perchè, questa volta, non abbiamo applaudito convinti come pensavamo che avremmo fatto.
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