Gli ingegneri sociali europei hanno svelato il loro piano di prestiti del valore di almeno un trilione di dollari, e un programma di acquisto di titoli con lo scopo di fermare la crisi del debito sovrano. Anche la Federal Reserve avrà il suo ruolo nel piano europeo. Le 16 nazione del Vecchio Continente hanno siglato un accordo che prevede lo stanziamento di 750 miliardi di euro (962 miliardi di dollari), con il sostegno dell'International Monetary Found, verso quei paesi che hanno raggiunto livelli di rischio finanziario critici. Allo stesso tempo la BCE acquisterà i debiti governativi e privati.Non c'è niente da dire se non che si tratta potenzialmente del più grande piano inflazionistico mai concepito. Sebbene diversi accordi che sono stati presi in passato in seguito non sono stati rispettati dai paesi membri, le decisioni prese nei giorni passati potrebbero avere serie conseguenze, specialmente l'annuncio della BCE sull'acquisto di debiti privati e governativi e la scelta della FED di ricorrere allo swap di valute. Entrambe le contromisure alla crisi ci suggeriscono che a breve potremmo trovarci di fronte a un'insostenibile inflazione. Sebbene gli accordi della BCE prevedono che gli acquisti saranno sterilizzati, ovvero che non aumenteranno l'offerta di moneta nel sistema, è lecito chiedersi per quanto si possa andare avanti. Una sterilizzazione della produzione del denaro (inteso come stampa, ndt) significa che il denaro sarà ricavato da altri settori dell'economia europea al fine di darlo ai governi dei PIIGS, che si sono dimostrati degli irresponsabili a gestire la spesa pubblica. Sottrarre soldi a settori potenzialmente produttivi dell'economia europea per dirottarli verso i PIIGS è tanto irresponsabile quanto stampare denaro.Il fatto che non si sia alzata nessuna obiezione a questa follia da parte di qualche ministro o qualche funzionario dimostra quanto lontana sia ormai la percezione dei pericoli reali dell'inflazione o dalla cattiva allocazione di risorse e denaro dai settori produttivi dell'economia. Al contrario alcune delle dichiarazioni che sono uscite dalle riunioni d'emergenza dei ministri delle finanze europei sono semplicemente assurde. "Il messaggio è chiaro: l'Euro-zona difenderà la sua moneta", con queste parole il Ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, si è rivolta ai giornalisti presenti. Si è astenuta dallo spiegare come il ricorso alla stampa di denaro possa salvare l'Euro. L'ultima volta che ho assistito ad una scelta simile il valore della moneta non è stato stabilizzato, bensì distrutto.
Magazine Economia
In questi giorni ho avuto a disposizione molto tempo per seguire gli sviluppi della crisi che un tempo era circoscrivibile alla Grecia e ora è stata sagacemente addossata a tutta l'Unione Europea, compresi quei Paesi che a breve faranno compagnia ai connazionali ellenici. La paura che i terribili, nonchè misteriosi, speculatori potessero sacrificarmi sull'altare del turbocapitalismo, mi ha infatti spinto a passare tutto il tempo libero barricato in casa. Fra quelle lette, la migliore sintesi sul tema ce la offre certamente Ventinove Settembre. Lo step successivo alla crisi greca è stato quello di spostare il peso del debito greco, ovvero di un paese insolvente, sulle spalle di un soggetto più grande e che al solito, in nome della democrazia, non può rifiutarsi di accettarlo. Passata la grande euforia di ieri, ora che siamo tornati a vivere in una nuova bolla artificiale, ecco la traduzione di una lucida analisi di Robert Wenzel sulle dinamiche e sulle conseguenze dell'accordo raggiunto dai leaders dell'Eurozona con la Commissione Europea e il Fondo Monetario Internazionale: