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Una foto di gruppo enorme in condizioni proibitive – Come nasce una foto 25

Da Ragdoll @FotoComeFare

tarros finale gruppo

Qualche tempo fa ho realizzato un lungo reportage per Tarros, un’azienda che si occupa di trasporti navali, dalla gestione degli ordini al trasporto su ruota fino al carico dei container. Il fascino di un porto che lavora è qualcosa che difficilmente si può spiegare se non l’hai provato.

In teoria c’è solo del “brutto”: mezzi in manovra, polvere e rumore, gru sul bordo del mare e la costa coperta dal cemento. Ma tutti questi elementi messi insieme, legati dal lavoro dell’uomo, creano un ambiente ricchissimo di spunti e molto attraente per il fotografo.

A scuola si studiava che le le più importanti città sorgono sul mare o lungo fiumi navigabili: il porto è legato agli inizi dell’attività umana e il suo sviluppo è lo sviluppo dell’intraprendenza di una società.

Verso la fine del lavoro, pubblicato in uno splendido libro, si presenta la necessità di un’immagine evocativa dello spirito dell’azienda . Ero molto colpito dal clima positivo che si respirava in tutti gli ambienti lavorativi e così proposi una semplice, grande foto di gruppo di tutti i dipendenti. L’idea fu subito accolta con entusiasmo nonostante le difficoltà organizzative, si trattava di bloccare fisicamente l’operatività di tutto il terminal, quindi si poteva fare solo in una brevissima pausa a metà giornata con ritmi molto complicati.

E tutto peggiora quando aggiungo che lo scenario migliore sarebbe stato un muro di container con le persone disposte sopra come sopra degli spalti. E qui vengo… gentilmente insultato. Ma le cordiali battute dello staff organizzativo si fermano quando l’amministratore delegato viene a conoscenza del progetto e… fissa subito la data! 

I tempi, come sempre, sono strettissimi e subito partono i preparativi, bisogna confermare la data in base al meteo incastrandola tra gli arrivi delle navi; liberare il piazzale prescelto e costruire il muro di contenitori esposti a favore di luce.

Il giorno fatidico, con un occhio fisso sulle previsioni, bisogna far salire le persone a scaglioni stando ben attenti alla sicurezza. La scena è divertente: si usa una gru apposita con un enorme “cestello/ascensore” che trasporta le persone sul tetto dei container.

Man mano che arrivano i partecipanti, una squadra di persone mi aiuta a disporre il gruppo nel miglior modo possibile fino a quando tutto sembra pronto. Non sto a raccontare l’ansia che ho addosso: una sola possibilità pochi minuti a disposizioneper fotografare trecento persone sparse in una scenografia veramente inusuale.

Non c’è possibilità di controllare la luce per i tempi ridotti, altrimenti si sarebbe potuto approntare un set di vari flash comandati in remoto, cosa comunque molto difficile e costosa all’epoca. Scelgo una giornata con previsioni di leggera nuvolosità, il cielo coperto aiuta ad ammorbidire i contrasti.

Al momento buono però solo il cielo sullo sfondo è coperto, di fronte al gruppo si aprono le nuvole e la luce è troppo dura ma non si può aspettare oltre. Fortunatamente Lightroom, che all’epoca non usavo, mi aiuta oggi a controllare bene il risultato (benedetto file raw!… ancora qualcuno si ostina a non usarlo?!?!).

Questo è il file grezzo: vedrai subito che nella fretta e nel trambusto una bella ditata è scappata ai controlli preliminari e crea un bel flare proprio al centro dell’immagine. Ricordo che quando vidi i risultati sul computer quasi mi prese un colpo!

Ovviamente nel displaysotto il sole non si notava nulla: vi hanno mai detto di non fidarvi del display ma imparare a controllare tutto prima di scattare? E’ un buon metodo di lavoro (il mio!)  ma se qui avessi avuto uno degli splendidi monitor delle reflex attuali forse avrei risolto il problema direttamente in fase di scatto… bastava un panno per le ottiche con molto lavoro risparmiato al computer.

inizio con disegno

Dopo le correzioni nel pannello base dove aggiusto esposizione e applico “chiarezza” 

dopo pannello base

Ed ecco la foto dopo aver sistemato il difetto centrale con un pennello localizzato di dimensioni adeguate

dopo pennello centrale

Queste sono le impostazioni del pennello

pennello 3 CON REGOLAZIONI USATE
 

Un piccolo trucco per velocizzare il tuo lavoro: quando apri un lo strumento pennello devi azzerare le impostazioni precedenti e reimpostare le nuove. Per eseguire la prima operazione in un solo click premi ALT e la voce “effetto” in alto a sinistra diventa “ripristina”. Cliccando su quella voce i cursori si azzerano tutti contemporaneamente. 

I valori del vecchio pennello e l’azzeramento dei cursori: nota la voce “effetto” nel primo pannello e la voce “Ripristina” nel secondo dove tutti i cursori sono tornati ai valori di partenza:

pennello iniziale
ripristina pennello iniziale

Attenzione: questo “ripristina” è diverso dal pulsante in basso a destra che compare stabilmente nel pannello: con quel “ripristina” riporti semplicemente l’immagine allo stato iniziale prima dell’applicazione del pennello; con la scorciatoia presentata invece azzeri soltanto i cursori di impostazione dello strumento!

Applico la riduzione del rumore ed ecco un particolare del prima/dopo alla fine delle regolazioni

 

prima e dopo 1-1

Ho usato un 12-24 SIGMA, con discreta caduta di luce ai bordi, dal pannello “correzione lente” vado in “profilo” e seleziono l’ottica usata: ecco il risultato 

 

dopo profilo lente

 

applica correzione profilo

Ecco la differenza tra il raw grezzo e il file sviluppato

prima e dopo finale


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