Vi ricordate Silvana Mangano in “Riso Amaro”? Ecco, come lei per una volta ho provato anch’io quello che oramai circa un secolo fa nell’Italia settentrionale provavano le mondine. Queste donne trascorrevano intere giornate con la schiena piegata e i piedi a mollo a strappare le piante infestanti che crescevano nelle risaie e che impedivano lo sviluppo delle piantine di riso. Alla fatica aggiungete qui in Thailandia le piogge torrenziali e il caldo afoso: a me una mezza giornata è bastata per capire quanto questo lavoro sia importante ma anche che non è per tutti.
Un lavoro umile e faticoso che nel nostro paese era esclusivamente, o quasi, svolto da donne, le “mondine” per l’appunto (non esiste un termine al maschile… quindi lo invento io… il mondino).
In questa stagione dell’anno nel nordest della Thailandia le piogge sono ancora abbondanti e imponenti. I terreni sono in massima parte allagati, non solo le risaie ma anche le strade e i centri abitati. La gente ha imparato a convivere con 6 mesi di pioggia abbondante. Pioggia che consente la crescita del riso e rende i paesaggi di un verde acceso, intenso, uniforme… a perdita d’occhio.
Il risoOgni appezzamento di terreno, oltre al riso che verrà raccolto fra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, fornisce in questa stagione molto di cui nutrirsi, dal pesce alle lumache, dalle rane a diverse specie d’insetti, dal bambù alle foglie, radici e tuberi da usare per la preparazione di piatti piccanti e aromatici.
Noom e la raccolta del bambùL’Isaan è molto più di una regione della Thailandia: è un’emozione che si prova entrando a contatto con la gente, una “malattia” che si diffonde fra chi è capace di apprezzare le cose semplici che la vita può offrire,
Andrea in Thailandia
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