Magazine Diario personale
Aprilia, li 25 febbraio 2015
Al Presidente della Repubblica Piazza del Quirinale 00187 ROMA Egregio Presidente, nel suo discorso d’insediamento ha più volte richiamato i principi ispiratori della Carta Costituzionale e di quanto Essa sia a fondamento della democrazia reale ed al servizio dei diritti dei cittadini.
In occasione dei nostri 10 anni di attività a servizio della nostra Comunità e della verità, Ci rivolgiamo a Lei, anche in qualità di ex componente della Corte Costituzionale, per richiamare la Sua attenzione sul rispetto sostanziale e non formale degli esiti referendari del 12 e 13 giugno 2011 in tema di gestione pubblica dell’acqua bene comune. Noi come tanti altri siamo andati a votare per confermare o abrogare leggi dello stato.
Eravamo tanti, di differenti orientamenti politici, ma ci siamo andati per esercitare un atto di democrazia diretta. Il voto referendario infatti è l’unica e l’ultima possibilità che resta ai cittadini per indicare al legislatore quali leggi si vogliono o non si vogliono.
In sé l’abrogazione di una legge, oltre ad essere un atto tecnico-giuridico, è anche un atto di alto valore politico, poiché indica al mondo della rappresentanza politica l’indirizzo che deve essere seguito rispetto alla materia della legge che si intende abrogare.
Nello specifico, se si abroga parte della legge che prevede l’adeguata remunerazione del capitale investito nella gestione del servizio idrico, vuol dire che i cittadini non vogliono leggi in quella direzione. Se si abroga una legge che obbliga alla privatizzazione della gestione del servizio idrico vuol dire che i cittadini non vogliono leggi in quella direzione. Pertanto la volontà politica espressa dai cittadini indica che non solo non bisogna continuare sulla strada perseguita dal legislatore, ma che bisogna tornare indietro rispetto alle scelte già fatte.
La stessa Corte Costituzionale è dovuta intervenire più volte per evitare l’aggiramento del voto referendario e non ultimo, con la sentenza n. 199 del 17.7. 2012, che porta anche la Sua firma, per evitare che il legislatore introducesse sotto mentite spoglie quanto abrogato dal referendum popolare del 2011.
Con il DL70/2011, il d.P.C.M del 20 luglio 2012 ed il nuovo metodo tariffario formulato dall’Autorità energia elettrica, gas e sistema idrico è stata reintrodotta l’abrogata remunerazione del capitale investito (profitto sull’acqua) sotto mentite spoglie.
Le norme dello “Sblocca Italia” e la prossima riforma della pubblica amministrazione, aggirando ancora una volta la volontà popolare, limitano ampiamente la possibilità per gli enti locali di gestire il servizio idrico attraverso enti strumentali.
Ci rivolgiamo a Lei, fedele custode della norma Costituzionale, poiché già nel passato ci siamo visti costretti a restituire la tessera elettorale per denunciare l’elusione e l’aggiramento del voto referendario.
Ci congediamo formulandoLe migliori e sinceri auguri per la Sua recente nomina e per gli innumerevoli e gravosi compiti che l’attendono.
Comitato Cittadino Acqua Pubblica Aprilia
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