Colori e passioni (di Ceneredirose)
Mi piace, quando cucino, predisporre gli ingredienti che userò in modo ordinato e preciso, e spesso mi diverto a suddividerli per grandezza e colore. Il piacere che mi dà vedere le verdure con i loro colori brillanti tagliate a tocchi e disposte in mucchietti dentro ciotole di vetro o ceramica, i dadi di formaggi duri o cremosi, le fettine di carni bianche o rosse graziosamente arricciate a guisa di corolle di fiori, il piacere, dicevo, è pari, se non maggiore, al gusto che proverò infine mangiando quanto ho così allegramente preparato.
Alcuni giorni fa, proprio in uno di questi frangenti mi è venuta in mente la pagina di un libro, letto molti anni fa, ma sempre vivo nella mia memoria.
E’ il momento in cui un uomo incontra una ragazzina, che andrà a servizio a casa sua e che diventerà la sua assistente personale (se non qualcosa di più).
L’uomo mi osservava, gli occhi grigi come il mare. Aveva un volto lungo e spigoloso, un’espressione ferma, (…). Non aveva né barba né baffi, il che mi piaceva perché gli dava un aspetto lindo. Sotto al mantello nero indossava una camicia bianca con un elegante colletto di pizzo. Portava il cappello calcato sui capelli, che erano rossi come i mattoni bagnati dalla pioggia.
L’uomo chiede alla ragazzina cosa stia facendo, e lei:
“Stavo tritando le verdure, signore. Per la minestra“.
Avevo l’abitudine di sistemare le verdure in cerchio, ciascuna in uno spicchio come una fetta di torta. C’erano cinque fette: cavolo rosso, cipolle, porri, carote e rape. Mi ero servita della lama del coltello per dare la forma a ciascuna fetta, e nel centro vi avevo piazzato una rondella di carota.
(…) “Vedo che i bianchi li hai messi distanti l’uno dall’altro”, osservò indicando le rape e le cipolle. “E poi l’arancione e il violetto non sono vicini. Perché mai?” (…)
“Quei colori fanno a pugni quando sono vicini, signore”.
L’uomo è Johannes Vermeer, grandissimo pittore fiammingo, la ragazzina si chiama Griet e il libro di cui sto scrivendo è La ragazza con l’orecchino di perla, di Tracy Chevalier*.
Non sappiamo quanto ci sia di vero, e quanto sia frutto dell’immaginazione dell’autrice, nella storia di (quasi) amore tra Vermeer e la servetta Griet, ma il libro trascina il lettore in un’altra epoca, lo fa immergere in un mondo fatto di passione per l’arte, di sfumature e colori, tele e pennelli, pigmenti e olio di lino.
Ma non solo: c’è nella narrazione la vita quotidiana di una famiglia, con i capricci dei bambini del pittore, il piglio autoritario della suocera che gestisce la casa, la gelosia della moglie che vede il suo uomo perdersi in una passione; e ancora, la modernità di una ragazza che, sfidando le convenzioni dell’epoca si fa ritrarre dall’uomo che è convinta di amare con le labbra socchiuse, indossando degli orecchini che non sono suoi, andando incontro a testa alta al suo destino.
E questa giovane donna si può vedere ancora oggi, se di lei si tratta, guardando l’emozionante dipinto Ragazza col turbante, di Johannes Vermeer.
A presto,
Ceneredirose
* Tracy Chevalier su aNobii (N.d.R.)