Gusti in versi (di Ceneredirose)
Wisława Szymborska
Inauguro oggi, e spero non me ne voglia la mia amica Patrizia, che generosamente mi ospita sul suo coinvolgente blog, uno spazio dedicato alla poesia, che amo moltissimo e che sa regalare emozioni e suggestioni a chi abbia la voglia e la sensibilità di andare oltre la mera parola scritta.
Naturalmente, ricercherò e proporrò versi che abbiano attinenza con il mondo della cucina e del cibo, come è mia consuetudine.
Ho maturato questa idea da qualche settimana, e precisamente dal giorno della scomparsa di una grande saggista e poetessa polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996.
Mi riferisco a Wisława Szymborska*.
La sua poesia è semplice, lineare, immediata, quotidiana. Parla di amore così come di cibo, di animali così come di morte. Ma dentro ogni riga c’è una profondità di sfumature concettuali che colpisce e fa riflettere.
Così, in sua memoria, per inaugurare la rubrica “Gusti in versi” ho scelto questa:
La cipolla
La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezioni.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.
Mi auguro che la mia scelta sia stata gradita, e che possa stimolare la curiosità di conoscere altre opere poetiche della Szymborska e degli altri poeti che andrò ogni tanto proponendo.
A presto,
Ceneredirose
* Wisława Szymborska su aNobii (N.d.R.)