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Una lezione di George Simenon

Creato il 07 ottobre 2015 da Pamelaserafino
 

Si può anticipare qualcosa sull’evoluzione della storia narrata per suscitare la curiosità del lettore. Si possono anticipare dettagli, indizi di un evento o anche personaggi che non sono ancora entrati in scena nella vita del protagonista.  Le informazioni possono ammiccare a poco a poco per invogliare a leggere oltre, quasi come se si presentassero. Questa straordinaria capacità “artigianale” di costruire le storie è tipica dell’ arte narrativa di George Simenon.

“Quando Julis de Coster jr. si ubriaca al Petit Saint Georges e l’impossibile infrange d’un tratto le dighe della vita quotidiana

 

Per quel che riguarda personalmente Kees Popinga, si deve convenire che alle otto di sera c’era ancora tempo, perché a ogni buon conto il suo destino non era segnato. Ma tempo per che cosa? E poteva lui agire diversamente da come avrebbe poi agito, persuaso com’era che i suoi gusti non fossero più importanti di quelli di mille altri giorni del suo passato?

Avrebbe scrollato le spalle se gli avessero detto che la sua vita sarebbe cambiata di punto in bianco, e che quella fotografia sulla credenza, che lo ritraeva in piedi tra i familiari, una mano distrattamente poggiata sulla spalliera di una sedia, sarebbe stata riprodotta da tutti i giornali d’Europa”.

L’incipit del romanzo L’uomo che guardava passare i treni, si apre con un’affermazione espressa dal narratore onnisciente immessa nella fissità di un presente destoricizzato. A fare la sua prima apparizione inoltre non è il protagonista del romanzo, bensì il datore di lavoro del personaggio ossia la causa scatenante dell’inizio della storia. Subito dopo questa premessa entra in scena il vero protagonista Kees Popinga, il quale ci fa intuire subito il narratore, andrà incontro ad un destino segnato. E questo destino si dispiega agli occhi del lettore in un’alternarsi di passaggi temporali che vanno dal passato verso un futuro prossimo in una sorta di parentesi temporale che anticipa l’inizio vero e proprio della storia.

Per creare questo attacco il narratore inizia così:

“Insomma, tutto ciò ancora non esisteva! Era il futuro- il futuro imminente di Kees Popinga, che quel mercoledì di dicembre, alle otto di sera, era lontanissimo dal sospettarlo e si apprestava a fumare un sigaro”.

L’avverbio insomma conclude il sommario introduttivo alla vita futura di Popinga e fa seguire la narrazione dal momento della vita immediatamente precedente a quello in cui il corso del destino prende il suo avvio.

Questo slittamento dei piani temporali è presente per tutto il romanzo soprattutto nel momento in cui il protagonista ripercorre all’indietro la sua vita per gettare una luce nuova sui fatti che gli altri interpretano in maniera errata.

Ogni capitolo inoltre è preceduto da una sorta di sommario che sintetizza in forma destoricizzata e con tendenza alla nominalizzazione alcuni passaggi della storia, quasi ad accompagnare il lettore in un’ analisi guidata  che pare suggerire al tempo stesso una sorta di fotografia nella quale si infrange il principio di causa effetto nell’azione del personaggio.


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