Avrei altre cose da fare in questo momento, come tutti, del resto. Ma preferisco dedicare e dedicarmi del tempo, “nascosta” in questo angolo apparentemente dimenticato della mia casetta, spartano negli arredi e bizzarro nel design – per non dire altro- che costituisce la mia postazione internet, o angolo redazionale, oramai.
La mattinata, infatti, è stata abbastanza proficua da poter mettere su un gustoso “post”…
Come sempre accade, quando torno in casa della mamma, sbircio tra tutto quello che ho lasciato da lei, rubo ricette e tento di portar via con me ninnoli e stoviglie dal gusto vintage che poi puntualmente lascio di nuovo là.
Questa chicca però la porto con me:
Abbandonarsi,ardire,esser furioso,
tenero, aspro, liberale, schivo,
animoso,accasciato, morto, vivo,
leale, infido, vile e coraggioso;
non trovar fuor del bene agio e riposo,
mostrarsi altero, mite, egro, giulivo,
stizzito, pusillanime, aggressivo,
soddisfatto, adontato, sospettoso;
voltar le spalle al chiaro disinganno,
bere veleno per liquore grato,
scordarsi del profitto, amare il danno;
credere che un cielo è in un inferno entrato,
dar l’anima e la vita a un disinganno:
quest’ è amore: lo sa chi l’ha provato.
Chi mi conosce (bene) penserà ad un testo (forse) inedito di Guccini, ma non è.
Certo solo lui potrebbe permettersi il lusso di dare voce a questa lirica di Lope de Vega (1562-1635).
Photo from Pinterest
E…bere veleno per liquore grato… probabilmente cambierebbe in “vino grato” ma anche questo il buon Guccini può permetterselo, sebbene di recente ci ha lasciati per così dire a bocca asciutta, annunciando che non salirà più sul palco, ahimé.
Perciò la butto lì:<<Francesco questa la canteresti? Dimmi di sì>>
Suvvia.
Mi accontento di conoscerle quasi tutte a memoria le tue canzoni. Goditi il meritato riposo dopo una carriera lunga e piena di successi.
I miei lettori invece aspettano la ricetta di oggi, ma bisogna anche contestualizzare…siamo a Luglio –anche se questo post potrete leggerlo in tutte le stagioni- tempo di MORE (non come me, perchè noi siam sempre piaciute in tutte le stagioni).
Tra le varietà di interesse generale, che derivano da specie di origine americana, ricordiamo la Thornfree, la Black Satin, la Dirksen Thornless e la Hull Thornless.
I muretti a secco che segnano i margini delle campagne salentine ne sono pieni.
More tra i rovi,insomma (Rubus fruticosus L.), quelle maturano a luglio, appunto.
Dopo esservi industriati su come raccoglierle, senza né graffi né ferite di guerra, sarà bene farne della buona marmellata.
Con ½ kg di more avrete la resa di 1 kg di marmellata.
Ecco gli ingredienti:
- ½ kg di more mature
- 400 g di zucchero
- 250 g di acqua
Procedimento:
- Per il lavaggio io uso solitamente un po’ di bicarbonato di sodio in polvere e poi sciacquo sotto acqua corrente più volte. Ad ogni modo, dopo averle messe in pentola con acqua, portate a ebollizione, schiumate, e lasciate bollire per 15’ mescolando con un cucchiaio di legno e cercando di schiacciare i frutti.
- Passate al setaccio e rimettere il composto in pentola.
- A questo punto aggiungete lo zucchero, riportando nuovamente a ebollizione.
- Lasciate cuocere a fuoco moderato, schiumando di tanto in tanto.
- La consistenza sarà giusta quando sul cucchiaio inizierà a comparire la marmellata.
- I vasetti vanno riempiti quando è ancora calda.
- Lascia poi raffreddare a T ambiente.
- Prima di chiudere ermeticamente è bene porre sul vasetto un disco di carta (tipo carta da forno o simili) e procedere alla chiusura.
Fatemi sapere.
Baci.