Si chiede a questa Madre di perdonare, dal blog http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/ :
Perdono
Accetto volentieri di incontrare il capo della polizia Manganelli ed il ministro Cancellieri.
Non ho mai nutrito rancore nei confronti della Polizia anche se devo ammettere che da quella maledetta mattina le divise mi fanno paura.
Ora ci si aspetta che da una persona come me , probabilmente sopravvalutata, ci sia il perdono nei confronti dei quattro poliziotti che hanno tolto la vita a mio figlio Federico.
Io non sono forte.
Io non sono lungimirante.
Io non guardo avanti.
Io non passo oltre.
Io sono solo una madre che non si e’ voluta rassegnare alle menzogne, ai depistaggi , alle intimidazioni.
Sono una madre normale come tutte le madri che hanno partorito il proprio bimbo e lo hanno visto crescere fino a diventare quasi adulto.
Quasi.
Ecco, io sono debole. Sono debole perche’ non riesco a voltare pagina.
Sono debole perche’ non riesco a di dimenticare Federico che chiedeva aiuto e rantolava mentre quei quattro non lo ascoltavano e continuavano.
Non riesco a dimenticare che tutti hanno sentito , ma nessuno ha ascoltato.
Non riesco a dimenticare che se qualcuno , uno fra i tanti, avesse ascoltato la sua coscienza io avrei ancora il mio bambino e vivrei ancora felice nella mia vita anonima ma meravigliosa vedendo il suo farsi uomo.
Ora Stefano, il fratellino più’ piccolo , e’ diventato uomo. Ha 21 anni.
Vede la stanza intatta , da allora , del fratello piu’ grande che pero’ e’ rimasto ai suoi 18 anni.
Sembra che le vite dei due miei figli si siano avviate su due binari diversi…..
Federico non e’ morto . Non lo posso vedere , non lo posso abbracciare, baciare.
Federico per me e’ ancora li’ , su quell’asfalto, mentre invoca aiuto e supplica coloro che lo bastonano di smetterla.
Abbiamo ottenuto giustizia ad un prezzo enorme e dopo mille battaglie.
Ma nella mia storia di madre mai vi potrà essere un lieto fine.
Mi possono insultare , minacciare, ma , al di la’ della consapevolezza di aver restituito dignità alla memoria di mio figlio morto , non mi si chieda di perdonare ciò che per una madre e’ imperdonabile , insopportabile , inconcepibile.
Sarò felice di incontrare ancora il capo della polizia Manganelli ed il ministro Cancellieri.
A loro esprimerò ciò che riuscirò ad esprimere.
Ma il mio pensiero non potrà non andare a Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli, e tanti, troppi altri.
Intanto nel mio cuore di ogni mattina e di ogni notte Federico e’ la’ che invoca aiuto senza che nessuno lo ascolti . Inutilmente. Come si può farsene una ragione?
Mamma di Federico
L'appello su Avaaz: http://www.avaaz.org/it/italy_against_torture_patrizia/?bBHTbbb&v=16083
Cari amici in Italia.
I poliziotti trovati colpevoli di aver picchiato fino a provocare la morte di mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. C'è un solo modo per evitare ad altre madri la stessa agonia causata dall'impunità di stato che ho dovuto soffrire io: adottando in Italia una legge contro la tortura.
La morte di mio figlio non è un'eccezione: gli esperti di diritti umani denunciano che una serie di terribili abusi e omicidi come quello di Federico commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti. Ma finalmente possiamo fare qualcosa: alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato per dire che quando è troppo è troppo e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di questi crimini. Per portare a casa il risultato però hanno bisogno di tutti noi per superare le vergognose resistenze ai livelli più alti della polizia e delle forze dell'ordine.
Domani sarà il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria grazie al vostro aiuto battendo gli oppositori che proveranno in tutti i modi ad affossare la proposta prima che il Parlamento vada in ferie. Vi chiedo di firmare la petizione per una legge forte che spazzi via l'impunità di stato in Italia e di dirlo a tutti - la consegnerò direttamente al Ministro dell'Interno non appena avremo raggiunto le 100.000 firme:
http://www.avaaz.org/it/italy_against_torture_patrizia/?bBHTbbb&v=16083
Federico era già ammanettato quando i poliziotti lo hanno picchiato così forte da spaccare due manganelli e da mettere fine alla sua giovane vita. Dopo anni di vero e proprio calvario, la Corte di Cassazione li ha condannati per eccesso colposo a tre anni e mezzo, ma i poliziotti dovranno scontare solo 6 mesi senza farsi neanche un giorno di carcere a causa dell'indulto e incredibilmente sono ancora in servizio. L'impunità succede spesso in casi come questo, perché il governo non ha ancora adottato un reato preciso e quelli esistenti cadono spesso in prescrizione.
La perdita di mio figlio mi ha quasi distrutto, ma sono determinata a cambiare il sistema che ha tradito la mia fiducia e che ha lasciato gli assassini di mio figlio in libertà. I difensori dei diritti umani ritengono che una legge che adotti la Convenzione Onu contro la tortura, che l'Italia ha ratificato nel 1989 e che non ha mai rispettato, garantirebbe alle vittime italiane della tortura e della brutalità dello stato un corso veloce della giustizia e sanzioni appropriate, da accompagnare alla riforma per la riconoscibilità dei poliziotti. Ma ancora più importante, metterebbe fine una volta per tutte all'impunità che garantisce che oggi i poliziotti siano al di sopra della legge.
L'Italia non è il Sudan. Non c'è alcuna ragione per cui il nostro sistema giudiziario provi a mettere sotto silenzio reati commessi dalle forze dell'ordine come violenze, stupri e omicidi, dal massacro alla Diaz al G8 di Genova alle recenti uccisioni come quella di Federico di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Aldo Bianzino. Per favore UNITEVI a me e insieme costruiamo un appello assordante per una legge forte per fermare la tortura e per far espellere gli agenti responsabili di questi crimini odiosi dalle nostre forze dell'ordine - firma sotto e dillo a tutti i tuoi amici:
http://www.avaaz.org/it/italy_against_torture_patrizia/?bBHTbbb&v=16083
Nessuno potrà restituirmi mio figlio, e domani non potrò festeggiare il suo 25° compleanno con lui. Ma insieme possiamo ripristinare la giustizia e aiutare a prevenire la sofferenza che ho dovuto provare io per la perdita di un figlio portato via dallo stato ad altre madri e ad altre famiglie.
Con speranza e determinazione,
Patrizia Moretti, madre di Federico.
Dal blog http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/ Il padre di Federico: