Con tempistica perfetta, il signor Amato concluse il tour davanti alla bottega del sarto: RALPH'S TAILOR SHOP - Expert Alterations. Guardatelo, è un documento inestimabile. Ho cercato online, ma pare che a Freehold un sarto Ralph non ci sia più.
Il signor Ralph era un anziano signore dai modi squisiti, che sopportò pazientemente i nostri gridolini estasiati e le nostre domande, finché non si arrivò a quella fondamentale: "Ma lei ha ancora qualcosa che apparteneva a Bruce?" Mi sembra proprio di sì, rispose il signor Ralph, aspettate che do un'occhiata. Ecco, disse, dopo aver frugato in mezzo a un'enorme massa di vestiti appesi. Ci sarebbero questi... li ha portati ad aggiustare molto tempo fa, ma poi non è più venuto a riprenderli...Un paio di jeans.Una giacca di camoscio marrone con le frange.Di Bruce.Furono momenti concitatissimi, nei quali io e Monica dovemmo decidere la spartizione del bottino. Non so bene cosa mi provocò in me quell'afflato di generosità, quando avrei semplicemente potuto dire "Il signor Amato l'ho procurato io, il pellegrinaggio potevo anche farlo da sola, accontentati della gita e non rompere, i jeans e la giacca sono miei". Invece no, buonissima fino all'autolesionismo, le lasciai prendere la giacca (la giacca!!) pensando che tanto era troppo hippy e non l'avrei mai indossata, mentre io facevo un affarone a prendermi quei jeans che avrei potuto sfoggiare tutta tronfia davanti agli pseudofascistelli protolombrosiani del mio liceo.A chi si domandasse se il signor Ralph tenesse un deposito di roba vecchia da smerciare ai turisti sprovveduti, risponderò che naturalmente questo dubbio è sorto parecchie volte in tutti questi anni, ma la storia dei jeans di Bruce Springsteen è ormai entrata nella leggenda, e non si mette in dubbio la veridicità delle leggende. (Senza contare che il signor Ralph quella roba ce la regalò.) Il signor Amato, che chiaramente era un mago alle dipendenze di mio padre, aveva materializzato il signor Ralph e la sua bottega solo per me (oltre che, ahimè, per quella Monica che si prese la giacca).
Felici e contente, ce ne tornammo al college con gli indumenti dell'Idolo.
Per prima cosa, naturalmente, mi precipitai a provare i jeans. Ora, io in quel periodo pesavo 47 kg per 1.70 di altezza. Non proprio una taglia forte. I jeans di Bruce Springsteen non mi salivano oltre metà coscia. Tira, strizza, stringi, trattieni, soffoca. Niente. I jeans di Bruce Springsteen mi andavano irrimediabilmente stretti. Nessuno, neanche la mia amica più rachitica (la campionessa del look emaciato tanto caro a noi adolescenti), riuscì mai a indossarli.I jeans di Bruce Springsteen, ribattezzati i-jeans-di-Bruce-Springsteen-quado-aveva-dodici-anni, finirono appesi alla parete della mia stanza, e lì rimasero per anni e anni. Quando quella casa non ci fu più, i jeans vennero a stare con me, ma prudentemente richiusi in una scatola con la scritta "Bruce's Jeans". Eh, sì, perché dovete sapere che, trattandosi di una reliquia, i jeans di Bruce Springsteen non sono mai stati lavati. E perciò è meglio che rimangano chiusi dentro la scatola.Li ho tirati fuori una volta sola, dopo molti anni, con la dovuta cautela (un po' per timore che si polverizzassero all'aria, un po' per timore delle malattie di cui potevano essere portatori), per mostrarveli. Siete dunque i testimoni privilegiati di un evento epocale.Ecco a voi i Jeans di Bruce Springsteen.(Vi prego, non mancate di notare l'espressione del personaggio alle mie spalle).