Magazine Diario personale
Dopo varie proposte, è arrivata quella che stava aspettando grazie all’incontro con la Lega Missionaria Studenti.
Il resto lo sentiremo da lei, che, salvo imprevisti con i collegamenti, ci terrà compagnia con i suoi racconti da Cuba fino al suo ritorno, fra tre mesi... forse, e anche dopo.
Hola todos.
Vi scrivo dalla tierra caliente de cuba!
Sono arrivata sana a salva. Il viaggio è andato bene... mille pensieri sono stati i miei compagni per tutte le ore di volo.
Il primo pensiero ovviamente a ciò che stavo lasciando dietro di me: la mia famiglia, la comunita´emmanuel, i geic.
Ho saputo che dovevo partire il 30 gennaio. Un incontro col padre gesuita con cui sono partita è stato l’inizio di un sogno... che solo ora mi rendo conto che è realtà. Organizzare il viaggio in così pochi giorni mi ha permesso di non pensarci troppo; sentivo solo che stavo facendo la scelta giusta. È strano da spiegare a parole perché alcune cose si sentono e basta.
La certezza mi è stata data poi dalla facilità con cui la strada si e´aperta da sola: il visto cubano avuto in poco tempo, il biglietto aereo trovato subito, le diverse tappe organizzative che si sono sciolte da sole e poi.... il viaggio in pullman fino a Roma.
il mio viaggio è cominciato con un mandorlo in fiore appena fuori la mia casa in campagna e questo regalo così grande mi ha strappato un sorriso partito dritto dal cuore. Caricati i bagagli sul pullman, salutata la mamma, comincia l’avventura..e cominciano i regali con tutti i mandorli in fiore che ho incontrato sulla strada fino a Bari. Stessa sensazione e stessa gioia nel cuore quando sbucava un mandorlo da dietro una grande pietra, tra gli ulivi salentini, piantato in un muro a secco. Non avevo il tempo di pensare a come era bello quello precedente che già ne sbucava un altro. Per molti potrebbe sembrare sciocco rimanere affascinata da un albero secco e spoglio per molti mesi l’anno, ma io ne sono rimasta ancor più affascinata quando mi hanno spiegato che il mandorlo in fiore è simbolo dell’uomo in cammino alla ricerca di Dio; ecco l’unico motivo che mi ha spinta a dire il mio si, il 30 gennaio.
Il viaggio in aereo da Roma a cuba è stato un volo diretto. Durante le 11 ore mi sono guardata intorno: io, padre Massimo e padre Bartolo, compagni d’avventura, ma poi quante altre persone a me sconosciute.
La maggior parte dei viaggiatori maschi: molti ragazzi giovani alla ricerca della vacanza perfetta con gli amici, ma anche molti uomini grandi o di mezza età, soli, e non è difficile immaginare in viaggio verso dove o verso cosa!
Il turismo sessuale è uno dei motivi che spinge molti uomini, ma ultimamente anche tante donne [ndr], ad affrontare il viaggio fino a Cuba. Ho dovuto lottare per 11 ore dentro di me affinché non vincesse il mio io, spingendomi a giudicare quegli uomini. Non sono riuscita a distaccarmi dal pensiero che quel viaggio sarebbe stato - e sarà - una svolta nella mia vita e mi chiedevo se sarebbe stata - e sarà - la stessa cose per donne cubane, ragazzine giovani, bambine in tenera età.
Mi trovo nel cuore de la Havana vieja. Un posto meraviglioso, baciato dal sole.
Sono in una struttura magnifica, un antico collegio, situato su tre piani e controllato continuamente dal governo, con guardie su ogni piano e in più punti del collegio. Questo lo dico per tranquillizzare qualcuno che mi credeva allo sbaraglio. Non per il momento, almeno.
Penso che rimarrò qui per i prossimi tre mesi. Il prossimo venerdì, padre Massimo e padre Bartolo avranno il volo per l’Italia. Io rimarrò fino a meta´maggio... se tutto andrà bene. Questi primi giorni sono stati dedicati totalmente all’ambientazione. Prima tappa da raggiungere: organizzare l’orologio biologico e rispettare il fuso orario. Qui sono sei ore in meno rispetto all’Italia; la notte ancora lotto tra il desiderio di svegliarmi e la consapevolezza che e´ancora notte fonda.
Le persone qui a Belen (è il nome del collegio e il nome del quartiere in cui mi trovo) sono fantastiche. Al piano terra, dal lunedì al venerdì, vengono accolti quasi 500 anziani del quartiere. C’è questo bellissimo progetto, dal 1997, finanziato dallo Stato, che permette agli anziani soli di stare insieme dalle 8.30 alle 17.00, con varie attività che vanno a regalare dignità´ai poveri. Me ne parlano benissimo, domattina vedrò tutto con i miei occhi e vi racconterò meglio!
In questi mesi offrirò il mio servizio alle suore di Madre Teresa di Calcutta. Questa mattina siamo andati a Casablanca, un altro quartiere che si raggiunge con la lancia ( e se pensate che sia una macchina, sbagliate come me, perchè è un vecchio battello che attraversa il mare per 10 minuti e ci porta sull’altra sponda appunto) dove ho conosciuto le suore: meravigliose nel loro sari bianco. Domani, comincio ad andare con loro in giro nel quartiere, tra le strade e tra la gente.... non vedo l’ora!
Si mangia bene, adoro assaggiare i piatti nuovi e le cose tipiche di quest’Isola: coco y chieso (cocco grattuggiato e fatto a mo’ di cremina e formaggio, buonissimo).
Sarei voluta essere breve, solo per dirvi che sto bene e che sono molto felice, ma comincerò già da questo momento a ¨tenervi compagnia¨con i miei poemi ( come il prof di italiano chiamava i miei temi alle scuole superiori!). Nel tempo libero, verro´a condividere con voi.
Hasta luego, amigos!
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Taccio...non dico nulla che e' meglio.....
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