Potrà sembrare scontato e banale, in questa ricorrenza, ma è quello che penso, a ragion veduta. La mafia è una montagna di merda e macerie. L'affermazione è ancora più vera, laddove la mafia e lo Stato (interi pezzi dello Stato, a cominciare da certa politica), si uniscono nell'abbraccio mortale tra colletti bianchi e lupare, stretti in solido nel losco affare.
La mafia-Stato produce merda e macerie, in quantità, montagne di macerie, economiche, sociali, culturali, umane. Macerie come quelle che hanno ucciso e sepolto Giovanni Falcone il 23 maggio 1992. Le stesse macerie che hanno ucciso Borsellino, e Livatino, e Dalla Chiesa, e Impastato, e tutti quelli che la mafia l'hanno combattuta e la combattono a costo della loro stessa vita. Le stesse macerie che hanno condotto l'Italia nello stato comatoso in cui oggi è. Sono macerie che azzittiscono, una volta per tutte, soprattutto coloro che sono scomodi, anche i loro stessi uomini, dello Stato e della mafia.
E' sufficiente pensare alla fine, lenta, penosa, inesorabile che è stata riservata al capo stesso della mafia, Bernardo Provenzano. Accade dal suo esilio, in carcere, nel carcere dello Stato, a Parma, sotto il regime del .
Ed ora, siamo proprio sicuri che il 41bis serva a garantire lo Stato e metterlo a riparo dalla mafia?