Una morte sospetta di Hannah Berry

Creato il 24 novembre 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Hannah Berry

Autrice inglese, vive e ha studiato a Brighton, per poi lavorare come illustratrice per svariate riviste inglesi. Britten and Brülightly è il suo primo graphic novel, o fumetto che dir si voglia.

Titolo: Una morte sospetta
Autore: Hannah Berry
Edito da: Guanda
Prezzo: 20,00 €
Genere: Noir
Volumi: 1
Pagine: 112 p.
Voto:

Trama: Fernandez Britten è ecuadoregno e di mestiere fa l’investigatore privato a Londra. Abituato a occuparsi per lo più di questioni di corna e gelosia, un giorno incappa in una giovane benestante, figlia di un famoso editore locale. Il suo futuro sposo si è suicidato e lei si è intestardita che si tratti invece di omicidio, e ingaggia Britten affinchè scopra il perché. Ma Britten è soprannonimato lo Spaccacuori, per via della clausola che impone ai suoi clienti: qualunque sia la verità, dovranno essere pronti ad accettarla.

Recensione:
di Hydra

Coniugi gelosi o fidanzati che sono convinti di avere un bel paio di corna sulla testa non saranno certo un compito gravoso, ma Fernandez Britten nel suo lavoro è bravo e si è anche fatto una reputazione, eppure all’inizio de Una morte sospetta (diciamocelo, ‘sta traduzione del comodo titolo originale è infelicissima) ritroviamo un investigatore stanco, depresso e che ha deciso di chiudere con quel tipo di indagini, che gli avevano portato una discreta fama e un rispettabile stipendio. Però si è guadagnato anche un soprannome, pesante ed esplicativo: lo Spaccacuori.

Britten segue un proprio ferreo principio, ovvero quello di scoprire e raccontare ai propri clienti nient’altro che la verità, senza alcuno sconto. A causa di ciò la maggior parte dei suoi clienti non sono mai stati grati per ciò che aveva scoperto, e l’investigatore stesso si ritrova con un peso sempre maggiore di famiglie e persone distrutte sulle spalle.

Per evitare di finire distrutto anche lui decide di darci un taglio, in cerca di redenzione ma senza sperarci troppo. Mentre fluttua in uno stato di perenne abulia arriva a scuoterlo una giovane addolorata e offesa per l’inspiegabile suicidio del suo promesso sposo Berni, e Britten decide di assecondarla e di occuparsi del caso.

In fondo non si tratta di una storia di corna, non c’è alcuna famiglia da distruggere, non è un caso in cui sarà necessario essere lo Spaccacuori, no? È un’occasione per liberarsi della pesante eredità del suo famigerato soprannome. Però probabilmente per lui è troppo tardi. Non potrà salvare se stesso, ma forse riuscirà a evitare che la vita di un ennesimo qualcun altro vada distrutta dalla verità.

A prima letta il fumetto d’esordio di Hannah Berry sembra viaggiare su dei binari tranquilli e consolidati del noir: ambientazione grigia e cittadina, investigatore rigorosamente privato e con un bel bagaglio di problemi esistenziali, una storia di ricatti, soldi, cattivi sentimenti. E se ci si fermasse solo al mistero che muove il tutto, Britten&Brulightly non avrebbe nulla da usare in sua difesa. L’intreccio comunque non è male, non voglio dire che quel versante sia stato trascurato, anzi, dà il suo buon contributo al bel risultato d’insieme. Però sono più i personaggi e quello che si portano dietro a farsi ricordare.

Lo stesso Britten sembra il classico investigatore privato dall’umore minato da una vita di sconforto, ma a osservare meglio ci si rende conto che non sono sconfitte, incomprensioni in famiglia, drammi passati ad averlo consumato; al contrario, egli è perduto perché ha sempre vinto, e perché ha fatto della verità il suo cavallo di battaglia. Se avesse perso, se fosse stato meno retto e onesto, con buona probabilità il mondo e la sua vita sarebbero state migliori, e il caso del suicidio di Berni Kudos sarà la sua ultima possibilità di fare qualcosa di buono.

Anche gli altri personaggi, per quanto abbiano molte meno spazio per lasciare traccia di sé, riescono a “graffiare”: ad esempio c’è Charlotte Maughton, pure lei in apparenza banale nullafacente ragazza di buona famiglia viziata e testarda, nelle poche vignette che ha a disposizione riesce a trasmettere tutta la sua storia senza nemmeno raccontarla, a far capire quanto in realtà era affezionata a un uomo che in pubblico si era sempre impegnata a umiliare e disprezzare.

Piccola nota particolare di Britten&Brulightly è proprio il socio del protagonista, che altro non è che una bustina di the senziente: piccola incursione nell’assurdo o suggerimento riguardo le condizioni dell’ormai troppo compromesso animo di Britten?

Per quanto riguarda l’aspetto visivo, le scelte dell’autrice le ho apprezzate molto. Che fosse un’illustratrice si vede, e non è affatto una nota di demerito. Divertitevi a osservare con attenzione l’impostazione delle vignette una volta finita la lettura, se trovate interessante anche il lato tecnico dei fumetti. Come impostazione generale la scelta è quella delle quattro strisce per pagina, rigorosamente a colori e non in digitale. L’autrice per narrare l’ambientazione ha optato per dei colori perennemente freddi, anche quando usa quelli definiti che in teoria dovrebbero essere l’opposto. E se ci si fa caso non c’è un’esterna in cui non piova a dirotto (fa molto Blade runner), e trovare un volto sorridente non è facile. Il protagonista cammina quasi curvo, con un’espressione sconsolata da cane bastonato e due occhiaie che pare un husky.

Dopo tutte queste note positive devo riportare però una gravissima pecca, che pur non essendo responsabilità dell’autrice è veramente un grosso punto a sfavore per l’acquisto: mi spiace per Guanda, la casa editrice italiana che ha importato l’opera, ma un prezzo di venti euro è assurdo. Okay che in generale i fumetti sono cari, e che questo è a colori, ma non ho idea di come possano giustificare tale prezzo.

La copertina non è nemmeno rigida e in commercio si trovano fumetti con formati pure più grandi e di autori famosi a un costo minore. Sarà forse stampato con carta e inchiostro particolari? Boh. Visto che ormai in Italia gli anglofoni ci sono, consiglierei l’acquisto in edizione originale, che oltre a non essere filtrata da traduzioni molto probabilmente sarà più curata in materiali e impaginazione, come spesso accade.


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