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Una notte a Napoli

Creato il 17 gennaio 2011 da Waltergianno

Una notte a Napoli


Napoli, ore 21.30, mercoledì 12 gennaio. Piazza Garibaldi. Comincia di già il lavoro delle prostitute. Vestiti succinti, passo felpato. Le ragazze passeggiano avanti e indietro, in attesa dei clienti.

Il traffico non è intenso, caotico e dinamico. Nonostante l’orario, la città sembra rintanata. Il lunghissimo corso Umberto I è cupo. Sui marciapedi scorre pochissima gente. Così com’è deserta la Galleria, la zona adiacente al Teatro San Carlo e piazza del Plebiscito. Elementi che rendono la città sotto al Vesuvio uno dei tesori del pianeta.

Eppure, non sono neanche le 22. E non siamo in periferia, ma al Centro, pieno di bellezze architettoniche e monumentali, ma nascoste nell’oscurità.

Il Maschio Angioino, ad esempio. Maestoso, sontuoso. Ma addormentato. Attorno si trovano più cani randagi che esseri umani. Il loro abbaiare è fragoroso, persino antipatico. Perché rompe il silenzio che circonda il Castel Nuovo.

Per chi vive Napoli per la prima volta, tutto ciò genera un quid di magia e tristezza. Magia perché la città ti attrae, si mostra nella sua grandezza e meraviglia. Ti incanta e ti seduce. Tristezza, però, perché non sta dormendo. È rifiugiata. Il buio non è la causa, ma l’effetto.
 

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