di Daniela
Perdersi in una fitta foresta di cedri mentre il sole inizia a calare, in un’atmosfera irreale e sospesa nel tempo, accompagnati solamente dal frinire delle cicale.
È sul Kōyasan, la montagna sacra del Giappone, che si può respirare un’aria mistica, lontanissima dai suoni e dalle luci della città. Il Kōyasan si trova a 900 metri di altitudine ed è sede della setta Shingon, corrente del buddhismo esoterico introdotta in Giappone dal monaco Kukai, conosciuto con il nome di Kōbō Daishi: il monte ospita il suo mausoleo ed è considerato punto di partenza e di arrivo del pellegrinaggio degli 88 templi dell’isola di Shikoku.
Kōbō Daishi, dopo aver girovagato per tutto il paese alla ricerca del posto adatto per insediare il proprio centro religioso, nell’826 iniziò qui la costruzione del complesso templare Danjō Garan, un’area sacra costituita da 20 edifici. Da allora nella zona sono sorti un centinaio di templi, di cui il più importante è il Kongobuji, tempio principale della setta Shingon.
Il complesso di Garan è un luogo ricco di edifici di legno tra cui spicca notevolmente la pagoda Konpon Daito: iniziata nell’826, si caratterizza per questo colore rosso molto acceso, all’interno ospita diverse statue buddhiste.
Ci dirigiamo verso il Kongōbuji: costruito nel 1593, ospita al suo interno dei bellissimi fusuma (porte scorrevoli) dipinti nello stile della scuola Kano. Qui si trova anche il giardino zen Banryutei, il più grande del Giappone, realizzato con 140 pietre di granito provenienti dallo Shikoku, che suggeriscono una coppia di draghi che emergono dalle nuvole per proteggere il tempio. Il giardino è incantevole, e si può ammirare per intero passeggiando lungo lo tsuridono (la veranda) che lo circonda.
L’Okunoin è il più importante cimitero buddhista del Giappone, nonché meta di pellegrinaggio per il mausoleo di Kōbō Daishi. Un pensiero comune è che Kōbō Daishi non sia morto, ma da dodici secoli sia qui in eterna meditazione in attesa della venuta di Miroku Nyorai, il Buddha del Futuro, donando nel frattempo salvezza a coloro che lo pregano.
L’ichinobashi (primo ponte) segnala l’ingresso tradizionale all’Okunoin, oltrepassato il quale inizia il cimitero, immerso completamente in una meravigliosa foresta di cedri. Passeggiando lungo la strada lastricata che conduce al mausoleo, si possono vedere oltre 200.000 pietre tombali: il luogo è molto suggestivo e tutto intorno a noi è come se fosse sospeso, immobile.
Sul Kōyasan non si può perdere la possibilità di dormire in uno dei templi che offrono il pernottamento e di provare la celebre cucina vegana: la Shōjin Ryōri si è diffusa in Giappone contestualmente alla pratica buddhista nel VI secolo ed esclude carne, pesce, uova e derivati del latte; inoltre, non utilizza spezie odorose, né verdure come aglio e cipolla che, col loro gusto molto forte, coprirebbero i sapori più delicati, che invece devono essere esaltati.
Da un punto di vista estetico, è un vero spettacolo per gli occhi: un mix di colori e sapori perfettamente calibrati, atti a risaltare ogni singolo elemento che compone il piatto. Forse non si adatta bene a soddisfare tutti i tipi di palati, ma si tratta di un’esperienza sensoriale da provare.
Dormire in un tempio: anche questa è un’esperienza unica. Siamo fortunati, qui troviamo anche le onsen, le vasche termali, sia interne che esterne. Immergersi nell’acqua bollente di notte in assoluto silenzio, circondati solamente dai suoni della natura rigenera lo spirito. Usciamo avvolti nei nostri yukata, il tempio è immerso nell’oscurità, solo la debole luce delle lanterne illumina il percorso: camminando lungo la veranda, sentiamo solamente i nostri passi che scricchiolano sulle assi di legno, e ci perdiamo nel contemplare i bellissimi giardini del tempio.
Il giorno dopo la sveglia è puntata alle 5.30: ci aspetta la cerimonia buddhista. Scendiamo nella sala della preghiera e ci uniamo al resto degli ospiti del tempio. La cerimonia consiste nella recitazione dei sutra buddhisti, cantati in una sorta di litania davanti all’icona del tempio. Nel corso della cerimonia officiata dai monaci, ognuno dei partecipanti è chiamato a inchinarsi e pregare davanti l’altare gettando un po’ di cenere nell’incensiere. La cerimonia è durata circa un’ora, e alla fine della quale i monaci ci hanno mostrato i tesori conservati al tempio.
È stata un’esperienza unica, ma prima di lasciare il tempio facciamo la nostra colazione, una versione più leggera della cena, e diamo un ultimo sguardo ai giardini.
Tutte le foto del presente articolo sono di Daniela-tradurreilgiappone
http://www.hisitaly.com/blog/daniela-tradurreilgiappone/