(The Hangover part III)
Regia di Todd Phillips
con Bradley Cooper (Phil Wenneck), Ed Helms (Stuart “Stu”Price), Zach Galifianakis (Alan Garner), Ken Jeong (Leslie Chow), Heather Graham (Jade), John Goodman (Marshall), Justin Bartha (Doug Billings), Jeffrey Tambor (Sid Garner), Mike Epps (Doug nero), Gillian Vigman (Stephanie Wenneck), Sasha Barrese (Tracy Garner- Billings), Melissa McCarthy (Cassie).
PAESE: USA 2013
GENERE: Commedia
DURATA: 100’
Si riuniscono i tre amici del primo (e del secondo) film, questa volta per aiutare lo svampito e barbuto Alan, compagno delle precedenti avventure, a superare i suoi problemi psichici. Ma l’evasione del gangster cinese Chow e le minacce di un trafficante di lingotti d’oro li costringono a gettarsi a capofitto in una nuova, disperata, allucinata odissea…
La maggior parte della critica e una – considerevole – fetta di pubblico non ha apprezzato questo terzo capitolo della saga iniziata nel 2009 a Las Vegas e proseguita nel 2011 a Bangkok. “Esagerato”, “volgare”, “inverosimile”, sono solo alcuni degli epiteti che il film si è beccato da chi è andato a vederlo in sala. La domanda è: ma cosa diavolo si aspettavano? Che al terzo capitolo Phillips (anche sceneggiatore con Craig Mazin) si mettesse a fare un film sobrio, verosimile, magari con un umorismo tagliente alla Woody Allen e fini agganci all’attualità sociale americana? Se è questo che cercate, allora Hangover III non è il film che fa per voi. Ma se avete voglia di ridere, di ridere parecchio, se credete che la volgarità iperbolica talvolta celi finezza compositiva, se il politicamente scorretto vi rende felici, allora, ecco , non potete perdervelo. Chi criticava il secondo perché troppo uguale al primo e ora critica il terzo perché diversissimo dagli altri due è un po’ confuso; chi invece ritiene che non si tratti di un film terribilmente, eccessivamente, spudoratamente divertente bè, de gustibus: noi abbiamo riso dall’inizio alla fine. Si deve guardarlo dal punto di vista giusto: per farlo, è opportuno regredire ad uno stato scimmiesco, forse infantile, tornare insomma al periodo in cui ridevamo per le scorregge o quello, di poco successivo, in cui sghignazzavamo sentendo la parola “culo”. Palati fini? Astenersi, anche se la sceneggiatura non manca di spunti tutt’altro che rozzi. Chi critica invece la scena dopo i titoli di coda non ha capito che non si tratta tanto di uno sviluppo narrativo della storia, quanto di un ultimo eccessivo omaggio ai fans poco prima che tutto finisca per sempre. L’accoppiata Cooper- Galifianakis è strepitosa (e ben sostenuta dalla regia di Phillips), mentre la promozione di Mr. Chow a co-protagonista giova assai in campo di novità. Cattivo gusto finché si vuole, inverosimiglianze a gogò, eccessi goliardici in ogni dove, ma vi sfidiamo a rimanere seri. Come per i film precedenti, la colonna sonora è meravigliosa.