Di Francesca Romana Qualche sera fa, sentendomi troppo sola, mi dissi: “Al diavolo tutti i principii, le regole , i freni inibitori” e… accolsi per la prima volta nel mio letto un giovane maschio bolognese, dolcissimo, che mi “corteggiava” da tempo.
D’altronde era desideroso soltanto di starmi accanto e coccolarmi. Cosa poteva esserci di male?
Sentivo il calore del suo corpo nudo di fianco al mio, il suo respiro regolare e tiepido sul mio volto. Mi guardava dritto negli occhi con una dolcezza e tenerezza irresistibili, pieno di aspettative. Improvvisamente cominciò a leccare le poche parti scoperte del mio corpo, con delicatezza e ingenuità. Io lo accarezzavo dolcemente, con gratitudine, e lui dimostrava di apprezzare moltissimo quelle attenzioni ricambiate!
Mi sentivo appagata e non più sola!
Si fece tardi ed io spensi la luce invitandolo con parole tenere al sonno, che mi stava prendendo; ma lui forte della sua giovinezza ed esuberanza non accennava a smettere. Si spostò anzi in fondo al letto e iniziò a dedicarsi ai miei piedi.
Quella notte faceva freddo, a causa di un temporale prolungato, ed il suo calore mi procurava una sensazione piacevolissima.
Mi addormentai come una bambina , grata per quel regalo tanto inaspettato, quanto insolito. Nel sonno però percepivo ugualmente la sua irrequietezza…
Alle prime luci dell’alba mi svegliò con delicatezza, ma insistente, consapevole che adesso avrei dovuto ricambiare i suoi doni. Tirava a sé le lenzuola, il cuscino, i pantaloni del mio pigiama.
Allora capii che non potevo più sottrarmi alle sue esigenze… e lo portai in giardino a fare la pipì!!!
Illustrazione tratta da Google immagini