- Last Night – 2010 - ♥♥ e 1\2 -
di
Massy Tajedin
Interessante la prospettiva dell’ esordiente regista di origine iraniana Massy Tajedin nell’ inquadrare quelli che sono i desideri sessuali e d’ amore di una giovane coppia sposata, delimitandoli all’ interno del fugace contesto di una notte. Last Night si muove su due piani differenti : quello dell’ attrazione che sembra lasciare poche vie di fuga tra Eva Mendes e Sam Worthington e quella invece più sofisticata e dagli accenti decisamente più romantici tra Keira Knightley e Guillaume Canet. La telecamera è focalizzata sulle emozioni notturne dei suoi protagonisti e si sofferma sui loro volti attraverso frequenti primi piani pronti a cogliere ogni espressione degli attori. La regista decide di non giudicare mai ciò che i protagonisti sentono e lascia scorrere le immagini quasi come un flusso emozionale senza mediarli minimamente dalle inferenze esterne e lasciando allo spettatore ogni possibilità di conclusione. Last Night è un film che punta tutto sull’ immagine visiva e sulla curatissima fotografia , ma che purtroppo denota nella sua sceneggiatura la sua più evidente lacuna. Nulla di originale infatti sul tema della infedeltà e dei tradimenti viene detto sia stilisticamente che come contenuti. Al contrario, invece, le interpretazioni degli attori spiccano nei loro silenzi e nella loro espressività e le frequenti inquadrature che si soffermano spesso sulle mani o sugli occhi sembrano tutte essere azzeccate e comunicare perfettamente il dramma sentimentale interiore che i protagonisti vivono. La Tajedin non si limita di certo nell’ utilizzare i silenzi che diventano spesso quasi dei tasselli di un thriller sentimentale che però non si consumerà mai. L’ ambientazione tipicamente newyorkese è scenograficamente di sicuro fascino e rammenta le atmosfere domestiche da loft che già abbiamo visto in altri film. Lo sguardo della macchina da presa è distaccato e lascia che lo spettatore si immedesimi emotivamente con ciò che vede, assumendosi però pienamente il rischio che tutto questo possa non accadere e che il quindi l’ intero film finisca per ripiegarsi su se stesso, in un film assolutamente piatto emotivamente. Il finale è in verità il vero tocco artistico che la regista ci vuole concedere. Un lungo fuoricampo che lascia l’ intera storia raccontata in sospeso, dopo che i due coniugi si scambiano un abbraccio quasi gelido e seguito da una loro possibile intuizione di ciò che la notte appena trascorsa è avvenuto. E’ in questo conclusivo stordimento che si riesce a percepire quell’ emozione che per l’ intero film si è mantenuta sospesa lungo un filo incerto. Un film che vale comunque almeno una visione notturna.
( L' Attrazione passionale)
( L' Amour Fou)