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Una o due domande a Renzi (e non soltanto a Renzi).

Creato il 22 marzo 2014 da Mauro @2tredici

Il fiscal compact, improvvidamente sottoscritto anche dal Governo Italiano nel 2012, impone ai Paesi membri dell'Unione Europea di ridurre, a partire dal 2015, di un ventesimo all'anno la quota di rapporto debito pubblico/PIL che eccede il 60%. Per l'Italia, questo vincolo si traduce in manovre finanziarie da oltre 50 miliardi di Euro all'anno. Un massacro.Ciò premesso, posto che, al di la' delle rodomontate ad uso interno, Renzi si è ben guardato, in sede UE, dal porre in discussione la regola suicida del fiscal compact, una domanda sorge spontanea: di quanto dovrà essere tagliata la spesa pubblica nei prossimi cinque anni per consentire la realizzazione delle promesse di bengodi formulate da Renzi e, contemporaneamente, per conseguire gli obiettivi del fiscal compact?A occhio, si tratta di cifre che comporterebbero lo smantellamento non soltanto dello Stato "sociale" ma anche dello "Stato" tout court.Al netto della demagogia dilagante, la Nazione e' pronta ad uno scenario nel quale non esisterebbero più servizi pubblici se non a pagamento integrale, nel quale la tutela dell'ordine pubblico sarebbe ridotta ai minimi termini, nel quale scomparirebbero la cassa integrazione (comunque denominata) e i sussidi pubblici ai cittadini, alle imprese, a enti e associazioni?A prescindere da Renzi, anche, se esistesse ancora, la destra sociale dovrebbe dare una risposta. Perché un tempo la destra un certo concetto dello Stato lo possedeva e non avrebbe più o meno segretamente ammiccato al piano Renzi-Cottarelli. Poi è subentrato il deserto di cui ben parla Pietrangelo Buttafuoco, e' vero, ma alcuni inguaribili sognatori, in attesa che qualcuno batta un colpo, ancora esistono. Se non altro, almeno per non lasciare l'esclusiva a Beppe Grillo.

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