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Una opaca trasparenza

Creato il 07 settembre 2010 da Idl3

Il potere spesso si regge sull’assenza di trasparenza, perche’ avere informazioni che gli altri non posseggono ti da un vantaggio. L’analfabetismo diffuso fino al secolo scorso ha fatto si’ che i cittadini non sentissero il bisogno di una maggiore trasparenza, il loro basso livello educativo non permetteva loro di comprendere certe informazioni anche se queste fossero state diffuse. O almeno cosi’ si e’ fatto loro credere (e ci viene fatto credere ancora oggi), convincendoli/ci che la trasparenza era/e’ al di la’ delle loro/nostre possibilita’ e dunque non era/e’ un loro/nostro diritto.

Una opaca trasparenza

Con il diffondersi dell’istruzione scolastica, l’utilizzo della tecnologia e una diffusione dei macchinari nei lavori un tempo manuali, ha portato i cittadini ad avere del tempo libero che prima non avevano. Grazie ad una maggiore istruzione e un maggior tempo a disposizione le persone hanno cominciato a sentire il bisogno di essere informate. Ora troviamo informazioni ovunque (anche troppe, certe informazioni costituiscono solo rumore), e non sempre (anzi raramente) siamo in grado di comprenderle a fondo, perche’ le capacita’ e le competenze necessarie per comprendere tutte le informazioni sono infinite, e nessun uomo puo’ possederle tutte.

Una opaca trasparenzaIL BISOGNO DI INFORMAZIONE – Tuttavia un po’ per orgoglio, un po’ perche’ l’uomo e’ generalmente pieno di se, tutti noi vogliamo poter avere accesso a tutte le informazioni. In questo post scrivo a proposito delle informazioni di uno Stato e dei suoi enti pubblici, dal piu’ alto al piu’ basso, non delle informazioni di privati cittadini o di aziende [1].

E’ un desiderio naturale, quello dell’autoconservazione, piu’ informazioni si posseggono piu’ alta e’ la probabilita’ di avere successo. Un tempo il successo era sinonimo di sopravvivenza (sapere quando arrivavano i predatori o quando arrivavano le mandrie, quando seminare e quando raccogliere, quando sarebbe piovuto, ecc.) ai giorni nostri (e nei Paesi industrializzati) il successo ha un altro significato, generalmente materiale (maggiori guadagni, lavori migliori, ecc.), a volte semplicemente e’ una sensazione di appagamento mentale.

Una opaca trasparenzaLA DIFFUSIONE NON E’ TRASPARENZA – Internet e’ il paese di Bengodi per chi anela a quante piu’ informazioni possibile [2]. Dare informazioni non necessariamente significa attuare la trasparenza, l’information disclosure (rendere pubbliche le informazioni) e’ il primo passo per la trasparenza dell’informazione. Ma rendere pubblica e trasparente un’informazione significa far si che il pubblico la comprenda, o almeno abbia la possibilita’ di comprenderla. Il pubblico non significa l’unanimita’, sarebbe impossibile. Siccome non e’ facile spiegare le informazioni che si posseggono, spesso vengono rese pubbliche cosi’ come sono [3]. A questo aggiungete che le informazioni se non trasmesse in modo efficace possono dar adito a interpretazioni (o possono essere soggette a manipolazioni), creando piu’ confusione di quanta ce ne fosse prima della loro pubblicazione. E’ evidente quindi che informazione diffusa non e’ sinonimo di informazione trasparente.

Una opaca trasparenzaLA TRASPARENZA PERICOLOSA – Esistono casi in cui rendere trasparenti le informazioni diventa pericoloso o comunque da evitare. Ma generalmente e’ il modo in cui vengono diffuse e non la loro diffusione a renderle pericolose. L’esempio classico e’ quello di un teatro affollato in fiamme. Se si grida “al fuoco al fuoco” si ingenera una confusione tale da portare, con molta probabilita’, alla morte di molte persone. Alcune verranno calpestate nella ressa, altre non potranno uscire per via degli ingorghi che il panico creera’ alle uscite d’emergenza, e cosi’ via. Una soluzione sarebbe quella di prevedere le situazioni di panico e creare delle vie di fuga adeguate. Anche perche’, quale sarebbe l’alternativa, quella di non dire loro nulla e aspettare che se ne accorgano da soli?

Altre informazioni invece potrebbero creare dei danni in caso di loro diffusione, mentre tenerle segrete non provoca danni (o li provoca in misura minore rispetto alla loro diffusione). Questa e’ una situazione complessa, e rischiosa a causa dell’arbitrarieta’. Infatti, chi stabilisce se un’informazione provoca piu’ danni se diffusa? Rientrano in questa categoria i segreti di Stato, e sappiamo bene quanto e come si e’ abusato e si abusa di questa possibilita’, per nascondere responsabilita’ politiche piu’ che per proteggere un Paese (e/o i suoi cittadini) o le sue relazioni internazionali.

Una opaca trasparenzaLA TRASPARENZA DIFFICILE E IL RUOLO DEI MASS MEDIA – Gli enti pubblici spesso sono incapaci di rendere comprensibili le informazioni che diffondono, o di educare i cittadini affinche’ le comprendano o almeno riconoscano di non poterle capire e si affidino alle spiegazioni di chi invece ne ha la capacita’. Perche’ nessuno di noi puo’ avere tutte le conoscenze necessarie per comprendere ogni informazione, ma ci sono persone che capiscono una singola informazione e sono in grado di renderla comprensibile al grande pubblico. Questo dovrebbe essere un compito affidato ai mass media (internet compreso), o a istituzioni apposite.

Per informazioni troppo complesse da essere comprese dalla maggioranza dei cittadini, devono intervenire degli intermediari, che facciano da tramite ponendosi tra l’ente (che diffonde l’informazione) e il cittadino (che la vuole capire), rendendo l’informazione comprensibile al cittadino, attuando la trasparenza. Purtroppo i mass media non sempre (raramente) rendono l’informazione comprensibile (trasparente) al cittadino. Questo avviene per due motivi:

  • certe volte capita che i mass media non siano in grado di capire l’informazione perche’ non hanno dipendenti o collaboratori in grado di farlo;
  • il piu’ delle volte invece i mass media non hanno interesse a rendere l’informazione trasparente, preferendo dare un’informazione opaca, che nasconda certi fatti e ne metta in evidenza altri. O addirittura distorcendo l’informazione.

I mass media preferiscono dare un’informazione opaca (o addirittura manipolare l’informazione) per due motivi:

  • per fare un favore (anche non richiesto) a qualche “potere forte“, che siano politici o grosse societa’ (che magari comprano pubblicita’ sui mass media o posseggono i mass media), o gruppi di interesse;
  • perche’ quell’informazione opaca fa piu’ notizia dell’informazione trasparente, quindi al fine di avere piu’ lettori conviene distorcere l’informazione.

Una soluzione a questi problemi e’ quella di creare meccanismi che impediscano la cattura dei mass media (ossia impedire che qualcuno interessato affinche’ l’informazione venga manipolata convinca i mass media) o prevedere degli istituti (pubblici o privati) che sostituiscano i mass media laddove questi si rivelino non in grado di assolvere al loro ruolo di intermediari dell’informazione.

Una opaca trasparenzaOCCHIO NON VEDE CUORE NON DUOLE – Invece, purtroppo per noi, per la politica e per gli enti pubblici (e anche per i mass media) e’ molto piu’ semplice affrontare queste situazioni smettendo di diffondere informazioni.

Una opaca trasparenzaPer fare un esempio concreto, Enzo Boschi, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha dichiarato che cesseranno le pubblicazioni online in tempo reale delle rilevazioni sull’attivita’ sismica in Italia allo scopo di impedire che si diffondano allarmi ingiustificati. In questo caso, come nei (sempre piu’ numerosi) casi simili, c’e’ chi ritiene inammissibile nascondere le informazioni e chi lo ritiene inevitabile.

Non so chi abbia ragione, so solo che per risolvere o meglio evitare problemi complessi occorre mettere in campo soluzioni adatte e a mio avviso nascondere le informazioni non e’ una soluzione. L’ente che rende pubbliche le informazioni lo dovrebbe fare in modo da limitare il piu’ possibile le incomprensioni e le manipolazioni, semplificando l’informazione, o corredandola di ulteriori informazioni che ne specifichino la natura, i confini e i limiti di applicazione e di analisi. Dove questo non fosse possibile, occorre che i mass media fungano da tramite rendendo trasparenti le informazioni diffuse dagli enti pubblici. Se i mass media non ne sono capaci o per motivi diversi preferiscono dare informazioni offuscate nascondendone una parte o distorcendole, allora occorre un’istituzione in grado di spiegare queste informazioni e renderle trasparenti. Se il problema e’ invece l’ignoranza diffusa e la “credulita’ popolare” [4], allora non sarebbe il caso di intervenire alla radice? No, molto piu’ facile smettere di dare informazioni.

Una opaca trasparenzaPer tornare all’esempio del teatro. Si puo’ decidere di non avvisare in caso di incendio perche’ – anche se si tratta di un fuocherello domabile facilmente – qualche “profeta di sventura” potrebbe creare il panico. Pero’ si puo’ obiettare che gridare “al fuoco al fuoco” anche senza notizia di un piccolo incendio non e’ poi cosi’ difficile. Inoltre cosa succedera’ quando l’incendio indomabile ci sara’ veramente? Le persone saranno pronte? Ci saranno le vie di fuga e le uscite di emergenza? Oppure queste non sono state previste perche’ e’ troppo difficile, ed e’ piu’ semplice evitare il panico nascondendo le informazioni e sperando che non scoppi un incendio indomabile?

Allora forse e’ meglio continuare a diffondere le informazioni, cercando (per quanto possibile) di renderle non manipolabili e non suscettibili di essere utilizzate per creare un panico ingiustificato (in poche parole rendendole piu’ trasparenti con i metodi che ho descritto sopra). Nel frattempo bisogna studiare delle vie di fuga, educare le persone a seguirle, creare uscite di emergenza con aperture anti-panico e abbastanza larghe da non creare effetti imbuto in caso di fughe in massa. Questo e’ un modo serio di affrontare il problema. Educando le persone ad affrontare i problemi e a comprendere le informazioni, e creando i presupposti affinche’ le informazioni non vengano usate per creare danni. Invece si preferisce nascondere le informazioni, trattando le persone da stupidi incapaci di capire. Certo, le masse spesso sono stupide e incapaci di capire, ma le informazioni vengono date ai cittadini, singoli individui capaci di informarsi, crescere ed essere educati. Qualcuno invece vorrebbe tornare al secolo scorso o anche prima, quando non venivano date informazioni ai cittadini perche’ tanto erano troppo ignoranti per capire, invece di educarli. Ma perche’ fermarsi qui, se i cittadini non sono affidabili e sono tanto creduloni da prendere per vere le manipolazioni dei “profeti di sventura“, forse e’ meglio togliere loro il diritto di voto. Certo, e’ un’assurdita’ (sicuri?), ma anche quella di chi preferisce nascondere le informazioni piuttosto che affrontare seriamente i problemi mi sembra un’assurdita’.

Ovviamente questa e’ la mia opinione, magari mi sfugge la motivazione profonda e imperscrutabile del perche’ e’ preferibile lasciare tutti i problemi e nascondere semplicemente le informazioni. Certo, se non fossero cosi’ opachi anche nelle decisioni di dare o non dare informazioni forse potremmo capire le loro ragioni. Anche se continuo ad essere dell’idea che se non esplicitano le loro ragioni forse e’ perche’ hanno qualcosa da nascondere, non sempre, ma spesso e’ cosi’.

Infine, voglio rispondere alla domanda di Marco Scialdone che chiede:

“E’ davvero una buona cosa, in nome della trasparenza, mettere in mano ad un paziente ipocondriaco tutta la lista dei medicinali disponibili sul mercato?”

Secondo me e’ meglio impedire che il paziente ipocondriaco vada a comprarsi i medicinali, e magari curarlo per l’ipocondria che e’ una malattia a tutti gli effetti. Anche perche’ il comportamento dell’ipocondriaco non cambia anche se non gli dici i nomi delle medicine. Se vi sembra stupida e non pertinente la risposta, e’ perche’ e’ stupida e non pertinente la domanda, che ritiene i cittadini al pari di una persona con un disturbo mentale, incapace di intendere e volere.

[1] Nel caso delle aziende la trasparenza dell’informazione e’ ben regolata, esistono istituti di controllo che ne svelano le informazioni al pubblico spesso rielaborandole per renderle comprensibili, in questo passaggio ci sono dei rishi, come abbiamo visto nell’ultima crisi finanziaria, dove istituti di rating hanno dato valutazioni sbagliate ad alcuni istituti di credito. Anche i brevetti ad esempio, come sono stati pensati alla loro nascita, dovevano essere uno strumento che impediva ad un’azienda di tenere nascoste le scoperte e le innovazioni che faceva, il brevetto doveva incentivarla a rivelare i segreti, con la garanzia che per un tot di anni solo lei poteva usare queste scoperte. [↩]

[2] La ricerca spasmodica di informazioni puo’ anche diventare una patologia se questa ricerca e’ fine a se stessa, so cioe’ le informazioni raccolte non vengono usate per uno scopo. [↩]

[3] In questo caso dovrebbero intervenire degli intermediari, i mass media (compreso internet) o altre istituzioni pubbliche o private in grado di rendere trasparente l’informazione spiegandola al pubblico. [↩]

[4] Ricordando che viviamo in un Paese dove quando c’e’ una crisi economica aumentano le giocate alle lotterie, un Paese dove in tanti ricorrono a maghi e altri truffatori, ecc. situazione che forse fa comodo anche a chi governa di volta in volta. [↩]


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