Una palla di lana per ALMA

Creato il 03 marzo 2014 da Media Inaf

Chissà quale senso di smarrimento deve aver provato quando, stremato e solo in fuga dalle volpi, ha intravisto in lontananza le 66 mastodontiche orecchie metalliche di ALMA ruotare all’orizzonte sull’altopiano illuminato di stelle. Mentre quelle perlustravano maestose le profondità del cosmo, magari proprio alla ricerca di tracce di vita, lì ai loro enormi piedi lui la vita – poche settimane appena – cercava disperatamente di metterla in salvo dopo essere rimasto isolato dal resto del branco.

Protagonista di questa piccola avventura a lieto fine fra la terra e il cielo, là dove l’altopiano di Chajnantor sfuma nella Via Lattea, è un cucciolo di vigogna, mammifero della famiglia dei camelidi – quella dei lama e degli alpaca – famoso per la pregiatissima lana. Talmente pregiata da essere nota fra gli antichi Inca come “fibra degli dei”: destinata esclusivamente alla produzione di abiti reali, i sudditi nemmeno potevano indossarla. A trarre in salvo il cria, e a consegnarlo alle amorevoli cure del Wildlife Rescue and Rehabilitation Center dell’Università di Antofagasta, i lavoratori di ALMA, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array: la distesa di radiotelescopi dell’ESO che sorge lassù in cima al deserto di Atacama, nelle Ande cilene.

«La cosa che più colpisce del paesaggio attorno ad ALMA è l’assenza pressoché totale, telescopi a parte, dell’impatto dell’uomo sulla natura» ricordano Arturo Mignano e Rosita Paladino, entrambi ricercatori dell’Alma Regional Center italiano presso l’Istituto di Radioastronomia dell’INAF, che lassù sull’altopiano hanno trascorso qualche giorno nel dicembre del 2013. «Il paesaggio è incontaminato, dominato da grandi salar, spesse distese di sale sopra enormi quantità di acqua. E anche se è un altopiano desertico c’è più vita di quanto uno possa aspettarsi. Vegetazione, arbusti, ma anche animali molto belli, come i fenicotteri rosa». E in effetti il cucciolo di vigogna non è il primo animale a trovare conforto fra i radiotelescopi dell’ESO: poco più a sud, all’osservatorio di La Silla, si segnalano visite recenti di volpi grigie e cavalli selvatici.

L’osservatorio di ALMA, il cui completamento risale all’ottobre scorso, è già richiestissimo dai radioastronomi di tutto il mondo. Ben 1382 sono state le proposte osservative ricevute a dicembre da un totale di oltre tremila scienziati. Un record, al quale hanno contribuito nella misura del 3% i programmi a guida italiana. Per questo ciclo, le proposte che risulteranno vincenti dovrebbero ottenere tempo d’osservazione a partire dal giugno del 2014. E chissà che per allora il cucciolo di vigogna, dopo due tentativi di reinserimento falliti nei giorni scorsi, non sia riuscito a ricongiungersi ai suoi compagni di branco.

Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Malaspina


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