Tramping, hiking, trekking, walking. Non ho mai capito perche` esistano cosi` tante parole in inglese per dire camminare. Si, e` vero`, se dici di essere un “tramper” o un “hiker”, suoni sicuramente piu` ganzo, se invece dici semplicemente di essere “uno che cammina”, forse non fa cosi` tanta scena. Almeno finche` non dici dove cammini, o quanto.
L’Abel Tasman Coast Track fa parte delle Great Walks of New Zealand, i nove grandi tracciati che occupano questo paese in entrambe le isole. Questo sentiero si snoda per circa 54 km lungo la parte costale dell’Abel Tasman National Park, nella regione di Nelson-Marlborough, a nord-ovest dell’isola sud. Sono appena arrivato in NZ, ho scoperto di questo parco non molto prima del giorno prima di decidere di andarci.
Poche informazioni, ho comprato una tenda, rifornimenti per i successivi tre giorni (che mi sarebbero bastati per una settimana, ma perche` non aggiungere qualche tonnellata a uno zaino gia` ridicolamente pesante?), e via. Un autobusmi ha portato da Nelson a Marahu, la porta di accesso al tracciato, e una volta scaricato la` mi sono messo in cammino.
La piccola guida trovata al centro informazioni descrive l’Abel Tasman Coast Track, come un trekking di 3-5 giorni, adatto piu` o meno a chiunque abbia un livello medio di fitness. Non che il mio livello di fitness si avvicini neanche lontanamente alla media, ho comunque programmato di farlo in due giorni, fermandomi dove la maggior parte dei trampers (si, quelli che camminano) concludono, ossia al chilometro 48 circa, all’area campeggio di Totaranui, dove arriva una strada dalla quale e` possibile prendere un autobus per uscire dal parco e tornare alla civilta`.
Nelson e` la citta` piu` soleggiata di tutta la Nuova Zelanda, con il minor numero di giorni brutti rispetto a tutte le altre. Ovviamente, quando io campeggio, piove. Un acquazzone mi ha colpito nella notte, la tenda ha retto, e io, in stato comatoso me ne sono a malapena accorto, rimanendo abbracciato al mio zaino senza battere ciglio.
Nella seconda giornata il percorso si e` fatto piu` divertente, con piu` salite e discese, qualche ostacolo, e passaggi dai quali e` possibile passare soltanto con la bassa marea. Proprio in una di queste tratte io, che faccio parte della categoria di quelli furbi, ho deciso di togliermi le scarpe, per scoprire solo dopo di essere capitato su una distesa di conchiglie rotte, peggio di vetri mischiati a carboni ardenti.
Due soste durante questi secondi 24km, la prima per fare un bagno nella speranza di incontrare qualche foca, di fronte alla colonia di Tonga Island, la seconda per alleggerirmi dai quintali di cibo che mi sono divertito a trascinarmi dietro, all’Awaroa Hut. Sono infine arrivato alla meta, il Totaranui Camp Ground, contento di avercela fatta, ho ricostruito la mia casa di tela, e me la sono dormita come un grande.
Avrei potuto prendermela con piu` calma, e` vero. Avrei potuto metterci tre, quattro o anche cinque giorni. Il fatto e` che mi piace camminare. Che sia un viaggio in treno, in autobus, in macchina, in aereo, in nave, in elefante o a piedi, ormai la cosa che mi piace di piu` e` il tragitto, ancora piu` che la meta stessa. Camminare tanto, da solo, sudare, e` una cosa che mi appaga, mi schiarisce la mente, mi fa pensare. Arrivare mi da soddisfazione, l’idea di potermela cavare, di non dipendere da niente, mi fa stare bene. Che poi la vita di tutti i giorni sia diversa non c’e` dubbio, ma una gita per staccarsi un po` da questa realta` ogni tanto ci vuole, anche se detto da uno che e` in gita da un anno diventa poco o per niente credibile.
Le foto presto sulla pagina di Facebook (appena trovo una connessione stabile!).