Una patata ci condannerà al fallimento

Creato il 03 ottobre 2012 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA


di Paolo Cardenà-

E' si, cari signori! In Italia siamo in piena occupazione, con il Pil che cresce a ritmi sostenuti da anni. Di inflazione neanche a parlarne, e il debito pubblico è solo un problema  di quei poveracci elvetici.  Abbiamo pure una forte capacità di attrarre investimenti: investire in Italia rende le imprese competitive in tutto il contesto mondiale e solo qui esistono condizioni così favorevoli, grazie ad uno Stato che non intralcia il lavoro e l'impresa. Roba da far invidia anche ai cinesi e agli indiani.  Tant'è che tutti vogliono aprire imprese in Italia, ma proprio tutti. Di
imprese ne nascono a migliaia al giorno, e quelli d'oltralpe fanno la fila per varcare il confine e venire in italia: sembrano rifugiati di guerra. Corruzione inesistente, come pure la criminalità organizzata. Vantiamo anche il privilegio di votare direttamente i nostri rappresentanti politici, che spiccano alle cronache planetarie per essere la miglior classe dirigente nella storia dell'umanità. Per non parlare poi dell'onestà con la quale assolvono al loro mandato: San Francesco d'Assisi, in confronto, sarebbe un ladro.  Pressione fiscale bassissima, soprattutto considerando la qualità di servizi (ospedali, scuole, università, sicurezza ecc) che il magnanimo stato ci  dona, in cambio di una modestissima pretesa tributaria. Abbiamo pure un apparato pubblico e amministrativo ridotto,  snello, efficiente, produttivo, laborioso e sempre al servizio del cittadino. Mica come nel resto degli altri paesi, dove i contribuenti sono vessati dal fisco e oppressi dalla macchina burocratica dello Stato che mantiene parassiti! Qui sembra davvero di vivere in un Eden, altro che i fasti dell'Impero romano. E quindi perché non  metterci a giocare con la PATATA? Così, tanto per divertirci un po'. Si si, con la patata, avete capito bene! No, state tranquilli! Non mi riferisco alla patata alla quale ci ha abituati Berlusconi coi i suoi bunga bunga, ma a quelle che si mangiano: al forno, al vapore, a mo' di timballo e anche fritte, magari condite con un po' di spezie. Quelle che si coltivano zappando la terra. Terra che  dovrebbe essere zappata da chi ci governa, ci amministra e che, giorno dopo giorno, tendono a comandare le nostre vite rendendo in nostro futuro sempre più grigio. In questo strano e miserabile Paese, se ne vedono e sentono di tutti i colori. Oggi, proprio mentre ero intento alla lettura sugli arresti del'Amministratore delegato di TributiItalia (leggete qui l'eccellente analisi di Rischio Calcolato), che si è intascato oltre 100 milioni di euro (patatine, insomma) di tributi versati dai cittadini (gli stessi che Monti continua a definire evasori) e che è l'ennesimo scandalo della nostra ben pensate classe dirigente,  ho letto un post su Facebook pubblicato da altro utente che diceva:

Finalmente è giunta la risoluzione da parte dell'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia delle Dogane (sono due enti distinti). Se comprate le patate prefritte surgelate senza aggiunta di altri ingredienti l'aliquota IVA è al 4%, se invece c'è aggiunta di spezie l'IVA è al 10%. Viene spiegato tutto molto bene nella risoluzione n.92 in una ricca dissertazione di ben 4 pagine. Da non perdere...

Ovviamente, chi lo  ha scritto, lo ha fatto in forma ironica e provocatoria al punto che, incuriosito, sono andato a cercare la risoluzione dell'Agenzia delle Entrate. Ebbene cari signori, cose da non credere! L'Agenzia delle Entrate, nelle quattro pagine redatte dai suoi burocrati che possono vantare menti dotte e sapienti in materia fiscale (magari a suon di decine di migliaia di euro di stipendio al mese),  è intervenuta per chiarire (udite, udite) se la vendita di patate prefritte congelate, debba essere assoggettata ad Iva al 4%, piuttosto che ad Iva al 10%. L'Agenzia, in pratica, interpreta la vendita della patate distinguendo due fattispecie. La prima. Se si dovessero vendere patate semplicemente  prefritte e quindi con la sola aggiunta di olio, l'Iva applicabile è il 4%. Peccato che qui l'Agenzia non chiarisce affatto se l'olio con cui friggere le patate debba essere di semi di girasoli, di oliva e perché no, visto che ci siamo, anche di ricino. Io opterei per l'oliva, fino a quando non verrà portata l'Iva al 10%, ovviamente. La Seconda. Se le patate prefritte, sono vendute  con aggiunta di spezie, allora, in quel caso, l'Iva da applicare è il 10%, ponendo come discriminante l'aggiunta di spezia. Al di la dell'ironia che suscita la banalità dell'intervento dell'Agenzia, ciò che preme evidenziare è il livello con cui lo Stato, in questo caso per mezzo del fisco,  è presente nell'economia, nelle nostre scelte e conseguentemente nelle nostre vite ed abitudini. Tende a legiferare e ad imporre  la sua posizione su tutto, perfino sulle cose più banali e insignificanti (in termini sostanziali) che potrebbero essere, appunto, il condimento delle patate. Oh certo! E' evidente che, in questo caso, vedere patate speziate significherebbe per lo Stato un maggior gettito di imposte da far pagare ai contribuenti, ma penso che il danno sia  altro, ed economicamente ben più rilevante. Non credo siano necessarie sofisticate argomentazioni per poterlo spiegare e comprendere. Luigi Einaudi affermava:

MIGLIAIA, MILIONI DI INDIVIDUI LAVORANO, PRODUCONO E RISPARMIANO NONOSTANTE TUTTO QUELLO CHE NOI POSSIAMO INVENTARE PER MOLESTARLI, INCEPPARLI, SCORAGGIARLI.


E' proprio una grande verità, e perfettamente aderente a ciò che sta accadendo a questo sciagurato Paese. Ma ormai stiamo cedendo. Mentre ogni giorno il contribuente subisce la costante rapina da parte di uno Stato, che ha fatto del totalitarismo fiscale elemento di oppressione del popolo a vantaggio dei vari  Fiorito, Saggese & c. presenti in Italia e dei privilegi di un manipolo di ladri e criminali, c'è una parte della pubblica amministrazione che si occupa del nulla, proprio come il nulla delle teste di chi ha rovinato questo Paese. Bene signori, spero che comprenderete senza aggiunta di tante altre considerazioni  in che razza di Paese viviamo e in che modo lo Stato e il suo apparato burocratico si diverte con il sedere delle persone oneste.  Spero che comprenderete il motivo per il quale siamo destinati al fallimento. Si possono fare tutte le manovre fiscali di questo mondo e continuare a far pagare tasse su tasse in maniera indefinita, illimitata e spregiudicata;  ma se non si rivolta questo paese come un calzino, nulla, ma proprio nulla, potrà evitarci di cadere nell'abisso dove questi veri parassiti di Stato ci stanno spingendo. Altro che burocrati!! Andate a coltivare le patate.


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