A chi mi chiede perché non “attacco” le altre associazioni, confondendo le critiche con le bordate, eccovi parzialmente accontentati. Ma questa volta, per favore, eviterei di sollevare polveroni: chi fa politica si presta al giudizio dell’elettore, tenero o corrosivo che sia.
Alleanza Universitaria è l’avamposto di una rigida gerarchia, allestito per eseguire comandi più che per fare rappresentanza. Pessima in particolare la gestione del pasticciaccio universitario, relativo alle liste escluse. La loro situazione era simile a quella dell’UdU, la reazione è stata identica. Stessa ipocrisia. Difatti i legami col partito sono stretti (non negati, perlomeno) e il carrierismo prospera di rimando.
Quanto a Rinascita, vi ho scorto persone valide e appassionate. Alcuni hanno tuttavia deciso di rinunciare alla candidatura, per motivi che, se confermati, meriterebbero approfondimenti. Rimane la migliore a destra. Peccato per la scarsa sensibilità storica e per qualche birbanteria pseudofascista. E che dire dei nuovi stringenti contatti con Fratelli d’Italia dopo mesi di declamata indipendenza?
Student’s Office è invece un calderone di gente reclutata alla spicciolata. Non si riduce a CL (molti candidati vengono anzi da esperienze laiche), ma come tutte le accozzaglie ha il difetto di non essere selettiva e di spaccarsi in correnti disorganiche. Di cretini ce ne stanno, e anche tanti, ma è facile distinguerli. Di altri ho stima personale, che non nascondo. Pittoresca la storia dei pasticcini e delle merende: i tempi sconsigliano ricreazioni, mendicare voti è avvilente. Si poteva evitare.
Idee in movimento è un giovane gruppo nato da una costola di AU, quindi dal PDL. L’affiatamento non li rende tanto diversi da quanto sembrano e dicono. Alcuni sono validi, altri meno (ma questo vale per tutti). C’è persino chi critica Berlusconi (nota lieta), ma velatamente e senza sbottonature rilevanti. A essere sincero non riesco bene a inquadrarli per la strana inclinazione a rifuggire una sistemazione definita. Gli consiglierei vivamente la scissione fatale da AU, la presa impossibile di distanze dal PDL, la ricerca di una nuova casacca. La coscienza infelice non paga in politica, e neppure la coscienza indeterminata…
Quanto alle altre, mi sembrano insignificanti. Faccio però volentieri un accenno a Impegno Critico, che rappresenta la vera Sinistra o ciò che tristemente ne rimane. Chi non si riconosce nella politica dei Boccali e dei Boccia, dei ciabattini e delle fanfare, e ha pure ideali antimodernisti e rivoluzionari, non può che votare questa lista. Altro non c’è. I candidati mi paiono competenti e culturalmente solidi, fatto questo eccezionale, visto il deserto che li attornia. Umile consiglio: abbandonare lo chicchismo intellettuale, scendere dall’eremo e imbarbarirsi di più. I voti rispondono.
Veniamo infine all’UdU. Al netto della polemica su finanziamenti e vigliaccherie puerili, con le quali manifestarono al mondo la propria faciloneria politica, è una lista che si impegna molto. Anche troppo, visto che taluni rimangono indietro all’Università, e mi domando se la facciano davvero. E anche male, visto che talaltri, una volta eletti, dimenticano di presenziare alle riunioni. Ma la cosa che fa più soffrire è il radicale cambio di rotta impresso dal nuovo “esecutivo”, rutilante e ipocrita, penoso e stravolgente. Sarà forse specchio della nuova compagine associativa, ricolma di novizi, con punte di idiozia inenarrabili? L’UdU non è più la stessa. Ma per fortuna, tra tonti ingenui e prefiche strillone, si annovera qualche buona consolazione. Consiglio due donne: Pirro e Bernardelli. Il resto è da evitare.
In conclusione, lasciatemi recitare il solito, scarno rosario. Sarò monotono, ma tant’è: non posseggo altra forza per fronteggiare la decadenza che incombe all’orizzonte. Vivo la mia Università come un luogo impestato da studenti cialtroni e annoiati, da professori che non bocciano per cinica pietà, che spiegano per inerzia avvilita, da profeti del nulla, da tromboni di diritti inesistenti… Ormai è acqua che scorre. Eppure, per non cadere nella tentazione di un perverso apartheid al rovescio, mi domando: chi si impegnerà a fare trasparenza su denaro e attività, magari spendendo meno per insulse campagne elettorali? Chi sosterrà che il Polo Ternano è un parassita e va soppresso, concentrando mezzi e risorse su Perugia? Chi osteggerà il campanilismo delle sedi distaccate? Chi confesserà i propri legami politici? Chi inciterà i professori universitari a bocciare, e i professori del liceo a selezionare, e i professori delle medie a scremare, e i professori delle elementari a sbarrare? Chi si opporrà allo scempio del 3+2? Chi toglierà la borsa di studio a chi non la merita per aumentarla a chi se la merita?
Nessuno. O meglio, tutti. A parole, nel loro piccolo, in fondo alla coscienza. E il sole intanto sorge, sempre più fioco, sempre più basso. A molti piace così. Soprattutto ai sederi d’oro. Quelli che la luce la vedranno di sicuro, per mezzo di un futuro già scritto.
Michele Spina