Magazine Diario personale

Una perla di ragazza

Da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
Come doviziosamente preannunciato, sono stato a Monte di Procida, in quel dei Campi Flegrei, per il matrimonio di Onda.
Sbrigate le stantie formalità ecclesiastiche, con formule rituali di solenne eternità e dichiarazioni d'amore intramontabile - al punto che uno si domanda come mai poi tanta gente divorzi in sfregio all'armonia del Creato e al legaccio di Pietro - siamo passati alla parte per me spiritualmente più toccante: la cena.
Prima, veramente, c'è stato il momento delle foto di rito, nel quale non ho mancato di rompere le balle ai fotografi professionisti, intrufolandomi in ogni dove per scattare foto agli sposi, tronfio di una Canon digitale generosamente prestatami dall'accuditrice del signor gatto Telemaco (mi faceva brutto cimentarmi con una scatoletta usa e getta della Kodak).
Finalmente siamo andati a far pappa nella gradevolissima atmosfera del ristorante Villa Mirabilis, in quel di Bacoli. E qui si è posto il dilemma che solo i grand'uomini sanno porsi.
La questione del regalo era stata risolta da tempo, optando (grazie sempre a una bella intuizione della telemaica di cui sopra) per una collana in pietre dure di produzione artigianale, realizzata da Fru Fru Creazioni. La collana, dai fantastici colori armonizzati per merito dell'innato senso estetico di Kisciotte nonché per la santa pazienza assemblante di Cristina, consta di: quarzi ialini, preniti, calcedoni, agate blu, labradoriti, corniole, ametiste, opali, perle. Se abitate a Milano, ma non solo, vale la pena fare un pensiero a Fru Fru Creazioni, per farvi confezionare un regalo unico e artigianale.
Anche la questione "prova d'amicizia" era stata risolta brillantemente, essendomi impegnato a vestirmi in giacca, camicia e cravatta per il matrimonio. Per dirla tutta, a dimostrazione del massimo impegno, anche le mutande erano seminuove per l'occasione: Cagi bianche con elastico non cotto.
Restava però in sospeso la questione più importante, quella del simbolismo solenne. Un sognatore si nutre di simboli! Dovevo in qualche modo suggellare l'unicità dell'evento con un gesto unico e senza precedenti.
Per fortuna, la sontuosità del buffet mi ha offerto lo spunto. Essendoci ogni ben di dio, tra mozzarelle di bufala, gamberoni e fritture miste, c'era anche la postazione dell'ostricaro, che elargiva ostriche aperte al momento con spicchio di limone.
Ora, a me le ostriche fanno ribrezzo da sempre. Non le ho mai assaggiate in vita mia. Quale migliore occasione per abbinare una "prima volta" come ricordo indelebile al matrimonio di Onda? Quindi mi sono armato di coraggio e sono andato a farmi dare le due ostriche nel piattino. Per un buon quarto d'ora ho pungolato il mollusco con la forchetta, non prima di averlo annegato nel succo di limone, per essere certo che fosse crepato. Poi, non riscontrando segni di vita, l'ho imboccato, ingollato, e ingoiato. Anzi, per l'esattezza l'ho pure un po' masticato, poiché volevo capire di cosa sapesse. In questi decenni non mi sono perso nulla: una roba molliccia che sapeva di melma, fango, fanghiglia melmosa e melma fangosa. Al punto che la seconda ostrica l'ho magnanimamente donata a un'altra commensale.
Bilancio dell'atto simbolico: d'ora in avanti ogni volta che vedrò un mollusco penserò a quella perla di ragazza che è Onda. Ogni volta che vedrò Onda spero di non ricollegarla a qualcosa di molliccio e melmoso.
Certe imprese ardite, del resto, comportano un qual rischio.
Ufff!
K.

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