A leggere la dichiarazione di intenti dell’Associazione di volontariato “ABBA FARM – la Fabbrica delle idee”, che insieme
Eppure proprio quel bar nel mezzo del giardino storico da tempo è per i cittadini del quartiere Trieste il simbolo della mala gestione di risorse pubbliche.
Il chiosco è, infatti, di proprietà comunale, ed è stato affidato alla Caffè Giardino 2000 srl a seguito di una delibera di Consiglio del 1997 (1) con una concessione della durata di due anni, ma ad oggi è rimasto nella disponibilità dello stesso gestore, che da ben 14 anni non paga il canone (2).
Dal 2010 il Comitato di cittadini Quelli che il parco… (3) ha inviato in proposito richieste e istanze di trasparenza e legalità all’amministrazione di Roma Capitale (4) – istanze rimaste nella gran parte dei casi senza risposta.
Il 20 marzo scorso, il Presidente del II Municipio, intervenendo a un’assemblea, ha dichiarato pubblicamente l’irregolarità per concessione scaduta e morosità dell’attività del bar ristoro del Parco Nemorense e la volontà della Giunta municipale di chiederne la riassegnazione attraverso un regolare bando pubblico. Pochi giorni dopo il quotidiano Il Messaggero (5) fa uscire la notizia, evidenziando come dalla documentazione la concessione risultasse effettivamente scaduta dal 2000 e che, a fronte della mancata risposta da parte del gestore del punto ristoro ai solleciti degli uffici, erano state avviate le “procedure per la tutela del bene pubblico” (6).
E fino a qui la storia è conosciuta. Ma andando a leggere la Delibera del 1997, si evincono ulteriori motivi di perplessità…
Infatti la concessione risulterebbe essere stata attribuita a una società “Caffè Giardino srl” fin dal 1989, società che per tre anni lascia il bar chiuso e nel totale abbandono, tanto che l’amministrazione nel 1992 decide di riprendersela. Ma a questo punto viene fuori una nuova società con un nome analogo a quella precedente – non sappiamo però se fondata dagli stessi soggetti – “Caffè Giardino 2000 srl” a cui sarebbe stata ceduta nel frattempo la precedente azienda. La nuova srl naturalmente – secondo l’art. 17 del Regolamento sulle Concessioni, che non consente cessioni non precedentemente autorizzate dall’amministrazione (7) – in realtà non potrebbe accampare alcun diritto sul chiosco bar. E infatti così si esprime con fermezza l’avvocatura comunale. Passa un altro po’ di tempo (in cui l’immobile viene addirittura sequestrato dopo la scoperta di pregressi lavori abusivi) e l’immobile viene finalmente restituito all’amministrazione che lo affida…alla Caffè Giardino 2000 srl, che si dichiara disponibile a eseguire alcuni lavori prescritti dal Comune, a curare il parco circostante e a mettere i servizi igienici a disposizione dei frequentatori del parco. E nonostante si possa immaginare che moltissimi altri soggetti sarebbero stati altrettanto disponibili, soprattutto a fronte di un canone di poco più di 500 euro al mese, l’Amministrazione Comunale decide di affidare quindi il bar proprio a quella società, in deroga agli articoli 3 e 8 del Regolamento che prevederebbero un avviso pubblico (8)“anche per evitare lunghe cause giudiziarie con la Caffè Giardino 2000” (sic!). Ma non basta: per stabilire il canone, anzichè fare una nuova valutazione di mercato, trattandosi di un nuovo soggetto concessionario, si riparte dal canone annuale del 1989 di meno di 4 milioni circa di lire (circa 2000 euro) attribuito alla precedente società, rivalutandolo secondo l’indice ISTAT, per arrivare all’incredibile cifra di 500 euro al mese per un bar in muratura, in un giardino storico, nel cuore di uno dei quartieri più prestigiosi della città…
A questo punto i cittadini del quartiere e i Soci del Comitato “Quelli che il Parco…” si chiedono (9) come sia stato possibile che si sia derogato così platealmente a delle norme poste a tutela dell’interesse pubblico; come sia stato possibile che nonostante il canone incredibilmente basso per tanti anni il gestore abbia potuto esimersi dai pagamenti senza che nessun funzionario preposto avviasse la procedura di decadenza della concessione per morosità; come sia stato possibile che dopo tutto questo e dopo le ripetute e recenti segnalazioni dei cittadini e gli articoli di giornale, il gestore sia ancora lì, e possa avviare tranquillamente i lavori di pulizia e adeguamento degli impianti annunciando l’imminente riapertura, con tanto di iniziative di volontariato in favore delle “categorie più deboli”…
Una cosa è certa: anche da un caso “piccolo” come questo i cittadini possono verificare se la nuova amministrazione ha davvero intenzione di dare seguito alle promesse di rigore e di legalità fatte in campagna elettorale. Perché solo ripartendo da qui, con i fatti, si può cominciare, facendo pulizia e chiarezza.
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(1) delibera n° 61 del 17/04/1997 (scarica il documento al link: http://www.comune.roma.it/servizi/DeliberazioniAttiWeb/filtroDati.do) con atto di concessione amministrativa rep 101934 del 25/02/1998
(2) dal Messaggero 23 marzo 2014 Parco Nemorense, il chiosco non paga Fisco beffato da 14 anni di Michele Galvani …Il contratto prevedeva una cifra annua di 12.432 mila lire (poco più di 6.000 euro) quindi facendo due rapidi conti per difetto, si parla di circa 84.000 euro mai erogati…
(3) Il comitato Quelli che il Parco... è stato fondato da un gruppo di cittadini per la salvaguardia e la valorizzazione del Parco Nemorense
(4) A questa pagina le pratiche di accesso agli atti che i componenti del Consiglio Operativo hanno presentato per raccogliere documentazione nel tentativo di comprendere la situazione in cui versa Parco Nemorense e gli impegni dei concessionari che svolgono la propria attività commerciale su suolo pubblicohttp://www.quellicheilparco.it/index.php?option=com_content&view=article&id=62&Itemid=44
(5) dal Messaggero 23 marzo 2014 : …da un atto del Dipartimento Patrimonio del 3 marzo a firma di Clorinda Aceti, dirigente del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale, risulta quanto segue: «Si comunica che l’atto con cui è stata autorizzata la concessione in oggetto, è da considerarsi scaduto. Questo ufficio ha già provveduto a richiedere alla Caffè Giardino 2000 s.r.l. di regolarizzare la situazione contabile pregressa e di accettare il nuovo canone corrispettivo per l’utilizzazione del bene». Conclude la nota: «Considerata a tutt’oggi la mancata risposta della Caffè Giardino 2000 s.r.l. lo scrivente ufficio sta avviando gli atti per l’attivazione delle procedure previste a tutela di un bene pubblico».
(6) Il Regolamento per le concessioni di beni immobili tuttora in vigore (C.C. 5625/1983 scarica il testo CC_5625_83 Regolamento comunale per le Concessioni di beni immobili ) prevede:
- una durata massima della concessione di 6 anni, eventualmente rinnovabile (nel caso della Caffè Giardino la durata della concessione era di 2 anni (dal 1998 al 2000) e NON risulta essere mai stata rinnovata; - l’obbligo per il concessionario del pagamento del canone entro 30 gg oltre i quali il concessionario incorrerà nella decadenza del titolo; (nel caso della Caffè Giardino il canone non sarebbe stato più corrisposto già dal 2000); – l’esclusione per il concessionario moroso dall’assegnazione di altri beni.
(7) Lo stesso Regolamento all’art.17 vieta la subconcessione nè il trasferimento ad altri senz ail consenso dell’amministrazione: la violazione comporta la revoca della concessione
(8) L’art.3 prevede che venga pubblicato un avviso pe rendere noti i beni pubblici disponibili che l’amministrazione vuol fare in concessione fissando un termine per le presentazioni delle domande e l’art.8 che i beni vengano assegnati tramite licitazione privata con l’offerta in busta chiusa tra più soggetti
(9) Comunicato “Quelli che il Parco…” del 17 giugno 2014
Premesso
- Che in data 12 dicembre 2013 il secondo gruppo della polizia locale RC gruppo Parioli accertava con protocollo n.85993 che all’interno del bar ristoro si svolgeva attività non autorizzata.
- Che In data 23 marzo u.s. gli organi di stampa hanno pubblicato la notizia:
“Parco Nemorense, il chiosco non paga Fisco beffato da 14 anni”
Dal 2000 vende caffè, gelati e bibite. Senza concessione amministrativa. All’interno di un parco pubblico.
Succede al parco Nemorense (o anche Virgiliano) nel quartiere Trieste dove un chiosco bar, per cause ancora tutte da chiarire, da 14 anni non paga il canone pattuito con il Comune nel lontano 13 febbraio 1998. Da allora, come si legge nel contratto stipulato con il III Dipartimento (Patrimonio e Casa), visto che la concessione aveva la durata di due anni e ad oggi non risulta rinnovata, il chiosco bar non ha più versato un centesimo nelle casse del Campidoglio.”
· Che In data 20 marzo u.s. il Presidente del secondo Municipio di Roma Capitale ha affermato davanti ai Comitati di quartiere riuniti in assemblea alla presenza dell’assessore Estella Marino che era provato che il bar ristoro presente nel Parco Nemorense risultava agli atti senza alcuna concessione.
· Che il nostro Comitato desiderando la trasparenza, la regolarizzazione e la legalizzazione di tutte quelle attività che vengono svolte con l’utilizzo del bene e del suolo pubblico ha presentato richiesta di accessi agli atti senza aver ottenuto in molti casi risposte documentate;
· Che il nostro Comitato in data 7 aprile u.s. ha inviato:
Ø al Presidente del Consiglio Comunale di Roma Capitale On. Mirko Coratti
Ø al Sindaco Roma Capitale On. Ignazio Marino
Ø all’ Assessore al Patrimonio e Vice Sindaco di Roma Capitale On. Luigi Nieri
Ø al Presidente del 2 Municipio Roma Capitale Dott.Giuseppe Gerace
Ø alla Procura Regionale per il Lazio presso Corte dei Conti
una lettera con cui chiedeva di adottare i provvedimenti idonei a rimuovere tutte le eventuali situazioni di illegittimità esistenti nella gestione delle concessioni presenti nel Parco Nemorense nel rispetto del Testo Unico sui Contratti Pubblici in materia di concorrenza.
Il Comitato Quelli che il Parco chiede:
Che vengano immediatamente poste in atto tutte le procedure amministrative per:
1. ottenere lo sgombero dei locali se occupati senza titolo per riprenderne il possesso;
2. sanzionare eventuali irregolarità sia amministrative e eventuali responsabilità e/o omissioni;
3. Attivarsi a riscuotere dai precedenti occupanti eventuali arretrati non corrisposti per il canone e/o per l’occupazione del suolo pubblico con conseguente richiesta degli interessi di legge dovuti;
4. procedere in maniera sollecita alla assegnazione della concessione del bar – ristoro mediante gara di evidenza pubblica in modo da garantire nel più breve tempo possibile il servizio ai cittadini.
http://www.quellicheilparco.it