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Una piccola pianta al vento

Creato il 17 maggio 2011 da Bartleboom
Che infinita tenerezza ieri all'uscita della scuola materna, vedere l'ometto grande per la prima volta, anziché fuggire da quel luogo infestato di rumore e confusione, soffermarsi nell'atrio della scuola e cercare l'attenzione del suo compagno di classe, quello più forte, più avanti, più in gamba.
E vederlo, mentre l'altro finalmente si accorge di lui, mostrargli lo zainetto dei gormiti, con un sorriso orgoglioso e tremolante. Bello, dice lui distrattamente.
E allora l'ometto lo segue fuori, fino al cancello e al prato, perché sente ancora quella timida, euforica voglia di scambiarci una parola, di cavargli un po' d'attenzione, condividere una cosa ancora. E allora viene fuori una di quelle domande che ci si fanno fra adulti, tanto per dire qualcosa, tanto per incrinare quel ghiaccio: bello il tuo cane, come si chiama?
Ecco, vedere quel guscio di bambino che per la prima volta si apre e tira fuori una domanda che è un niente, ma che ha superato montagne di insicurezze e timidezze per uscir fuori, vederlo girare intorno al suo amico più in gamba, a quello che probabilmente nei suoi piccoli sogni ammira di più. E io a distanza di sicurezza per non disturbare, solo come si osserva una piccola pianta al vento.

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