Non c’è bestia peggiore, dicono, dell’aspirante scrittore. Convinto di essere il nuovo Borges, invia ai poveri editori una serie di scemenze scritte in “itagliano” e si arrabbia se non viene pubblicato. Spesso avviene proprio così, lo ammetto.
Tuttavia mi sento di spezzare una lancia a favore della specie. Gli Aspiranti vengono costantemente mazzuolati: sono analfabeti, sono arroganti, spediscono a casaccio, leggono poco. Si tende, però, a fare di tutta l’erba un fascio. C’è invece chi si informa, chi scrive bene, chi si autocritica. Senza contare molti “editori” che con un catalogo di tre libri (due dei quali scritti dalla cugina) trattano gli Aspiranti a pesci in faccia. Questi signori hanno – di diverso da me – solo qualche soldo in più per cominciare l’attività. Nessuno conferisce un patentino da scrittore, ma non ne esiste nemmeno uno da editore. Non sarebbe meglio cominciare a guardarsi con un pizzico di indulgenza in più?
E da bere per tutti, offro io!
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