Magazine Diario personale

Una promessa che non si doveva mantenere

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer
<<Evvivaaaaaa!!!>>
E' tornato Topo Gigio?
<<Ehhh??!>>Ma sì, la sigla del cartone animato di Topo Gigio! "Evvia, è tornato..."<<Seriamente; hai intenzione di crescere, prima o poi, o vuoi rimanere eterna bambina?>>Guarda che son cresciuta. E anche tanto.<<Non parlo della larghezza,sappilo!>>E nemmeno io parlavo della mia mole. Cioè, all'inizio sì, poi però da persona matura ho capito cosa intendessi e mi son trattenuta dal fare una battuta cretina. Comunque, rimanendo nel "momento serietà", mi pare doveroso farti sapere che sì, sono cresciuta.Talmente tanto che ieri sera ho fatto una cosa tipica degli adulti.
<<Cioè?>>Ieri sera, dopo una cenetta a base di pesce e vino bianco, io e il mio uomo siamo andati a letto. Ed eravamo pure in tre.
<<COSA?!?!? Me lo dici così, senza freni inibitori?! Ma che schifo,ma che....>>Ma che ca*** hai capito?<<Ho capito quello che hai detto! Siete andati a letto in tre!>>Esatto.<<E chi era il terzo o la terza?>>Il terzo, prego.<<Chi è?>>Non credo tu lo conosca.<<Dimmelo.>>Si chiama scaldino. Per gli amici, migliore compagnio di letto nelle gelide notti d'inverno .<<.....Ricapitoliamo;Avete mangiato pesce, avete bevuto vino bianco e?>>E ci siam messi a letto, a guardare la televisione, con lo scaldino stretto tra le mie braccia. Se non è da adulti questo.....<<A parte che questo è un comportamento da VECCHI, mi hai fatto prendere un colpo! Lo vedi o no che non sei una persona matura?!>>
Questo lo dici tu. Comunque, a cosa si deve tale felicità?
<<Son uscite le date degli esami.>>
Oh, che gioia. Guardami, sto sorridendo.
<<Bestia! Dovresti esser felice sì, visto che quest'anno non ci sono esami durante le feste di Natale!>>
Perchè, sta arrivando il Natale?!
<<Sì, tra 12 giorni esatti.>>
E l'esame quand'è?
<<Tra sei.>>

Ok. Ho sei giorni di tempo per studiare, farmi prendere dal panico, cercare di capire cosa regalare e a chi, finire di sistemare casa, non mettere su altri chili in previsione di quelli che metterò su durante i pranzi e le cene e....e smetterla di piangere davanti gli addobbi del Villaggio di NataleSì, avete capito bene; mi son messa a piangere guardando una renna di polistirolo.

Il motivo? Perchè sono cresciuta. Troppo presto, e con troppa foga.

Da circa dieci anni a questa parte, il Natale per me ha perso ogni magia: traslochi, malattie, studio, pensieri vari, fidanzati che mi mollano....ogni anno c'è sempre stato qualcosa che m'ha fatto guardare tale festività con gli occhi degli adulti.

"Grigio, consumistico, ripetitivo, snervante Natale", mi ripetevo.
Di anno in anno quella frenesia degli addobbi, dell'acquisto della carta stellata per il presepe, dell'aprire i vecchi scatoloni contenenti le palle dell'albero...quel "rituale" che contraddistingueva i miei Natali Passati è andata scemando lasciando il posto a scadenze, altro da fare e altro da vivere.
Salvo per quel gaio e ripetitivo cenone durante il 24 notte.
Il vestito più bello, il profumo migliore, il giro in piazza, il saluto a gli amici.... sempre così, nell'attesa che l'addetto comunale accendesse lo zucco di Natale.
[Lo zucco è una pira fatta di legni vecchi che viene accesa ogni 24 dicembre nelle piazze di molti paesini siciliani per "riscaldare" idealmente la città (alcuni dicono che venga acceso per "riscaldare" Gesù Bambino,ma sinceramente credo che ognuno ci trovi un proprio significato)].
Perciò, una volta assistito alla fatidica accensione, si doveva solo attendere che le parenti più anziane uscissero dalla messa per raggiungere casa e sedersi finalmente in tavola.
Una tavola vecchia, un poco traballante, ma sempre piena di risate.
Una tavola piena di schiacciate, focacce, insalata russa, lasagne, cotolette e l'immancabile pasta e fagioli di nonna.
Sì, lo so, la pasta con i fagioli non è propriamente un cibo da cenone, ma la sua...beh, la sua è sempre stata uno dei caposaldi di quelle cene, tant'è che richiedeva giorni e giorni di preparazione tra acquisto degli ingredienti (freschissimi) e cottura.
E i fagioli devono stare a mollo così cuociono meglio, e la pentola deve essere di terracotta, e la pasta della marca che dico io, e il "piede di porco" dev'essere quello comprato dal macellaio di fiducia, e il pane da aggiungere durante la frittura di questa pasta dev'essere quello di Maniace....tutto doveva esser fatto secondo le regole. Le sue.
Così, dopo la terza o quarta fetta di schiacciata con broccoli e salsiccia e dopo il sesto o settimo chilo di pistacchi di Bronte "smuzzicuniati" per noia, lei si alzava da tavola per prendere tale terrificante meraviglia.

Un piatto buonissimo e pesantissimo, tant'è che le meno coraggiose della famiglia, cercavan sempre di declinare quella portata.
Tranne me, è ovvio.
Dunque, al secondo "no, grazie" di fronte alla sua gentile offerta di trigliceridi, nonna ci rimaneva talmente male da metter su il broncio promettendo a tutti che l'anno successivo non l'avrebbe più preparata "per quel pugno di ingrati che non sanno cosa si perdono", fino a quando qualche storico pozzo senza fondo non ne prendeva un'altra porzione.

"Tanto è inutile che mi prendiate con il buono perchè questo è l'ultimo anno che la preparo!"
"Lo dici ogni anno e poi non lo fai."
"Questa volta lo farò".
L'ha fatto.
Ecco perchè m'è venuto da piangere guardando il Villaggio di Natale costruito dentro un mercato di un paese limitrofo. Non per gli addobbi, non per i prezzi nè per gli ormoni. E' stata quella magia quasi eterea che m'ha spiazzata.
Non ho più cinque anni. Sono cresciuta e ho perso quella felicità che una festività del genere porta con sè. Ho perso la curiosità di sapere cosa accadrà domani, l'euforia dell'avere mamma e papà liberi da gli oneri del lavoro, la voglia di divertimento per le interminabili partite di tombola, l'incuranza delle calorie assunte, il non darsi degli orari.
Sono cresciuta e la vita è andata avanti. Troppo avanti.
Sono cresciuta e nonna ha mantenuto la sua promessa, purtroppo.
E non so più che sapore avrà il Natale.

Ho pianto guardando quei decori perchè avrei voluto crescere ancora un poco insieme a lei. Lei che è sempre stata un poco un'eterna bambina, come me. Lei, che amava i cartoni animati, la Nutella, i profumi, i libri e gli accessori vistosi. Lei che si offendeva per un non nulla, metteva il broncio e dopo cinque minuti tornava a sorridere.

Flash back- Villaggio di Natale.
<<Perchè hai quella faccia?>>
<<Vorrei riscoprire il Natale.>>
<<Beh, pensa a quando dovrai renderlo magico per i tuoi figli.>>
<<In che senso?>>
<<Pensa a quando comprerai i decori per l'albero con loro, a quando dovrai confezionare i loro regali...si insomma, pensa a quando potrai fare la bambina con loro! Sarà di nuovo magia.>>
<<Ho deciso.>>
<<Cosa?>>
<<Dato che da questo Natale s'è persa una delle tradizioni più importanti, voglio subito crearne una nuova?>>
<<Quale?>>
<<Ogni Natale, a partire da oggi, comprerò un'addobbo per quello che sarà l'albero che farò con i miei figli.>>
<<E' una bellissima idea. Sai già cosa comprare?>>
<<Sì, questo.>>
<<Ma...ma è orribile, dai!>>
<<A me piace. E sarebbe piaciuto pure a nonna.>>

Una promessa che non si doveva mantenere
Nonna amava le feste. Amava i colori, amava la vita e non si dava per vinta. E come me, anche nei momenti in cui avrebbe dovuto fare la seria, usciva sempre quel suo lato infantile che tanto ci caratterizza. Per questo son sicura che anche lei, nell'albero più austero del mondo, avrebbe nascosto un briciolo di fanciullezza.
Un poco come ho fatto io con il primo addobbo della mia nuova tradizione, nascosto tra le palle "eleganti" che mia madre ha messo nell'albera di casa.
E poi a nonna stavano iniziando a piacere "quei personaggi giallo pipì".

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