Viaggiare? Per viaggiare basta esistere.
Ma quando l’esistenza è coercitiva, dittatrice, senza via d’uscita. Quando diventa una ruota in cui far correre svelte le gambe senza preoccuparsi minimamente dei muscoli che oramai non provano più dolore. Quando accade questo si può viaggiare?
Chi viaggia per fare il turista non è un viaggiatore. Chi viaggia per non tornare è un vagabondo. Entrambe le figure sono figlie del libero arbitrio, ma esistono altre categorie, altre forme di movimento coatto: i pendolari, i precari, i viaggiatori obbligati.
I primi che fuggono, i secondi che si spostano come i raccoglitori di frutta cercando campi dove poter sopravvivere, gli ultimi occasionali, che “devono” forzatamente affrontare un percorso. Tutti e tre uniti nella loro condizione.
Nella raccolta di racconti BIGLIETTO, PREGO (21 racconti da viaggio) – Zero91 – questi sembrano essere i temi affrontati, in un confronto diretto e indiretto tra le fotografie di Gianluca Giannone (realizzate per un progetto sui pendolari, seguiti ogni mattina dal fotografo) e i racconti degli scrittori a cui sono state affidate. Temi espressi, accennati, evocati. Sensazioni, emozioni, afflizioni. Vita, reale e fantastica di un gruppo di autori che si sono messi alla prova con l’immagine scattata e quella scritta in un gioco (pieno di speranza, rabbia e cuore) di rimpalli, di creazione di reale nella finzione e viceversa.
Entrare in queste tappe, in queste fermate è come guardare le stazioni di un viaggio che può essere sospeso, accelerato o rallentato a secondo della volontà del lettore; significa immergersi nel visivo e nella parola o semplicemente solo nell’uno o nell’altra. Scegliere di avere più compagni o soltanto uno.
I contributi che sono stati dati da Filippo Tuena e John Vignola, oltre la splendida quote di Paolo Sortino, sono dei collanti essenziali alla godibilità e alla fruizione di questa raccolta (che riunisce sotto la stessa bandiera scrittori diversi eppure così simili e soprattutto freschi), la impreziosiscono ancor di più grazie a una sorta di faro che tendono ad essere per il viaggiatore alle prime armi, per chi si affaccia timidamente al finestrino del rifiuto.
Biglietto, prego è un libro che voleva avere più strati di lettura e una voce polifonica, in questo è riuscito benissimo, dichiarandosi come una sorta di manifesto contro l’appiattimento umano e culturale imperante nella nostra nazione.
Biglietto, prego
A cura di Alex Pietrogiacomi
Fotografie di Gianluca Giannone
Introduzione di Filippo Tuena
Postfazione di John Vignola
Autori Vari: Iacopo Barison, Francesca Bellino, Micol Beltramini, Matteo Bortolotti, Massimiliano Di Mino, Pier Paolo Di Mino, Raffaella R. Ferré, Lorenza Fruci, Fabrizio Gabrielli, Simone Ghelli, Alessandro Hellmann, Ernest Le Beau, Gianluca Liguori, Roberto Mandracchia, Luca Piccolino, Alex Pietrogiacomi, Alessandro Raveggi, Marilena Renda, Alfredo Ronci, Adriano Angelini Sut,Matteo Trevisani.
Zero91. Pagine 167. Collana LSM. Euro 10. 2012
Pubblichiamo parte della prefazione del curatore al libro dal 5 luglio in tutte le librerie d’Italia.
“Siamo tutti viaggiatori, inconsapevoli, consapevoli, coatti, temporanei, ma lo siamo in tanti modi diversi e solitamente siamo precari, pendolari, uomini e donne di ogni età che seguono linee rette o spezzettate lungo la rotta di una quotidianità che ci spegne il sorriso e ci accende il disappunto.
Ci spostiamo ogni giorno, ci muoviamo attraverso corpi di carne e corpi di metallo, schiviamo biciclette nelle nostre corse dietro a un bus o a un tram, perdiamo il respiro sui vagoni di treni talmente carichi di umanità che ci impediscono qualsiasi movimento che non sia il ritmico sibilo dei nostri polmoni affaticati.
Ci facciamo male a correre su banchine accidentate, inciampando sui binari per poter prendere una coincidenza che forse, ma forse, ci porterà alla nostra meta e ogni volta bestemmiamo per un autista che non ha voluto aspettare un secondo di più oppure sorridiamo, riprendendo fiato, per il successo ottenuto con il nostro ritrovato scatto felino che ci ha permesso di precipitare all’interno di un mezzo pubblico.
Nelle 21 voci presenti, che sono state ispirate dalle foto di Gianluca Giannone (dai pendolari che ogni giorno ha seguito nei loro spostamenti), troverete quelle confidenze, quelle parole di chi vi siede di fronte o di fianco nelle vostre mattinate: storie, racconti, paesaggi ideali e distopici, di fantasia cruda o di realtà ammorbidita da anni di pellegrinaggi urbani.
21 racconti per 21 fermate o per un viaggio intero, che raccontano l’essere pendolari, precari, italiani in movimento, che traggono a volte ispirazione esclusiva dalla loro foto e che sono contenitori di emozioni e messaggi da cogliere con il tempo, anche con una rilettura oppure che reinterpretano il proprio tragitto esperienziale grazie all’immagine.”
[Continua in libreria]
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