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“Una ragazza con la valigia” di S. Pandza

Creato il 25 gennaio 2016 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

titolo: Una ragazza con la valigia

Autore: Sanda Pandza

Anno di pubblicazione: 2015

pagine: 151

Editore: L’asino d’oro – collana Omero

genere: romanzo di formazione

copertina: di Massimo Fagioli

formato: cartaceo

una ragazza con la valigia immagine

Trama

Petra è una ragazzina come tante. Lei e la sua amica Maja si affacciano curiose alla vita adulta, complici e rivali come solo gli adolescenti sanno essere.
La storia le sorprende il 29 novembre 1979, Festa della Repubblica Socialista Federale Jugoslavia. E’ un giorno molto importante per le giovani di Spalato: quello del giuramento del Pioniere.
Inizia così il racconto di Petra, il percorso che la porterà a diventare adulta, mettendo in discussione l’autorità paterna che, nel suo caso, coincide con l’autorità politica del regime totalitario di Tito e del comunismo.
Sullo sfondo, le vicende che hanno contraddistinto la guerra in Jugoslavia, storia di un recente passato.

Giudizio

Pandza ha disegnato un personaggio che ha il merito di essere credibile e, dunque, consente di immedesimarsi.
Petra è un’adolescente tipo, con tutte le sue insicurezze, i difetti,  le piccole rivalità con le coetanee. Il rapporto con la sorella maggiore, con l’amica di sempre, Maja e i primi incontri con l’altro sesso, ci guidano con leggerezza nel percorso che Petra deve affrontare per diventare adulta.
Fra tutti – come è per tutti –  spicca il difficile e conflittuale rapporto con i genitori: con il padre immobile e disperante e con la madre rassegnata al ruolo di comprimaria, incapace di essere per le figlie un valido punto di riferimento femminile.
Petra coglie tutte le contraddizioni insite nelle certezze immutabili di un sistema politico e culturale che, alla morte di Tito, inizia a sgretolarsi senza possibilità di redenzione.
La rivolta della protagonista è semplice quanto rivoluzionaria: ai dogmi incomprensibili di suo padre (“La vita è breve ed è fatta di grandi sacrifici. Lavorare duro è l’unico modo per viverla bene”), ai suoi aprioristici “no”, Petra risponde ponendosi altrettanti “perchè”: perché non si può essere diversi, perché la vita deve essere solo fatica, perché a scuola mi devono insegnare a sparare?
Petra pensa, non crede aprioristicamente e, così, si salva.
Si salva da un’ideologia – quella comunista – che dietro un apparente egualitarismo, mostra tutta la sua violenza disumanizzante; si salva dai “no” livorosi di suo padre e dai silenzi colpevoli di sua madre.
Le contraddizioni che Petra coglie nella sua vita di tutti i giorni (come il rigido sistema scolastico che prevede l’addestramento militare, facendone addirittura un valore: “Lavoriamo come dovessimo vivere cent’anni, prepariamoci come se la guerra dovesse iniziare domani”, per dirla con le parole di Tito) sono quelle di un’intera società, incentrata sulla soddisfazione dei soli bisogni materiali, ma incapace di concepire la necessità della soddisfazione delle esigenze.
Attraverso i rifiuti di Petra l’autrice offre un’originale chiave di lettura delle ragioni del fallimento dell’ideologia comunista che, strutturata solo su lavoratori e soldati ma non su persone, non è stata capace di curarsi  dell’identità umana, basata su un’uguaglianza che è rimasta solo materiale.
L’originalità di questo romanzo sta nel fatto che la guerra – che pure ne contestualizza gli eventi – resta sullo sfondo.
Pandza è riuscita a costruire due diversi piani di lettura: la singola storia di Petra diventa metafora della condizione di un’intera società.
La scelta dell’autrice è azzeccata ed è la cifra dell’intero romanzo.
Petra e Maja, nello scoprire per la prima volta che nei sotterranei del loro palazzo c’è la porta di un rifugio anti -atomico, non la riconoscono come tale; sono bambine e la guerra per loro è un concetto astratto, uno slogan del compagno Tito che inneggia l’orgoglio patrio.
Insieme con Petra – con il suo desiderio di crescere, di essere libera, di essere bella – il lettore percorre la strada che porterà la protagonista a comprendere la violenza di una società assuefatta a vivere seduta sui bunker, privata della leggerezza di una vita normale.
Forte di questa nuova consapevolezza, Petra, costretta  infine a scappare dal proprio paese, dai quei proiettili silenziosi come “farfalle nere”che sfregiano Split, partirà con la speranza di trovare una nuova bellezza, trasformando la sua fuga in una rinascita.
La Pandza riescea restituire in forma narrativa vicende storiche complesse, ancor più perché recenti.
E’ interessante e simbolica la scelta di scrivere in italiano, lingua di adozione, inserendo, invece, le note nella lingua madre.
Lo stile è pulito, veloce e non scade mai nella facile retorica, operazione non scontata per i temi trattati.

Sull’autore

Sanda Pandza è nata a Spalato e vive a Roma dal 1991.
Laureatasi in Lingue e letterature straniere, svolge attualmente l’attività di  wedding & event planner e collabora, con il Castello Odescalchi di Bracciano, nell’organizzazione di eventi.
Nel 2012 ha fondato l’Associazione WIP – Wedding Italian Professionals, di cui è presidente.
“Una ragazza con la valigia” è la sua opera prima.

Annalisa De Stefano 



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