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Una riforma che non riforma.

Creato il 26 agosto 2014 da Pedagogika2
riforma riforma.Docenti di ruolo e valutati sulle funzioni e sul merito, con carriere legate non più all'anzianità. Il ministro dell'istruzione Stefania Giannini sceglie la platea del meeting di Rimini per tracciare le grandi direttrici della riforma scolastica che verrà presentata nei dettagli il 29 agosto dal Governo. Lingue, matematica, informatica le priorità su cui spingere l'acceleratore in termini di formazione, attraverso nuovi investimenti anzitutto sul capitale umano della scuola. «Le supplenze - spiega il ministro - non fanno bene a nessuno e questo è un nodo da risolvere, risultato di decenni di scelte miopi, servono docenti che si sentano parte di un grande progetto nazionale, occorre curare definitivamente la piaga del precariato».
 Quello che la ministra però dimentica di dire è che, nessuno freme per essere supplente a vita ma così è per un numero elevato d'insegnanti, quindi questo pezzo di "riforma" aiuta solo chi è già dentro la macchina scuola, non tutela chi, pur con i titoli non riesce ad entrare nell'ingranaggio. Dimentica pure, che tutta l'estate le segreterie di tutte le scuole italiane hanno e, stanno ancora lavorando per il rinnovo delle graduatorie d'istituto senza nessun aiuto da parte del Miur che continua a tergiversare sulle date di pubblicazione delle stesse e, senza che di fatto faccia niente di concreto per rispondere alle esigenze più pratiche. Se, si aveva intenzione di eliminare le graduatorie per le supplenze brevi a che pro tutto questo lavoro?Quindi sarà di nuovo una guerra tra poveri: tra chi nella scuola è già entrato e tra chi aspira a farlo!Si parla sempre di merito ma non si capisce cosa si intenda. Ritorniamo ad esempio all'aggiornamento graduatorie: si può inserire solo la carriera fatta nel pubblico impiego, e solo corsi di aggiornamento per insegnanti che già sono  in ruolo; restano fuori i corsi di lingue non attivati dal Miur (anche se con certificazione riconosciuta), restano fuori i corsi di informatica non riconosciuti dal Miur, restano fuori i master, l'aggiornamento personale ed anche il servizio reso nelle scuole non statali ( il database delle istanze on line non riconosce la dicitura scuole non statali o statali autorizzate, riconosciute e simili - esperienza personale)Su questo argomento la questione è molto confusa infatti da una parte il ministro dice che per quanto riguarda invece le scuole private, laiche e cattoliche (dimenticandosi che non esiste più tale distinzione poiché sono tutte o statali o non statali),l’ipotesi sarebbe quella di intervenire non sul finanziamento diretto ma sulla detassazione delle spese e delle rette, così come da tempo veniva proposto dai passati governi di centro destra.Dice Giannini: “Noi dobbiamo offrire un progetto educativo complessivo. Pensare una scuola che sia organizzata dallo Stato o dall’iniziativa privata. La libertà di scelta educativa nel nostro paese non è mai stata garantita. La legge Berlinguer del 2000 non è stata applicata. Il finanziamento alle paritarie è sempre stato preteso, concesso, negato, negoziato. Dobbiamo uscire dalla logica che ci siano gli amici delle famiglie contro gli amici dello Stato. L’uno affonda senza le altre e viceversa. Il rapporto con le paritarie si risolve insieme senza pregiudizi ideologici, che pesano più dei soldi”.La ministra dimentica od ignora che la libertà della scelta educativa nel nostro paese non è mancata già dal 1929 con i Patti Lateranensi infatti nessuno è obbligato a mandare i propri figli in una scuola pubblica ma ha l'obbligo di istruire i propri figli sia ad opera della scuola pubblica che privata ed aggiungo, può usufruire volendo anche dell'istruzione parentale o Homeschhooling, quindi questo è un falso problema che di fatto ogni volta viene rispolverato per ingraziarsi una grande fetta di voti dal centro destra. La ministra, come i suoi predecessori gioca la questione sul "pregiudizio ideologico" secondo il quale la sinistra italiana finora avrebbe impedito una effettiva parità tra pubblico e privato sul versante dell’istruzione. Tuttavia dall’esame dei dati, tale pregiudizio dovrebbe essere capovolto dal momento che sono le paritarie che, scegliendosi i docenti, al di fuori e al di là delle graduatorie, implementano un giudizio apriori sull’insegnamento, proprio perché la cosiddetta “libertà di educazione” non può prescindere dal docente e quindi dalla sua formazione ideologica che deve corrispondere agli obiettivi educativi della scuola privata, cattolica o no. L'esperienza poi avvalora questa tesi perché non si capisce perché da una parte, ogni volta si torni sulla questione finanziamento e dall'altra non si riconosca, poi al singolo docente, la carriera svolta nelle stesse.Ancora una volta si smuove la scuola senza cambiare di fatto niente, ma agitando solo le acque ed inneggiando ad una guerra tra poveri, senza parlare del fatto che si parla di innovazione, tecnologia, informatica, laboratori senza ricordarsi che mancano di fatto i fondi e le strutture per attivare tutto ciò.  S.F.  Fonti:http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-08-25/giannini-cdm-29-agosto-presenteremo-visione-governo-scuola-154350.shtml http://www.tecnicadellascuola.it/item/5635-giannini-la-liberta-di-scelta-educativa-non-e-stata-mai-garantita.html

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