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Una rischiosa provocazione

Creato il 11 luglio 2012 da Riccardomotti @RiccardoMotti1

Si preannuncia una situazione molto delicata per il weekend del prossimo 17-19 Agosto a Berlino. Il gruppo nazionalista Pro Deutschland ha infatti reso noto la pianificazione di una serie di manifestazioni e presidi in punti nevralgici della città. L’obbiettivo dichiarato è quello di protestare contro il diffondersi della religione islamica, sotto l’egida dell’eloquente slogan “L’Islam non appartiene all’Europa – Fermiamo l’islamizzazione”.

Una rischiosa provocazione

I luoghi che sono stati indicati come teatro di queste manifestazioni, 8 in totale, mostrano chiaramente l’intento provocatorio dell’evento. Tra gli altri, spiccano la moschea di As-Sahaba nel quartiere di Wedding e quella di Al-Nu a Neukölln: esse sono state in passato indicate dallo Verfassungsschutzbericht (ufficio di protezione della Costituzione) tedesco come centri di diffusione del movimento islamista dei Salafiti, considerato potenzialmente pericoloso in quanto sostenitore della Shari’a. Pro Deutschland ha intenzione di organizzare dei presidi davanti a questi centri religiosi, scandendo slogan contro l’Islam e mostrando cartelloni con caricature di Maometto. Come se non bastasse, il gruppo di estrema destra organizzerà un comizio a Friedrichshain, all’angolo tra Liebigstrasse e Rigaerstrasse, dove si trovano numerosi Hausprojekt. Si tratta di esperimenti di vita comunitaria, spesso organizzati da gruppi di sinistra o anarchici, il cui sgombero negli anni scorsi ha causato sommosse e problemi di ordine pubblico. Per finire, verrà istituito un presidio di fronte al Köpi, centro autogestito dagli autonomi e noto in tutta Europa.

Questa scelta di obbiettivi sensibili testimonia la volontà, da parte di Pro Deutschland, di cercare uno scontro fisico. C’è il concreto rischio che si ripetano scene come quelle già viste a Bonn e Solingen ad inizio maggio, quando nell’ambito di iniziative simili numerosi manifestanti appartenenti al gruppo dei Salafiti ha attaccato le forze dell’ordine che stavano proteggendo i manifestanti di estrema destra, dando vita a violenti scontri che hanno causato numerosi feriti. In questi senso, il ministro dell’interno berlinese Frank Henkel (CDU) ha salomonicamente dichiarato che le forze di Polizia saranno adeguatamente preparate ad evitare ogni possibile contatto tra i manifestanti, e “intolleranza, odio e violenza non saranno tollerate, da qualsiasi parte esse provengano”.

Una rischiosa provocazione

Sta di fatto che in una città come Berlino, dove nonostante i problemi tipici di una capitale multietnica la convivenza religiosa tra cristiani, musulmani ed ebrei tutto sommato funziona, non si sentiva proprio il bisogno di un simile evento, che va a stuzzicare gli estremismi politici e religiosi presenti sulla scena. Sembra quasi che si voglia coscientemente soffiare sul fuoco della politica berlinese, auspicando un ritorno a quelle dinamiche di scontro frontale che appartengono ad un passato che nessuno dovrebbe rimpiangere.

D’altronde, la biografia di Pro Deutschland parla da sé: il “movimento dei cittadini Pro Germania” è nato a Colonia nel 2005 sotto la guida di Manfred Rouhs, già candidato nelle file della Deutsche Liga für Volk und Heimat (lega tedesca per il popolo e la patria) prima e dell’NPD (partito gemello di Forza Nuova) poi. Tra i punti del suo programma spiccano l’imprigionamento per gli studenti che non raggiungono un determinato livello di conoscenza della lingua tedesca e la deportazione degli immigrati clandestini. Si tratta inoltre del partito che ha organizzato un presidio davanti all’ambasciata norvegese tre giorni dopo il folle attacco di Anders Brevik, scatenando le ire del sindaco Wowereit. Alle scorse elezioni del Settembre 2011, il partito ha ricevuto 17829 voti, pari all’1,2% dei consensi (dati: Frankfurter Rundschau).

Una rischiosa provocazione

Ci troviamo di fronte a uno dei tanti movimenti di estrema destra che puntano a destabilizzare la società tedesca, onde poter usufruire del caos conseguente per trovare facili consensi tra la popolazione, e può puntare su un appoggio proveniente dall’estero. L’evento di cui parliamo ha infatti incontrato l’appoggio di Vlaams Belang, partito indipendentista fiammingo, del Freiheitliche Partei Österreichs (Partito della libertà austriaco) e della German Defense League, propaggine tedesca del movimento inglese English Defense League. Si tratta di realtà che contano poco a livello numerico, ma che in una situazione di crisi possono vedere il loro potere moltiplicarsi, sull’onda del malcontento che potrebbe investire l’elettorato. A mio parere sarebbe auspicabile una maggiore prudenza, occorrerebbe evitare di concedere a questi movimenti degli eventi come quello che la città ospiterà: si rischia di fornire loro una comoda pubblicità.

Riccardo Motti


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