Morgan
"Milano sushi & coca, Milano paga e scopa, Milano che non ha pazienza, Milano e la sua aria di sufficienza, Milano con le crisi di coscienza, Milano con le crisi di astinenza, Milano un sospiro a San Siro e uno sparo di sera, Milano! Milano! Milano con la camicia stirata e la faccia raggrinzita, Milano con le cosce accavallate, Milano e le sue lise banconote, Milano che non ha bisogno di dietologi per dimagrire, Milano che non può dormire, Milano che non si fa stupire, Milano com’è facile morire, Milano esibizionista e introversa, Milano che non sembra mai essersi persa, Milano con le tette nuove, Milano sei la mia puttana, Milano come sei lontana, Milano se ti batte il cuore soccorrimi tra due ore, Milano! Milano! Milano punta e gioca, Milano con i vecchi dentro le ambulanze e i bambini chiusi dentro le loro stanze, Milano che si mette in posa, Milano è la mia, è la mia, Milano è la mia, è la mia, è la mia sposa! Milano è un’ape impaurita vestita di seta stracciata."
Marta Sui Tubi
"Di che rimane non sappiamo ancora, cosa faremo questa notte insieme, dentro e fuori dai locali si cade, siamo nell'aria e respiriamo Milano."
Airys
Milano nella mia testa è sempre stata associata a questi pochi versi, prima dello scorso venerdì ci ero stata solo un'altra volta e ne avevo avuto profondamente paura. Mi ero stretta al braccio di Samu e avevo lasciato che mi portasse prima in Triennale, poi in San Babila e infine in Duomo. Abbiamo fatto in tempo ad incrociare Cacciari ed era già ora di prendere il treno per tornare a casa. Ma eravamo noi due ed eravamo felici e la paura di Milano si è allontanata in fretta con l'ultimo intercity della sera.
Ma poi deve essere successo qualcosa, tipo l'aver letto il primo romanzo di Francesco Bianconi o il fatto che il mio oroscopo mi diceva di mollare tutto per una volta e partire, che ultimamente sono un po' esaurita.
Ecco perchè quando Irene mi ha informata che intendeva rapirmi per un paio di giorni per portarmi a Milano ho pensato che la cosa non faceva una piega. E poi Irene è la migliore compagnia a cui si possa ambire per un viaggio così.
Insomma, per farla breve, Irene ha vinto, e non è difficile capire perchè, il contest indetto da Be Milano che metteva in palio la possibilità di partecipare al Fashion Camp, fornendo viaggio A/R e pernottamento per due persone e mi ha chiesto di essere il suo più uno in questa avventura.
Be Milano è la società di servizi dietro cui si celano il carisma e l'energia di Alessandra, una vera e propria self-made woman, la quale, assieme alla sua assistente Monica, è stata il nostro angelo custode durante la permanenza in città.
Abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima la loro vice-versa card: una via di mezzo tra un bancomat e una carta fedeltà, con cui si ha la possibilità di accumulare una percentuale sulla cifre spese in un circuito di esercizi convenzionati, comprendenti negozi, ristoranti e alberghi, raggiungendo somme nuovamente spendibili e andando così ad autoalimentare la tessera di volta in volta. Avantissimo, non trovate?
E poi il Fashion Camp, uno spazio meraviglioso, quello dell' Ex Ansaldo, un ambiente amichevole e stimolante, merito di Arianna Chieli, l'ideatrice della manifestazione, vecchie conoscenze che fa sempre piacere rivedere come un'altra Irene, nuove conoscenze che è sempre un piacere fare come Maria Elisa, blogger che segui da una vita e che finalmente incontri di persona, come Valentina, persone di talento come Lavanderia 18, Le Chou Chou, Alessandra Biagioli e Giulia Boccafogli, creatrice di bijoux che già il fatto che sia architetto e che faccia gioielli con la gomma per pavimenti me l'ha fatta stare subito simpatica, ma anche tutti gli altri che c'erano, che non posso scrivere la lista della spesa con tutti i nomi...
E poi dopo una serata milanese sui Navigli, scambiare il MONO con il MOMO essendo nel trip di Bianconi, una birra insieme a Marco, amico di lunghissima data di Irene, trapiantato a Milano da un po' che tra un aneddoto su bizzarre amicizie con miliardari russi a Portocervo e l'averci istruite con espressioni mai conosciute prima tipo "esperienza di consumo", che io personalmente trovo eccezionale e che ora userò dappertutto, ci ha portate a bere una birra alle colonne di San Lorenzo, che mi è parso un angolo di Piazza Santo Spirito a Milano e mi ha fatta sentire un po' più a casa e non sperduta in una grande metropoli.
E poi ancora Sara Matarrese di Martino Midali, marchio di abbilgliamento da cui vorrei essere vestita tutta la vita, una pioggia di cubetti di ghiaccio in compagnia di Takako, la quale mi ha fatto ripensare dopo anni al fatto che un nome in Giappone viene scelto molto attentamente e davvero rispecchia la persona che lo porterà tutta la vita: nel suo c'è l'ideogramma di eleganza e non poteva essere più azzeccato.
E poi infine il treno, che abbiamo rischiato di perdere perchè ci siamo perse in chiacchiere con le pazientissime ragazze di Manila Grace, che ci ricorderanno per molto, molto tempo.
Non lo prendo più tanto spesso il treno ed è un vero peccato. Trovo davvero affascinante il fatto che in un vagone si concentrino emozioni e si incrocino destini di persone per qualche ora, il tempo di un viaggio, persone che non rivedrai mai più, ma con cui inevitabilmente, per una ragione più grande forse, ti trovi a scambiare un pezzo di te.
Ed ora un po' di foto (tutte di Irene perchè io sono una pigrona):
La junior suite dell'hotel Nhow nel cuore di via Tortona dove abbiamo alloggiato(e che blogger sarei senza le foto dell'hotel?:P). Cioè, una cosa che non potete capire. E non vi dico la colazione. No, non ve lo dico.
La miglior foto che mi sia stata scattata nell'ultimo anno, credo. Sembro quasi figa. Non avessi un fidanzato potrei quasi trovare marito. Grazie Irene. La mia amica Noemi di Livorno dice sempre: " Quando ti sposi ti faccio un bel regalo".
Da sx: Irene, Alessandra ed io. Questa foto è di Maurizio Galluzzo, ne trovate altre qui
Avrei anche una foto di Irene con Takako, ma Irene ha minacciato me e la mia famiglia di qui alle prossime tre generazioni se la pubblico.
Veduta dell'Ex Ansaldo. L'allestimento con quei profili di lampadine mi ha fatto impazzire. Glielo copierò.
Ci piacciono gli smalti. E molto. Non si era capito?
Lui non so chi sia, ma era anni luce avanti. Specialmente il ciondolo gigante di Super Mario fatto di Lego.Ma non ho avuto il coraggio di fermarlo per palesargli la mia stima. Un'occasione persa. (Anche questa foto è di Maurizio Galluzzo).
In un tardo pomeriggio di quasi estate, ascoltando un cd con una storia, quello degli I Blame Coco, di cui forse vi parlerò.