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"Una Scienza del Non Sapere" di John E. Mack

Da Risveglioedizioni

Nonostante lo scetticismo ufficiale ed anche il cinismo nei media, del governo e del mondo scientifico, deve essere evidente a molti americani che qualcosa di straordinario - almeno dal punto di vista della visione del mondo occidentale - sta succedendo...
Nessuna spiegazione convenzionale per le migliaia di casi di incontri con esseri alieni è stata sufficiente e questo rimane vero nonostante il fatto che gli esperienti stessi avrebbero, con rare eccezioni, dato il benvenuto a qualsiasi spiegazione diversa dall'essere visitati senza il loro consenso da creature umanoidi provenienti da un altro luogo. Eppure il dibattito che è dedicato al fenomeno delle abductions rimane concentrato in gran parte sulla questione del se sia o no reale, nel senso strettamente fisico. Alcuni scettici sostengono addirittura o implicano che la prova fisica della realtà del fenomeno non è conforme allo standard di prova scientifica, quindi possiamo presumere per scopi pratici che non esista affatto. Ma cosa succede se il fenomeno fosse sottile, nel senso che può manifestarsi nel mondo fisico, ma derivando da una fonte che, per sua natura, non può fornire il tipo di prove concrete che soddisferebbe gli scettici, per i quali la realtà è limitata al materiale? Se è così, staremmo perdendo l'opportunità di imparare e crescere come specie, rimanendo così sposati con una epistemologia della prova fisica? Che cosa succede se, invece, dovessimo riconoscere che il fenomeno abduction è intrinsecamente misterioso e, in ultima analisi, oltre il nostro quadro attuale delle conoscenze? E se dovessimo ammettere la nostra perplessità davanti a questo mistero? Non potrebbe un tale atteggiamento di umiltà diventare, paradossalmente, un modo per allargarci su ciò che potrebbe poi essere appreso? E' possibile che l'adozione di un atteggiamento aperto possa portare ad una maggiore conoscenza non solo sugli aspetti fisici del fenomeno, ma anche sulle dimensioni numinose? E non potrebbe questa apertura della coscienza permetterci di conoscere delle realtà invisibili ora oscurate dalla nostra epistemologia troppo limitata, che ci permetterebbero di riscoprire il sacro e la divinità nella natura e in noi stessi?

Si ringrazia il John E. Mack Institute per la gentile concessione
Fonte: http://johnemackinstitute.org

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