Una settimana di “Vergognamoci per lui” (109)

Creato il 20 gennaio 2013 da Zamax

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

SANDRO RUOTOLO 14/01/2013 Chi credeva che tra i sostenitori della teoria del Terzo Livello, da una parte, e quelli della teoria del Circo Mediatico-Giudiziario, dall’altra, non ci fosse partita, ha sbagliato di grosso. Non solo i primi non sono mai riusciti a dimostrare un bel nulla nonostante, anzi, a causa di legioni di pentiti sibillini e di nebbiosi concorsi esterni, ma sembra proprio che l’ebbrezza della sconfitta mediatica subita l’altro giorno a Servizio Pubblico stia dando loro alla testa. L’eroe Santoro è stato declassato a guitto interessato solo all’audience, quando non complice “oggettivo” del Berlusca. L’eroe Travaglio, risvegliandosi al mattino, come Gregorio Samsa, dopo una notte di sonni inquieti, ha scoperto leggendo i giornali che la disfatta della sera prima non era un incubo kafkiano ma la spaventosa realtà, e ha deciso di querelare il nano per lo scherzo della letterina. Ora è il turno del seriosissimo braccio destro di Santoro, uomo schierato ma, si pensava, con la testa sulle spalle. Niente da fare. Impazzito pure lui, si è reso protagonista di un favoloso autogol. Non solo ha accettato di far parte della squadra di Antonio Ingroia, il liberatore a capo di Rivoluzione Civile, ma al «caro Antonio» ha anche scritto una pubblica dichiarazione di fede non priva di sfumature liriche. C’è tutto: l’entusiasmo, la società civile, l’alternativa al berlusconismo, la tessera dell’Anpi, la Costituzione, Roberto Benigni, i valori dei padri costituenti, le mafie, l’illegalità, le cricche. Il che dimostra che anche la più bislacca delle religioni si fonda sui dogmi.

GIUSEPPE PISANU 15/01/2013 Che ci sia sempre uno più puro che ti epura è una verità che la storia ha abbondantemente provato. Meno noto è il suo corollario: c’è sempre un utile idiota al servizio di un utile idiota. Prendete uno dei grandi strateghi dello sganciamento del Pdl dal berlusconismo, l’ottimo Pisanu. Ha lavorato per anni silenziosamente, tessendo la sua formidabile trama. Questa solerzia politicamente corretta gli ha assicurato una certa considerazione da parte della grande stampa e già si vedeva premiato da un bel posticino molto prossimo al trono montiano. Gli utili idioti del Centro al momento di stilare le liste l’hanno invece lasciato per strada, come un verme, e ancora non riesce a crederci. Una tragedia shakespeariana. E con lui i suoi più recenti compagni d’avventura, Franco Frattini, Alfredo Mantovano, Roberto Antonione, Isabella Bertolini. E l’eroico Giorgio Stracquadanio, che tradì il Berlusca per troppo amore: se fossi Silvio, lo ripescherei.

SOTER MULE’ 16/01/2013 L’ingegnere esperto di bondage è stato condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione per omicidio colposo. Poco più di un anno fa una ventitreenne morì per asfissia mentre stava praticando lo «shibari» sotto la direzione del maestro di cerimonie. Non so cosa sia lo shibari. Posso vagamente immaginarlo. Ma non spiegatemelo. E non mi informerò. Ho schivato senza sentirmi in colpa anche l’articolo di Giornalettismo. Semplicemente non ho nessunissima voglia di fare la fatica di capire come funziona. Non farò oggi discorsi moralistici. Né disserterò di erotismo. Dico solo questo, e mi rivolgo a tutti, agli ortodossi, agli eterodossi, ai libertini, a quelli di fervida immaginazione in fatto di sesso, e a quelli che, per dirla con Woody Allen, si allenano molto: perché l’uomo vuole fare fatica, perché vuole complicarsi la vita, perché si perde in una pedantesca e minuziosa liturgia, perché ci mette studio ed applicazione, anche quando si tratta di obbedire alla natura o alle più disordinate pulsioni? Di queste ultime potrei anche diventare schiavo. Lo dico per prudenza. Ma mai di questa lambiccata disumanità. Ci metto la mano sul fuoco. Sono troppo lavativo: se deboscia deve essere, che sia almeno rilassata.

JOSEPH DAUL 17/01/2013 Da una parte il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo ha le idee chiarissime: «Il candidato del Ppe è il signor Monti.» Dall’altra ammette di non capirci molto della pazza politica italiana: «Ma come sempre il caso in Italia è complicato: abbiamo tre partiti, l’Udc, Monti e il partito di Berlusconi, e sono tutti e tre membri del Ppe. Non è il solo paese in cui c’è questa situazione, abbiamo 52 partiti in 27 Stati membri, questo è il centrodestra.» Appunto: il centrodestra. Il 2 aprile dell’anno scorso lo stesso Daul in conferenza stampa a Palermo diceva: «Quando il centrodestra è unito ovunque in Europa fa veramente la differenza. Non è un caso che i partiti popolari siano al potere in molti paesi quando scelgono il dialogo invece che le divisioni.» Appunto: il centrodestra. Unito. E non diviso. E perché allora il suo cocco è il signor Monti, che di destra e di sinistra non vuol sentir parlare, che fluttua regale nella rarefatte regioni della sua superiore equidistanza, che considera la sua augusta persona l’araldo di un nuovo e «vero progressismo», che in caso di sconfitta si farà conquistare da Bersani al solo scopo di conquistare il suo feroce vincitore, e di portare le arti tra i villici postcomunisti, come fece con successo la Grecia coi Romani duemila e passa anni fa, e come crede oggi di fare per esempio Tabacci, col suo poderoso Centro Democratico, nell’ilarità appena trattenuta del popolo di sinistra, che lo lusinga spietatamente coi buffetti e i complimenti che si riservano di solito agli zietti e ai nonnetti mezzi rimbambiti?

ANTONIO DI PIETRO 18/01/2013 La Renault annuncia il taglio di 7.500 posti in Francia entro il 2016. Sempre in Francia il gruppo Peugeot-Citroen aveva annunciato mesi fa il taglio di 8.000 posti. La stessa Ford ha annunciato tempo fa la chiusura dello stabilimento belga di Genk (4.300 addetti) e quello inglese di Southampton, nonché la chiusura parziale di quello di Dagenham (sempre in Inghilterra). L’Opel chiuderà l’impianto tedesco di Bochum (3.300 addetti), mentre la Volvo ha intenzione di ridimensionare il sito produttivo belga di Gand. In Italia la Fiat ha richiesto per lo stabilimento di Melfi la cassa integrazione straordinaria della durata di due anni per procedere ad una ristrutturazione industriale in vista della produzione di due mini-suv. Per il leader dell’Italia dei Valori sono pratiche «da paese incivile». Ma è giusto! Basta con questi rituali pasticciati, accomodanti, con queste furbizie miserabili, con queste onerose mezze vie italiche che ci stanno portando dritti dritti alla rovina. In un paese civile – ed onesto – si fa piazza pulita e basta.


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