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Una settimana di “Vergognamoci per lui” (165)

Creato il 15 febbraio 2014 da Zamax

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

«IL PAESE SPACCATO»  10/02/2014 Svizzera «paese spaccato»: al referendum per l’introduzione di una legge che metta un tetto all’immigrazione ha vinto di strettissimo margine il “sì”. Grosso modo – grosso modo – succede sempre così in democrazia: alle elezioni politiche un grosso partito, o una coalizione di partiti, vince e un altro grosso partito, o un’altra coalizione di partiti, perde; in caso di elezioni presidenziali, o vince il candidato dei conservatori, o vince quello dei progressisti; in caso di consultazioni referendarie, o vince il “sì”, o vince il “no”, oppure vince l’astensione, nel caso ai sostenitori del “no” convenga puntare al mancato raggiungimento dell’eventuale quorum. In democrazia le vittorie tendono sempre ad essere fisiologicamente piuttosto strette. Una vittoria con 10 punti percentuali di vantaggio (55% contro 45% alle presidenziali per esempio) passa per un successo travolgente. Eppure è anche vero che parlando a spanne, astrattamente, pure in quel caso si può benissimo dire che grosso modo – grosso modo – i contendenti hanno conquistato ciascuno circa metà degli elettori. Ed è così che spesso chi vince, volendo infierire, parla esaltato di «un trionfo della democrazia»; e chi perde per dispetto fa la Cassandra e parla o scrive, preoccupatissimo, di «paese spaccato»: e direi che ormai hanno veramente «spaccati i marroni».

FABIO FAZIO 11/02/2014 Essendo impensabile che qualsiasi persona raziocinante, spettatore o critico, colto o bifolco, ne potesse mai individuare la segreta trama; ed essendo impensabile che un furbacchione come lui potesse farsi sfuggire l’occasione di sgattaiolare dentro l’alone di gloria, dorato e fuggitivo, de “La grande bellezza”; il conduttore del Festival di Sanremo ha pensato bene di rivelarci il modo migliore per poter sopravvivere alla straziante mattonata della canzone italiana e, per poterne, anzi, misurare appieno l’alto valore aggiunto culturale: «Il tema che farà da filo conduttore», ha detto Fabio, «sarà quello della bellezza, sentito come necessità». Per soggiogare del tutto il vasto pubblico dei babbei ha poi aggiunto: «Ci sarà anche un omaggio al maestro Claudio Abbado, sarà un momento importante per il Festival.» Maestro anche «nell’impegno civile», ovviamente: questo ve lo posso anticipare io. Fabio lo dirà nell’omelia. Perché con questi presupposti assistere al Festival sarà come andare a Messa: all’uscita vi sentirete una persona migliore.

GLI SMEMORATI BIPARTISAN 12/02/2014 I complotti abbondano nella bocca degli stolti, ancor più del riso. Le macchinazioni, quando esistono, sono solo la parte finale di un dramma molto più esteso. E’ la storia che spiega la cronaca, non il contrario. Contro l’ex premier Berlusconi non c’è stato nessun complotto. C’è stata invece una volontà generalizzata e manifesta di mandarlo a casa a tutti i costi. Prima delle elezioni del 2008 Berlusconi per tre lustri era stato oggetto di una campagna di demonizzazione ossessiva ma tutto sommato “classica”, portata avanti di conserva con l’attivismo mitomane dei giustizieri di casa nostra. Nel 2010, un po’ per disperazione, la macchina del fango di grandissima lunga più professionale che l’Italia abbia mai conosciuto sparò la cartuccia della mostrificazione di Berlusconi, puntando tutto sugli aspetti più intimi della sua vita privata. La demonizzazione di Berlusconi, detto tra parentesi, è sempre stata, naturalmente, tutta roba confezionata a casa nostra per essere poi esportata all’estero con zelo straordinario al fine di internazionalizzare “il caso italiano”. Alla fine del 2010 la scissione finiana e la campagna di sputtanamento sembravano aver dato il colpo di grazia al Berlusca. Ma il suo governo, com’era prevedibile e come io previdi, resse. Da quel momento apparvero di colpo sulle gazzette della Migliore Italia una montagna di articoli di pensosi costituzionalisti e intellettuali sulle magagne di un sistema democratico che concedeva a Berlusconi la possibilità di avere una democratica maggioranza! Ci furono appelli più o meno discreti ad entità sovranazionali. La sempre misurata Barbara Spinelli arrivò ad invocare il ripescaggio dell’ostracismo dei tempi di Pericle! E già ci si sbizzarriva sui nomi dei futuri timonieri. Nel “Vergogniamoci” del 4 marzo 2011, di cui fu vittima Carlo De Benedetti, scrissi: «Il nome gli è venuto in mente solo perché da molto tempo il sogno proibito ma niente affatto segreto del Partito di Repubblica è di commissariare la democrazia italiana. Fatto sta che per battere quella macchietta che ha fatto dell’Italia una barzelletta il primo dei democratici propone alla sinistra una figura dal profilo esattamente opposto, l’ex commissario europeo Mario Monti: un tecnico prestigioso, un altissimo e rispettato funzionario, un uomo uso a misurare le parole, contegnoso, irreprensibile, serio. Insomma, un professore perfettamente imbalsamato e perfettamente innocuo. Una macchietta. Seriosa però.» Berlusconi però continuava a resistere, anche dopo la crisi libica. Fu solo un evento esterno a rendere possibile la realizzazione di questo disegno: la tempesta finanziaria internazionale e la crisi dello spread. In un clima d’isterismo collettivo che andava ben al di là dei nostri confini, la mostruosa “impresentabilità” berlusconiana fece del Caimano il capro espiatorio ideale. Ma Bersani e il Pd, al contrario di certe bubbole che si leggono oggi, non furono dolorosamente privati di una certissima vittoria elettorale dalla nascita del governo Monti, per il fatto stesso che questo nacque alla condizione che le elezioni non si celebrassero. Infatti, se il Berlusca non fu mai sfiduciato è perché in parlamento bivaccava beatamente un gruppo robustissimo di onorevoli centristi privi di certezze per il futuro. Bersani e il Pd, semplicemente, fecero buon viso alla nascita del governo Monti pur di mandare a casa Berlusconi. Berlusconi resistette fino all’ultimo, e quando si arrese ebbe la lucidità di appoggiare il progetto montiano; mentre invece la “sua stampa” più pettoruta e confusionaria, quella che oggi parla di complotto, si era già arresa da mesi e in quel momento voleva andare furiosamente incontro al suicidio delle elezioni. Roba da matti.

GLI STRATEGHI DEL CORRIERE DELLA SERA 13/02/2014 Finora hanno sempre fallito. Credete che con Renzi al comando questa potrebbe essere la volta buona? Impossibile. Per il Partito del Corriere (o del Sole 24 Ore) si tratta dell’ennesimo tentativo di coagulare intorno ad un centro politico di primi della classe un consenso parlamentare e popolare che si possa in futuro strutturare in una vera forza politica egemone; un tentativo non golpista ma piuttosto muscolare di rinverdire i fasti del suffragio ristretto in un contesto pienamente democratico. Un controsenso. Ci provarono con la macchietta seriosa di nome Mario Monti. Ma l’approccio fu così smaccatamente tecnocratico che la breve parabola di Super Mario finì nel ridicolo. Andati a sbattere contro la legge della politica e del consenso ci hanno riprovato con un governo mezzo tecnico e mezzo politico guidato da un bravo scolaretto di nome Enrico Letta. Da un mese l’hanno abbandonato al suo destino. Fallita l’impresa di destrutturare la politica italiana disprezzandone i protagonisti, hanno deciso di arrendersi alla politica lanciando un’Opa sul Pd attraverso Renzi, il quale dovrà scegliere se restare prigioniero di un progetto asetticamente liberal che al popolo di sinistra non dirà un bel nulla e destinato a finire nel nulla, oppure se al contrario finire in bocca – in assenza di una matura, onesta, pacifica, non giacobina piattaforma politica socialdemocratica – al Partito di Repubblica o, peggio ancora, a quello dei vaffanculisti.

LA PEDOEUTANASIA 14/02/2014 D’ora in poi in Belgio anche un bambino potrà chiedere l’eutanasia. Naturalmente dovrà essere consigliato dal personale medico e da uno psichiatra, dovrà essere «capace di discernimento», dovrà avere l’assenso di entrambi i genitori, dovrà soffrire di una malattia in fase terminale e dovrà essere in uno stato di sofferenza fisica insopportabile e duratura. La sofferenza insopportabile e duratura è peraltro insondabile, dato che nell’uomo al dolore fisico propriamente detto si somma e si mescola sempre, in dosi variabilissime, l’angoscia: per il primo ci sarebbero gli antidolorifici, per la seconda la vicinanza affettiva e spirituale. Tuttavia uno potrebbe dire che di alleviate sofferenze senza prospettive di guarigione non gli importa un bel nulla, e che preferisce di gran lunga essere “aiutato” a togliere il disturbo con la massima speditezza possibile. Ai miei occhi non sarebbe una volontà moralmente giustificabile; ma “umanamente”, per così dire, potrebbe essere comprensibile. Non capisco però come i sedicenti super-umanisti fautori dell’eutanasia, nel profondo della loro sensibilissima umanità, non riescano a sentire come una profanazione anche il solo atto di prospettare ad un bambino, che da solo “umanamente” non ci arriverebbe mai, l’idea di poter chiedere di essere dolcemente “ucciso”. In questo somigliano un po’ a quei pedofili che s’immaginano fanciulli consenzienti.


Filed under: Rubrica Giornalettismo Tagged: Belgio, Corriere della Sera, Eutanasia, Fabio Fazio, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Svizzera

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