Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM
MUSTAFA ABDEL JALIL 24/10/2011
Festa a Bengasi, dove è stata proclamata la liberazione del paese dopo quattro decenni di Jamāhīriyya. L’allegria ha raggiunto il culmine quando il numero uno del Consiglio di Transizione Libico ha detto alla folla, papale papale, che “Come nazione musulmana la Sharia è alla base della nostra legislazione, pertanto ogni legge che contraddica i principi dell’Islam non avrà valore”. I presenti si son dati di gomito, guardandosi l’un l’altro con la coda dell’occhio, e tra loro è corso, come un fulmine, un solo pensiero: questo qui è anche più mattacchione di Gheddafi, ci sarà da divertirsi un mondo.
MICHELE SANTORO 25/10/2011
L’Italia è quel paese anormale che ha già partorito una Magistratura Democratica, ossia quella veramente democratica, un Partito Democratico, ossia quello veramente democratico, una Medicina Democratica, ossia quella veramente democratica, e tutto il resto della compagnia antifascista delle cricche veramente migliori. Adesso di veramente pubblico avremo finalmente anche un Servizio Pubblico: è il titolo, sembra non vi siano più dubbi, della nuova trasmissione di Santoro. Lo ha scelto dopo molte incertezze, senza sapere neanche lui perché. Così gliel’ho spiegato io perché. Perché veramente.
FILIPPO PONGILUPPI 26/10/2011
E’ un “noto” playboy trentenne. Di professione, infatti, fa – anche – il PR: non strombazza in giro le sue conquiste; ma neanche le nega. Lascia crescere i rumori, accortamente. E’ così che arriva la fama. Sembra che all’inizio della sua carriera di sciupafemmine, al tempo del liceo, si sia gingillato per anni con Nicole Minetti. Dico “gingillato” perché, a detta di questo infaticabile chiavatore, “Pongi” non si è mai innamorato e nel suo vocabolario “la parola fedeltà non esiste”. E tuttavia ha capito che “le donne appariscenti non hanno tempo di occuparsi di cose più serie”, e che ora invece “ha bisogno di una donna con idee e valori”. Giunto felicemente a questo grado di maturazione, è stato subito spedito al Grande Fratello, dove da lui si attendono sfracelli.
ROBERTO NAPOLETANO & FERRUCCIO DE BORTOLI 27/10/2011
“No, presidente Berlusconi, l’Italia viene prima di tutto.” Scrive il primo sul Sole24Ore. “Ma prima ancora viene il paese. Una volta tanto.” Scrive il secondo sul Corrierone, rivolgendosi al Cavaliere, in un articolo intitolato, tanto per essere chiari, “Mettere il paese davanti a tutto.” Il moralismo farlocco e pomposo non ha mai un tocco d’originalità. Scivola sul piano inclinato del conformismo perfino nelle scelte lessicali, e – miracolo – anche in quelle temporali, quando a convergere sono menti eccezionalmente dotate. Ma il direttore del Corriere della Sera si fa preferire: quando ci si mette sa essere anche un insospettabilissimo buontempone. Ferruccio spende due terzi dell’articolo nell’invitare vigorosamente il Cavaliere a dimettersi. E’ un crescendo irresistibile. E comincia il terzo e conclusivo, dedicato al dopo-Berlusconi, quando ormai siamo tutti alle soglie dell’orgasmo, con questa fulminante osservazione: “E la soluzione quale potrebbe essere? Non è semplice.”
IL PASSO INDIETRO 28/10/2011
Il Berlusca è tornato vivo e vegeto da Bruxelles, dove s’è tanto ringalluzzito da permettersi con simpatica nonchalance d’indugiare con la coda dell’occhio sull’elegante figura femminile del nuovo primo ministro danese. Facce da funerale, quindi, nelle redazioni dei grandi giornali della penisola. A rallegrarle un po’ ci hanno pensato gli “scontenti” – il che è tutto dire – un nuovo e misterioso gruppuscolo frondista all’interno della maggioranza, che avrebbe chiesto a Silvio di fare – indovinate un po’ – un “passo indietro”. Alt! Io dico basta. A nome dei miei orecchi, che non ne possono più, propongo una raccolta di firme per chiedere al “passo indietro” di fare un passo indietro, di rinchiudersi in un eremo e di restarci per almeno una generazione, il tempo minimo necessario per ritrovare la sua verginale purezza.
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