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Una settimana di “Vergognamoci per lui” (86)

Creato il 13 agosto 2012 da Zamax

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

DEODATO SCANDEREBECH 06/08/2012 Fabio Granata aveva appena buttato sul tavolo la proposta di un’alleanza politica tra Futuro e Libertà e l’Italia dei Valori. Con Fini candidato premier, naturalmente. Naturalmente. E voi avevate pensato: questi di Fli sono andati fuori di testa. Avevate ragione, ma non sospettavate nemmeno voi quanto. In fondo quella del parlamentare siciliano era un moto di follia schietto, furioso, riconoscibile: insomma, non del tutto morboso. Perché poi a tambur battente è arrivata la vera pazzia, quella cerebrale, tranquilla, cattedratica del deputato Scanderebech, il quale ci avvertiva che Futuro e Libertà non era in ferie, ma stava lavorando intensamente «per costruire la coalizione di responsabilità nazionale che comprende Udc, Fli, Lista Civica membri Governo, lista Montezemolo e lista ex Pdl (…) che sarà il vero contenitore dei moderati, riformisti, cattolici e liberali di matrice patriottica ed europea che si ispira in pieno nel Ppe.» E tra le cui file, supponiamo, troveremo nomi illustri della società civile, capitani d’industria, teste d’uovo, il meglio del meglio della penisola. Un partitone. Una cosa non capiamo: se si tratti dello stesso colosso che Casini, dopo le elezioni, offrirà graziosamente in dono come cagnetto di compagnia alla sinistra di Bersani e Vendola.

IL CRUCCO 07/08/2012 Gli italiani ce l’hanno coi tedeschi, con la loro tetragona durezza, e sembra quasi di sentirli dire: «Eccoli qua, i crucchi. Sempre la solita razza.» Ed è qui che sbagliano i figli del belpaese. E’ vero il contrario. I crucchi, infatti, non sono più quelli di una volta: stupidotti, ma metodici, lineari, coerenti. E’ già da un bel pezzo che fanno gli scansafatiche e vanno troppo in vacanza. Il risultato è che adesso si portano appresso una bella faccia di bronzo. E’ solo questione di tempo, ma verrà il giorno che si gratteranno le palle in pubblico, pure loro. Prendete la crisi europea. Tutti s’accusano vicendevolmente. Qualcuno avrà più ragione dell’altro, non lo metto in dubbio, ma un ragionamento che fila non lo trovi manco per miracolo. In Italia, per esempio, va di moda ultimamente sparare contro la cecità ragionieristica dei tecnocrati europei, insensibili alla superiore intelligenza delle soluzioni politiche. Molti di questi pistoleros salutarono con gioia la soluzione tecnocratica in casa nostra qualche mese fa: la «supremazia della politica», allora, era solo un ignobile pretesto per preservare la corruzione e l’incompetenza. E i tedeschi? I tedeschi fanno lo stesso, quei lazzaroni. Una loro creatura, il commissario alle cose italiche Mario Monti, in un’intervista a Der Spiegel auspica, per salvare l’Europa dalla disintegrazione, «un proprio spazio di manovra» per i governi, sottratto al controllo occhiuto dei parlamenti; e loro lo massacrano, parlando di «attacco alla democrazia»: i tedeschi, dicono indignati, non hanno nessuna intenzione di abrogare la loro democrazia per pagare i debiti italiani. Peccato che il commissariamento delle porcilaie mediterranee l’abbiano preteso loro, sempre per superiori ragioni morali, facendosene un baffo dei parlamenti eletti. Chi di commissariamento ferisce, di commissariamento perisce, cari i miei testoni. Senza contare che con questa storia dei debiti avete rotto il kaiser a tutti. Se un marziano, un onesto marziano senza grilli per la testa sbarcasse in Deutschland in questi giorni, immaginerebbe senza fallo che i debiti degli italiani siano dieci o venti volte superiori a quelli dei tedeschi. Per parlare del solo debito pubblico, e senza contare i trucchetti contabili, il debito tedesco in percentuale sul Pil equivale a circa il settanta per cento del mostruoso debito italiano. Fossi un tedesco, mi sparerei per la vergogna.

DER SPIEGEL 08/08/2012 L’autorevolissima testata giornalistica tedesca stila la lista dei 10 più pericolosi leader europei. Nove sono di “destra”. Uno solo di sinistra. In compenso è greco. C’è naturalmente l’intramontabile Berlusca a tener alto il nome dell’Italia. Essendo un giornale ultrademocratico, Der Spiegel guarda pure in casa sua, dove trova ben due felloni: il segretario generale della Csu, il bavarese Alexander Dobrindt, quello che l’altro ieri, furioso con Monti, ha detto che «i tedeschi non hanno nessuna intenzione di abrogare la loro democrazia per pagare i debiti italiani» e il suo compagno di partito e ministro delle finanze bavarese Markus Soeder, quello che tempo fa voleva dare una “lezione” alla Grecia. A me questa razza terragna, villica e linguacciuta dei conservatori bavaresi è sempre stata simpatica, fin dai tempi di Franz Josef Strauss. Fra tutte le razze politiche teutoniche è quella più schiettamente, superficialmente, ingenuamente e quindi meno pericolosamente populista. S’incazza, ma poi ragiona. Sono i media comunisti che mettono zizzania tra loro e i berlusconiani e impediscono ai nostri eroi di capire che sono fatti gli uni per gli altri. Lo prova proprio Der Spiegel, al quale fanno ugualmente orrore, gli uni e gli altri.

ELSA FORNERO 09/08/2012 «C’è una questione di identità di una classe operaia che viene messa a rischio e occorre ridare dignità a questa classe», dice il Ministro del Lavoro, signora Elsa Fornero. Per ben cominciare, Fornero, io suggerirei di mandare in soffitta certe grigie, tristissime espressioni come «classe operaia», che fa pensare ad una mandria di buoi da portare al pascolo o ad una ciurma di galeotti sulla via dei lavori forzati, e che l’operaio accettava un tempo quando essa identificava l’eletto e infinocchiato popolo cui in eredità sarebbe andata la terra promessa illuminata dal sol dell’avvenire. Di quella robaccia forte è rimasta solo la feccia sul fondo della bottiglia, un paternalismo da nobiluccio dei tempi dello Zar, quando con le migliori intenzioni apriva il suo nobile cuore ai servi della gleba e ai mugicchi di Santa Madre Russia.

(Rispondendo ad un commento) Unfortunately, my dear, the working class is not exactly our “classe operaia”. It’a broader and less sectarian concept. Da noi “classe operaia” profuma ancora di marxismo, di politica, di “lotta di classe”, di greggi portate in piazza, ed è appunto per questo che ha perso la sua dignità, che fa piangere, che fa ridere. Forse il prestigio e l’orgoglio della “classe lavoratrice” sarebbero molto più alti, se anche da noi avessimo avuto un partito socialdemocratico, e non un partito comunista. Ma per diventare realmente socialdemocratica la sinistra italiana avrebbe dovuto fare i conti con la storia, e passare attraverso una conversione morale, che non c’è mai stata.

NICOLE MINETTI 10/08/2012 Ci voleva tutta la cecità degli antiberlusconiani per trasformare questa signorina in una malafemmina. Una diavolessa, si suppone, qualche brivido luciferino dovrebbe pur dartelo, e invece Nicole è proprio il tipo di donna che non ti fa sognare, una femmina stuzzicante quanto una bella mela di plastica, e per il resto intrigante quanto il Tuca Tuca. In spiaggia a Miami si è messa a leggere “Cinquanta sfumature di grigio”, il mattone pornosoft dell’anno, divorato da legioni di babbei in tutto il mondo. L’avrà sentito come un dovere. E pensare che era in vacanza. Ma Nicole, qui ci vuole un colpo d’ala, una boccata d’aria fresca, una sciocchezza da bambina, o almeno una trasgressione vera!


Filed under: Giornalettismo, Umorismo, Vergognamoci per lui Tagged: Deodato Scanderebech, Der Spiegel, Elsa Fornero, Germania, Nicole Minetti

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