Magazine Media e Comunicazione

Una settimana nel futuro del giornalismo

Creato il 01 maggio 2015 da Pedroelrey

La rubrica dove rac­co­gliamo i link per non per­dere le novità tec­no­lo­gi­che nel mondo dell’informazione.

L’orologio che ti pre­para il caffè. Forse non ancora, ma l’arrivo sul mer­cato dell’Apple Watch, uscito il 24 aprile in otto paesi ma non ancora in Ita­lia, cam­bierà le abi­tu­dini degli utenti e dei let­tori. Così come hanno fatto smart­phone e tablet. Il Washing­ton Post e il New York Times sono già pronti con con­te­nuti spe­ci­fici per il nuovo device. Li chia­mano arti­coli su una riga. (Ma una volta non erano “titoli”?)

Buz­z­feed vuole metri­che migliori. Non solo per con­tare click e visite, ma per ana­liz­zare il com­por­ta­mento dei let­tori e capire cosa suc­cede ai link quando ven­gono con­di­visi da social net­work a social net­work. Quindi ha lan­ciato Pound, Pro­cess for Opti­mi­zing and Under­stan­ding Net­work Dif­fu­sion, un sistema che espande “a grafo” i click e le con­di­vi­sioni degli arti­coli via email, social net­work, mes­sag­gi­stica instantanea.

Più smart­phone, più pod­cast, più atten­zione su mobile. Sono le carat­te­ri­sti­che più impor­tanti del mer­cato nelle news negli Stati Uniti, emerse dai dati di State of the News Media 2015, da studiare.

Che noia alla Cnn! È quello che deve aver pen­sato il gior­na­li­sta poli­tico Peter Hamby quando ha lasciato l’emittente sta­tu­ni­tense per appro­dare a Sna­p­chat, appli­ca­zione mobile per con­ver­sa­zioni istan­ta­nee e tem­po­ra­nee che sta facendo una virata verso le news, con la fea­ture “Disco­ver”, già sfrut­tata da Vice, Cosmo­po­li­tan, Mtv e altri big.

Nemi­cia­mici. È il rap­porto tra Face­book, Twit­ter, Goo­gle e le testate inter­na­zio­nali. Dopo mesi (anni) a soste­nere che non si sareb­bero mai occu­pate di con­te­nuti e non ave­vano inten­zione di diven­tare edi­tori, l’atteggiamento delle aziende tec­no­lo­gi­che sta cam­biando rapi­da­mente. Emily Bell, docente di pra­tica pro­fes­sio­nale al Tow Cen­ter for Digi­tal Jour­na­lism di New York, già autrice di Post-industrial jour­na­lism. Adap­ting to the pre­sent, rias­sume le novità degli ultimi mesi in que­sta rela­zione com­pli­cata.

Par­zial­mente liberi. Secondo il rap­porto di Glo­bal Jour­na­lism Inve­sti­ga­tive Net­work l’Italia è l’unico Paese dell’Europa Occi­den­tale par­zial­mente libero. Ma esi­ste una libertà di stampa parziale?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :