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Dopo il fallimento del tentativo di raggiungere una soluzione per l’implementazione della sentenza “Sejdić-Finci” della Corte europea per i diritti dell’uomo, condizione chiave per sbloccare il percorso di integrazione europea della Bosnia Erzegovina, durante il suo incontro con i rappresentanti politici del Paese, il commissario europeo all’Allagramento, Stefan Fuele, ha lasciato il compito irrisolto alle istituzioni locali. La sentenza della Cedu riguarda la modifica della Costituzione che concede a coloro che non dichiarano alcuna appartenenza etnica o appartengono a una minoranza etnica diversa da uno dei tre “popoli costituenti” (bosgnacchi, croati e serbi), la possibilita’ di costituirsi in gruppo indipendente nel parlamento. Tuttavia, la Commissione Europea continua a ribadire che non e’ finito il suo impegno per il benessere del Paese e dei suoi cittadini.
Il portavoce del commissario Fuele, Peter Stano, afferma che senza l’implementazione della sentenza “Sejdić-Finci” la BiH non puo’ avanzare sulla via europea perche’ senza adempiere questa condizione non puo’ presentare una richiesta credibile per l’adesione all’Unione come nemmeno attuare l’Accordo di stabilizzazione e associazione. L’Asa e’ a sua volta importante per mettere in moto l’intero processo politico ed economico tra il potenziale candidato e l’Unione Europea, ha precisato Stano. E’ il primo importante passo sulla via verso l’Ue ed esso, nel caso della Bosnia Erzegovina, non puo’ accadere senza l’applicazione della sentenza della Cedu, ovvero finche’ il paese viola i suoi obblighi internazionali, ha detto il portavoce Stano.
Bruxelles si dice preoccupata poiche’ il processo di integrazione europea della Bosnia Erzegovina sta diventando sempre piu’ lento e complicato. Pero’ la Commissione, queste almeno le informazioni, attualmente sta esaminando tre iniziative per la Bosnia. La prima sarebbe focalizzata su una migliore governabilita’ dell’economia del Paese: questa iniziativa dovrebbe essere presentata tra breve a Londra e in questo senso, la Commissione intende aiutare la Bosnia a preparare un programma nazionale delle riforme economiche in risposta ad un mercato di lavoro che non funziona, per un migliore coordinamento della politica economica e fiscale nonche’ per migliori condizioni agli affari. La seconda iniziativa della Commissione sarebbe la formazione di un comune gruppo di lavoro UE-Bosnia al fine di accelerare l’implementazione dei progetti che l’Unione finanzia nel Paese: l’obiettivo sarebbe quello di risolvere in modo piu’ veloce e visibile i problemi economici e sociali in Bosnia. Infine, la terza iniziativa riguarda l’ampliamento dell’attuale dialogo strutturale nel settore della giustizia: questa volta l’iniziativa sarebbe focalizzata sulla lotta alla corruzione.
Testo tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 27 febbraio a Radio Radicale
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