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"Una spiga per Kahlim", tra emozioni e riflessioni

Da Kevitafarelamamma @KVFarelamamma
libri su Expo 2015C’è un viaggio della mia vita che non ho ancora rivelato sul blog perché raccontarlo richiede parole calibrate, meditate, intense come quella nostalgia che mi ha pervasa per tanto tempo dopo il ritorno. Era il mal d’Africa, è stato il mio viaggio in Tanzania, campo missionario di Same. 

Il motivo per cui lo rammento oggi? Perché una giovane e sensibile scrittrice, Chiara Valentina Segrè, me ne offre l’opportunità col suo bellissimo libro.

“Una spiga per Kahlim”  (Edizioni Paoline) è il racconto di un’amicizia più forte della lontananza geografica e del tempo, di quelle amicizie che lasciano il segno non solo nella vita personale degli amici ma a volte nella storia proclamata dai giornali.

Maua e Kahlim sono due ragazzini cresciuti insieme nella città ugandese di Gulu.

Lei è nata in Uganda ma ha genitori italiani, lui è ugandese. Per anni sono l’uno il supporto dell’altro, sia nelle incursioni proibite presso il fiume dove c’è il rischio di incontrare i leoni, sia nei momenti difficili presso la missione. Maua, infatti, è figlia di due missionari italiani impegnati nel prestare cure mediche e distribuire viveri a famiglie indigenti. Maua partecipa alla missione assistendo la sua mamma, anche se a volte è pungente la sofferenza di non poter fare di più per  tanti bambini troppo magri o col pancino gonfio per la denutrizione.

Maua, nonostante i disagi di una terra arida, è felice in Uganda.

Ama la sua scuola, il suo maestro, la natura, è inseparabile da Kahlim al quale lo lega un giuramento solenne: Nessuno di noi due permetterà mai che l’altro abbia fame.

Un giorno, però, i genitori le danno una notizia sconvolgente: è giunto il momento di tornare in Italia. Da Milano potranno continuare ad aiutare la missione in altri modi e nello stesso tempo Maua potrà frequentare una scuola più qualificata.

Inizia, così, un periodo complicato per Maua: nuova città, nuovo clima, nuova scuola. L’adattamento è difficile, è tutto troppo diverso dalla sua Africa.  
Maua non riesce ad accettare, in particolare, che alcuni suoi compagni di classe disprezzino il cibo o lo sciupino
Il ricordo dei bambini moribondi per la fame è per lei un monito a rispettare il cibo.
La vita in Uganda ha maturato in lei un senso di giustizia profondo che esprime in discorsi appassionati e reazioni emotive a volte incomprensibili per i compagni che hanno vissuto tutta la vita nella parte opulenta dell’Italia.
Potrà Maua trovare amici veri che capiscano i suoi sentimenti di giustizia? Avrà occasione di far conoscere la sua Africa in Italia?
Il finale è appassionante e lieto. Maua è una ragazzina autentica e, dopo le prime incomprensioni, non fa fatica a farsi amare da alcuni dei suoi compagni di classe. 

E poi c’è un evento straordinario che Maua e i suoi amici provano a sfruttare: l’Expo 2015, l’esposizione mondiale in cui i Paesi si incontreranno, esibiranno le loro eccellenze in fatto di alimentazione e tecnologie per l’alimentazione e proveranno a trovare migliori soluzioni per garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri.

In occasione dell’Expo, Maua e i suoi amici elaborano per la loro scuola un progetto ambizioso e concreto che porterà l’Africa a Milano. Cosa sarà? Vi lascio il piacere di scoprire il finale di questa storia.

“Una spiga per Kahlim” è un romanzo emozionante, scritto con linguaggio immediato, con ritmo e momenti di suspence

L’autrice tratta, con la freschezza delle emozioni di ragazzi di 12 anni,  argomenti scottanti che dovrebbero toccare la nostra coscienza fin da bambini: fame nel mondo, distribuzione delle ricchezze, eco- sostenibilità. 

Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in qual mondo noi dovremo crescere”, ci ricorda Kahlim. 

Chiara Valentina Segrè entra, poi, con disinvoltura,  nel cuore di Maua e dei suoi amici, raccontandone i sentimenti da dodicenni, il modo in cui vivono l’amicizia, le dinamiche di gruppo a scuola, le prime cotte. 

La narrazione è resa ancora più piacevole e comprensibile dalle immagini dell’illustratrice Angela Allegretti. Ogni capitolo è ben sintetizzato da una pagina a fumetti che rende ancora più vivi i protagonisti. 

Il romanzo è consigliato per bambini da 10 anni in su ma sento di consigliarlo anche agli adulti e, se fossi un’insegnante, suggerirei di proporlo come lettura scolastica. 

Buona lettura!

Ketty

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