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Una storia di carattere

Creato il 15 luglio 2011 da Onicedesign @onicedesign
Lewis Blackwell è l'attuale vice presidente della Direzione Creativa a Getty Images (oltre che ex direttore di Creative Review); ha collaborato con grandi autori, da David Carson a Neville Brody, ma è più famoso per il suo libro "20th Century Type" (prima edizione: 1992). Nel testo, un must-have per tutti gli appassionati di tipografia, Blackwell traccia una possibile classificazione di caratteri secondo un preciso schema di analisi cronologico.
Intendiamoci: se fino agli anni '60 del secolo scorso una classificazione era tutto sommato possibile, oggi può sembrare anacronistica. Dopo l'esplosione della rete, dei designer fai-da-te, dei webfont, delle fonderie online e di quelli che provano a disegnare font per esercizio o divertimento, la quantità e qualità di caratteri è talmente aumentata da rendere impossibile una qualsivoglia classificazione. In ogni caso, il tentativo di Blackwell è un ottimo esercizio, che insegna ad analizzare un carattere attraverso pochi ma fondamentali tratti.
Tenete conto, inoltre, che gli esempi riportati sono font, e non caratteri. Ovvero, sono le riedizioni digitali (spesso leggermente modificate) dei vecchi caratteri tipografici. Come tali, spesso, l'aderenza all'originale non è mai perfetta. Blackwell individua nove fondamentali famiglie di caratteri.
1. UmanisticiUna storia di carattereGli Umanistici sono ispirati al lavoro di Nicolas Jenson (1420-1480), tipografo francese, che per primo introdusse il tondo romano a sostituire la textura gotica di Gutenberg. I caratteri Umanistici sono ancora molto legati alla calligrafia, come si evince da:
- asta orizzontale della e minuscola inclinata;
- asse della o molto inclinato a sinistra;
- grazie spesse con raccordo curvilineo.
Nell'esempio, il Jenson.

2. Romani AntichiUna storia di carattereAldo Manuzio (1449-1515) e Claude Garamond (1500-1561), due grandi della tipografia, realizzarono questi caratteri cercando di discostarsi maggiormente dall'impronta calligrafica degli umanistici. Si distinguono per:
- asta orizzontale della e minuscola quasi parallela alla linea di base;
- asse della o meno inclinato;
- maggior contrasto tra pieni e sottili.
Nell'esempio, il Garamond.
3. Transizionali
Una storia di carattereIntorno al 1700, Baskerville (1706-1775) e Fournier (1712-1768) produssero una linea di caratteri di transizione verso i Romani Moderni, prima vera famiglia completamente distaccata dalla calligrafia. I Transizionali esasperano ancora di più i tratti dei Romani Antici:
- asta orizzontale della e minuscola parallela alla linea di base;
- maggiore contrasto tra pieni e sottili;
- asse perpendicolare alla linea di base.
Nell'esempio, il Caslon.
4. Romani ModerniUna storia di carattereSiamo in pieno 1700, l'Età della Ragione: Giambattista Bodoni (1740-1813) e Firmin Didot (1764-1836) producono lo strappo finale rispetto alla calligrafia. I Romani Moderni sono caratteri usati spesso ancora oggi, completamente distanti dall'impronta calligrafica di due secoli prima.
- barra della e parallela alla linea di base;
- asse della o perpendicolare alla linea di base;
- fortissimo contrasto tra pieni e sottili;
- grazie sottili con raccordi spesso ad angolo.
Nell'esempio, il Didot.
5. Nuovi transizionaliUna storia di carattereNel 1800, la Rivoluzione Industriale impone alte tirature e carte di qualità inferiore: i tratti troppo sottili dei Romani Moderni sono poco adatti alla stampa industriale e rendono poco impatto. Vengono dunque disegnati nuovi caratteri, con tratti assai più spessi e un disegno forte.
- barra della e parallela e asse della o perpendicolare alla linea di base;
- grazie spesse, raccordi più morbidi;
- scarso contrasto tra pieni e sottili, disegno in generale più nero.
Nell'esempio, il Baskerville.

6. EgizianiUna storia di carattereIl ritorno all'eleganza del Romano Moderno aiuta nel 1800 la nascita dei cosiddetti Egiziani. Caratteri dove i raccordi tra aste e grazie tornano ad essere ad angolo ma non troppo sottili per esigenze di stampa; si inizia a percepire una forte geometria, un distacco totale dalla pratica calligrafica.
- barra della e parallela e asse della o perpendicolare alla linea di base;
- assente il contrasto tra pieni e sottili;
- grazie spesse con raccordi angolari o quasi.
Nell'esempio, il Rockwell.
7a. Lineari GrotteschiUna storia di carattereCon la fine del 1800, nascono i caratteri lineari, o sans serif (senza grazie). I primi utilizzi, solo maiuscoli e per grandi formati, appaiono in realtà già all'inizio del XIX secolo, ma si impongono solo 80 anni dopo.
- assenza di grazie;
- scarso contrasto;
- barra della e parallela e asse della o perpendicolare alla linea di base.
Nell'esempio: Trade Gothic.
7b. Lineari NeogrotteschiUna storia di carattereUn disegno meno marcato e una maggior attenzione alle forme daranno origine ad una delle famiglie di Lineari più utilizzate: dall'Akzidenz Grotesk (1896) deriverà poi l'Helvetica (1957), il carattere preferito dalla Scuola Svizzera.
- assenza di grazie;
- scarsissimo contrasto;
- barra della e parallela e asse della o perpendicolare alla linea di base;
- tratto terminale della r minuscola parallelo alla linea di base.
Nell'esempio: Frutiger.
7c. Lineari GeometriciUna storia di carattereLa corrente Modernista, con la sua predilezioni per le forme geometriche elementari (quadrato, cerchio, triangolo) ha favorito la nascita dei Lineari Geometrici, il cui più famoso esponente è il Futura.
- assenza di grazie;
- assenza di contrasto;
- i vertici a punta, i tondi perfettamente circolari e il generale richiamo alle forme geometriche.
Nell'esempio: Futura.
7d. Lineari UmanisticiUna storia di carattereBenché privi di grazie, i Lineari Umanistici sottolineano un certo ritorno alle forme antiche. Eric Gill nel 1928 disegna il Gill Sans, primo Lineare Umanistico: mantengono una forte modernità, ma i tratti risultano maggiormente disegnati e modulati, richiamando una certa pratica calligrafica.
- assenza di grazie;
- leggero contrasto tra pieni e sottili;
- tratti modulati.
Nell'esempio: Optima.
8. LapidariUna storia di carattereLe lettere epigrafiche, scritte su pietra sin dall'antichità, possono essere sia con grazie (Augustea) che senza (Albertus), confondendo in realtà la loro reale appartenenza a questa famiglia. A fare la differenza sono, in particolare il disegno, fortemente ispirato all'epigrafia antica e alle lettere su pietra.
Nell'esempio: Lithos.
9. CalligraficiUna storia di carattereNella seconda parte del 1900, ritorna il fascino per i caratteri scritti a mano: andamento corsivo, legature, forte modularità dei tratti. Molto spesso, tuttavia, l'assenza della pratica calligrafica (i caratteri sono spesso direttamente disegnati a computer) dà origine ad esempi di dubbia leggibilità. Possono essere più pittorici (Mistral) o ricordare l'uso del pennino nei cosiddetti "corsivi inglesi" (Shelley, Zapf Chanchery).
Nell'esempio: Snell Roundhand.

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