Ci permettiamo soltanto di esternare la nostra amarezza di fronte a questa ennesima arroganza tutta italiana (altro che una storia italiana, slogan caro a Sua Emittenza) che, per l'ennesima volta, prende a pesci in faccia la cultura, la libertà d'informazione e anche l'intelligenza della gente.
Lo sappiamo benissimo, cari amici di The Space, che sono gli spettatori a decretare il successo di un film. Non dovevate arrivare voi per scoprirlo. Il problema è un altro, quello che vi guardate bene da esporre al pubblico: lo spettatore oggi, in Italia, è davvero libero di scegliersi il film che vuole? La distribuzione cinematografica è davvero indipendente e pluralista? Esiste davvero una meritocrazia nel rapporto incassi/qualità artistica? Domande retoriche, le risposte le conoscete. Senza dimenticare che il compito del critico, del recensore, dell'umile blogger non è la promozione ma la discussione del film.
Non per i signori di The Space, però. Per loro l'unico criterio di giudizio artistico sono i soldi che riescono a far incassare ai film proiettati nelle loro strutture.
Una storia tipicamente italiana.
p.s. a scanso di equivoci, specifichiamo che non ce l'abbiamo assolutamente con Checco Zalone e il suo film, che non abbiamo visto e che, secondo varie opinioni captate qua e là, non sembra neppure così terribile... peccato davvero che sia diventato oggetto della discordia.