Un giro nelle città di mare, Genova, Napoli, Bari…E’ tornato per qualche giorno in Italia per presentare il nuovo libro… ” Zero Zero Zero”,… Si chiama quasi come la farina, perché gli somiglia, ma ha uno zero in più… perché si tratta della cocaina… Di sera Saviano va nelle Librerie Feltrinelli, ma il giorno lo passa a inebriarsi d’acqua e di luce… Forse sono le cose che gli mancano di più, assieme ai selci di Napoli e alle scampagnate di Pasquetta nei giardini della Reggia di Caserta… 34 anni non sono molti … E’ poco più di un ragazzo, ma sono sette anni che vive molto peggio di un recluso. L’ha descritto nel libro apparso nel 2009 “La bellezza e l’inferno”….. “Non potevo
Chissà in quale parte del mondo si trovano quei luoghi oscuri dove oggi vive Roberto Saviano… Nel suo rimpianto per il mare e per la luce sembrano tutti avvolti nelle brume e nelle nebbie nordiche dove è più facile perdersi, non farsi riconoscere e soprattutto stare il più possibile lontano da Napoli la città denunciata e messa a nudo da “Gomorra” il romanzo dove lo storie sono vere, le vittime amare e da cui hanno tratto un film di immenso successo. Era cominciato tutto come un reportage… La camorra che in quelle zone del napoletano era sempre stata la sua vicina di casa, adesso che è giornalista se la va a studiare negli archivi della polizia, dove ci sono i rapporti degli agenti operativi… Ore e ore a guardare le trascrizioni delle intercettazioni… ma alla fine non gli basta e si fa assumere da un importatore cinese che controlla il traffico di merci…. E’ un big che ha comprato alcuni palazzi del centro e li ha sventrati per trasformarli in enormi magazzini, dove con fulminea rapidità vengono accolte le merci cinesi che escono dal porto senza che ci sia nemmeno il tempo di verificarne l’arrivo… Il viaggio al contrario lo fanno i vestiti dei grandi sarti copiati negli scantinati napoletani da povera gente quasi non pagata e che poi si ritrovano indosso alle grandi dive di Hollywood…A un certo punto il reportage si trasformò in qualcosa di diverso e tutti quei personaggi e quelle situazioni che Saviano aveva incontrato, cominciarono a vivere di vita propria… a voler diventare personaggi letterari portandosi dietro tutta la loro drammatica verità. Alla fine venne fuori un’opera del tutto nuova che nessuno è riuscito a definire esattamente… Forse si tratta di un “romanzo non fiction”… Ma la storia di Don Giuseppe Diana ucciso a Casal di Principe, i rapporti della Camorra in Gran Bretagna, come si articola la struttura interna della Camorra che i suoi affiliati chiamano “Sistema”… Una volta diventati libro, sfuggirono letteralmente dalle mani del suo autore per diventare in pochissimo tempo un successo internazionale… “Gomorra” è stato tradotto in 52 paesi. Se fosse rimasto un successo a livello locale, i camorristi, spesso riconoscibili, si sarebbero divertiti o se ne sarebbero addirittura vantati nel loro ben noto narcisismo. Così invece i boss cominciavano a mal tollerare il successo del libro che aveva troppo attirato l’attenzione sui loro traffici e finirono per non resistere all’onda d’urto che seguitava a crescere e riversava su di loro le critiche e l’orrore di mezzo mondo. Così decisero di passare al contrattacco e di vendicarsi. Gomorra era stato pubblicato nell’aprile del 2006, qualche mese dopo arrivano le prime lettere minatorie, le telefonate mute. Saviano non si intimorisce e li sfida apertamente da un palco a Casal di Principe il 23 settembre. Arriva a chiamarli per nome e conclude: «Non valete niente, ve ne dovete andare da qui». Pochi giorni dopo il Ministero dell’Interno gli dà una scorta… Sono arrivate troppe minacce… Più tardi un pentito svelerà un piano spettacolare in cui la camorra sperava di uccidere Saviano su una autostrada con una strage simile a quella di Capaci. Nel 2008 Saviano lascia Napoli… “Penso di aver diritto a una pausa – disse allora – Ho pensato che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una buona idea, non fosse soprattutto intelligente… Ma in questo momento non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo… Voglio una vita, voglio una casa, voglio innamorarmi… passeggiare, prendere il sole..ho soltanto 28 anni… E voglio ancora scrivere, scrivere perché è questa la mia passione e la mia resistenza… Rivoglio indietro la mia vita… “
Ma di tutte le cose che Roberto Saviano sperava di avere quando se ne andò da Napoli ne ebbe soltanto una… La possibilità di scrivere. Nelle sue lunghissime giornate in qualche luogo della Terra sconosciuto ai più, Saviano scrive, denuncia, pubblica… ”La bellezza e l’Inferno”,”La parola contro la Camorra”, “Super Santos”, ha collaborato persino con Fabio Fazio alla trasmissione televisiva “Vieni con me” … Ma di tornare a vivere in Italia non se ne parla…Se si avvicina a Casal di Principe, sia pure circondato dalla sua scorta, debbono mettere i poliziotti persino sui tetti delle case tanto è alto il rischio di un attentato.
Ma in questo mese d’aprile è tornato in Italia per il suo libro…”Zero, Zero, Zero” è ancora una volta un libro di denuncia, lo stile, metà reportage, metà racconto è quello di Gomorra, ma stavolta Saviano nel suo pellegrinare attorno al mondo ha inseguito le vie della cocaina e ce la racconta partendo dalle radici della sua storia. Così conosciamo i luoghi, i sistemi, i clan di questa la rete organizzata che frutta più di qualunque investimento in borsa… A Napoli, da cui mancava da più di cinque anni era emozionatissimo, a Bari la folla non è riuscita tutta a entrare nella libreria… Hanno dovuto sistemare un maxischermo all’esterno. Non era emozionato solo Saviano… Lo era anche la gente… Giovani e anziani venuti per il suo libro che mostravano in mano come un trofeo, ma venuti soprattutto per lui, a fargli sentire un attimo di umano calore… Prima che riprendesse da solo le sue strade del mondo.
Cosa mangi Saviano è abbastanza avvolto nel mistero, come tutto quello che lo riguarda personalmente… Ma in molti si ricordano che era un ragazzo dai gusti semplici con qualche passione per il cibo della sua terra… Il
MOZZARELLA IN CARROZZA
INGREDIENTI per 4 persone: 8 fette di pane casereccio, preferibile al pane in cassetta che si utilizza nelle versioni più attuali, 3 uova, 100 ml di latte, farina q. b., un pizzico di sale, olio extra vergine di oliva quanto basta per friggere, pepe macinato in modesta quantità, 400 grammi di mozzarella di bufala, con esclusione del fior di latte che si utilizza in un’altra ricetta, tipica esclusivamente del Lazio-
PREPARAZIONE: Tagliate la crosta esterna alle fette di pane casereccio a cui darete una forma quadrata. Tagliate 4 fette di mozzarella dello spessore di circa 2 cm, posatele su 4 fette di pane e ricopritele con le rimanenti. Dividete in diagonale i quadrati ricavandone 8 triangoli, poi in una ciotola mettete le uova e sbattetele con il latte, il sale e il pepe. Mettete della farina in un piatto e rotolateci i triangoli di pane prima di immergerli nelle uova sbattute. Fate scaldare abbondante olio di oliva in una padella e friggete i triangolini rigirandoli su entrambi i lati e poi scolateli su carta assorbente prima di servire, aggiungendo un po’ di sale in superficie.