Magazine Calcio
e leggiti pure la seconda
Germania 2006Dopo l’angosciante horror coreano, si torna per fortuna ai toni della commedia goliardica e quindi beccatevi la foto di due fighe svedesi che si baciano anche se sembra non c'entri palesemente un cazzo (ma vi assicuro che a un certo punto del post acquisterà un qualche senso).Stavolta non si intromette nella visione delle partite mondiali nessun professore universitario [nel frattempo non sono fuoricorso (non troppo almeno) sono giunto addirittura alla specialistica]. Come al solito, per la partita inaugurale dell’Italia facciamo tutti le previsioni più catastrofiche, diciamo che il Ghana ci massacrerà e che non vedremo nemmeno il pallone, anche perché subito prima del Mondiale ci si era messa pure Moggiopoli di mezzo a farci perdere la fiducia nel Dio pallone. Invece facciamo un tranquillo 2-0 e, ancora come al solito, si passa dalla catastrofe all’entusiasmo più totale. Dalla seconda partita occupiamo in massa la casa di un mio amico che, volente o nolente, se la vede trasformata nella “Casa Azzurri” ufficiale. L’alcool comincia a scorrere a fiumi e le partite sono solo un pretesto per fare del casino. Lo stesso sembra per i nostri giocatori, che con i marines americani ingaggiano una vera battaglia, con tanto di risse da bar e De Rossi che tira una gomitata al sanguinante McBride, interpretato per l’occasione dell’attore Kevin Bacon. Finisce in pareggio e ci tocca battere la Repubblica Ceca nell’ultima partita per evitare di incontrare subito il Brasile (come se ci fosse da aver paura, di questo Brasile con in campo i cadaveri di Ronaldo e Ronaldhino). Io nel frattempo quell’estate mi innamoro di Carolina Crescentini. Ah no, era solo il film Notte prima degli esami oggi.Negli ottavi contro i canguri australiani è grande equilibrio, fino a che, forse per compensarci del Byron Moreno rifilatoci quattro anni prima, ci viene regalato un rigore al 90° trasformato senza cucchiaio dar Pupone (sarà il suo unico contributo rilevante al Mondiale, se si escludono le pubblicità della Vodafone). Contro la temuta (perché noi italiani per sicurezza temiamo sempre tutti, anche il San Marino) Ucraina andiamo in scioltezza di 3-0 e ciuca-Toni con una doppietta diventa il nostro nuovo bomber (peccato che poi non segnerà più, mai più, né in Nazionale né tantomeno all’oratorio).La semifinale con i crucchi è come da tradizione una partita storica, la migliore del nostro torneo. Peccato che al 119° minuto il risultato sia ancora fisso sullo zero a zero con noi che abbiamo pure beccato un palo e una traversa. La porta tedesca sembra stregata e l’incubo dei rigori è lì davanti. Ancora una volta. È a quel punto che a Lippi viene fame e si odina una bella pizza Grosso-Del Piero con cui rispediamo i tedeschi in Cruccolandia a mangiarsi i krauti. Dio benedica il servizio pizza telefonico 24 ore su 24.E così è finale contro la Francia, sebbene nemmeno loro sappiano spiegarsi in che modo ci sono arrivati con in panchina un Domenech che per decidere la formazione si affida agli oroscopi e a strani riti voodoo (senza farsi mancare sacrifici e mutilazioni umane, di cui Ribery è una diapositiva vivente). Noi invece lo sappiamo bene come siamo arrivati fin lì con una squadra e un gioco tutto fuorché irresistibili: è il culo di Lippi. Tutto qua. Decido di cominciare la partita sorseggiando giusto una birretta, per potermi godere lucido l’incontro. Dopo appena 7 minuti ci danno un rigore contro e quel figlio (e fratello, a sentire Matrix) di buona donna di Zizou per beffarci ci fa un malizioso cucchiaio alla Totti. La palla entra, poi esce, poi entra, poi esce e sembra una gag alla Benny Hill Show o un altro episodio di Holly & Benji ma poi infine entra veramente. Se da una parte applaudo il genio e il coraggio del mio idolo Zidane, dall’altra il mio tifo stasera è tutto per l’Italia. I propositi di contenersi nel bere se ne vanno così subito a puttane e dopo i primi 10 minuti sono già totalmente ubriaco. In un lampo di sobrietà riesco a comprendere che abbiamo pareggiato, con gol del solito Materazzi. Mentre i livelli alcoolici e la tensione crescono di minuto in minuto, a “Casa Azzurri” ormai si è regrediti tutti a uno stato primordiale in cui ci si esprime soltanto a rutti, bestemmie e insulti razziali nei confronti di ogni specie conosciuta (bianchi, rossi, gialli, verdi, alieni e Ribery). Al 111° minuto succede poi qualcosa di misterioso: Matrix finisce a terra, l’arbitro si consulta con il quarto uomo, Zidane viene espulso. Wait a minute! Cosa diavolo è successo? Niente, pare solo che Materazzi gli abbia detto: “Davvero bello il tatuaggio del dragone che tua sorella ha sopra il culo, l’ho notato mentre glielo stantuffavo dentro ieri sera.” Al che Zizou ha reagito con una incornata nel petto al rival di tenzone. Mentre una persona normale sarebbe morta per arresto cardiaco, Materazzi si alza come se niente fosse, sbadigliando. Qualche giorno più tardi, Lisbeth, la sorella (svedese e lesbica, ecco il collegamento alla foto in cima al post) di Zizou, tatuerà per vendetta sulla panza di Materazzi la scritta “Sono un porco sadico, verme e stupratore”, cui Matrix farà aggiungere senza problemi: “Ma anche campione del mondo.”Però questo non è un horror, questa è una commedia e i tiri dal dischetto stavolta ci sono amici. Fabio Grosso dagli 11 metri è glaciale come un cyborg e spedisce la palla in rete. Siamo campioni del mondo campioni del mondo campioni del mondo e se non l’avete ancora capito siamo campioni del mondo e il cielo diventa azzurro sopra Berlino (o forse il cielo era già azzurro, ma chisseneimporta). Ormai siamo già tutti fuori (in tutti i sensi) a festeggiare, a gridare, a saltare, a bere ancora e ancora, a cantare popopopopooopooooo con i White Stripes che ci inseguono e ci vogliono far pagare le royalties a ogni nostro coro. Il resto lo ricordo molto vagamente ma con grande piacere. Il giorno dopo, a un orario imprecisato della giornata, mi sveglio, apro gli occhi e realizzo: “Siamo campioni del mondo!” e poi corro in bagno a sboccare. Mentre mi giro e mi rigiro in mezzo al mio stesso vomito, realizzo una cosa che nessun Berlusconi né alcuna delusione futura del nostro bel Paese mi avrebbe mai portato via: grazie Italia, è stata una delle più belle serate della mia vita.
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