1991: Una storia semplice di Emidio Greco
uscita italia: 3 settembre 1991
Un’amara e pessimistica riflessione sulla giustizia, una decisa denuncia delle connivenze tra malavita e autorità.
Peccato. Un’occasione persa.
L’ambientazione è suggestiva. La storia è interessante (e non poteva essere altrimenti, è tratta da un romanzo di Leonardo Sciascia (“poche pagine intrise di dolore e ineluttabile scetticismo”, Olga Maggio), …ma nel complesso non si può dire che Una storia semplice sia un film riuscito. Incredibilmente lento, attori che sembrano recitare su un palcoscenico e che rendono i propri personaggi poco plausibili (fanno eccezione il grande Gian Maria Volonté, qui al suo ultimo film italiano, premiato a Venezia con il Leone d’oro, e Massimo Ghini, forse nella sua interpretazione più convincente). Dall’inizio alla fine si respira un’aria di artefatto. E’ possibile che la giustizia in Sicilia funzioni come il film ci mostra: il problema è che non riesce ad essere credibile (a differenza di quanto accade nel libro di Sciascia). Eppure Emidio Greco (1) è un ottimo regista, giustamente osannato dalla critica per il suo impegno e la sua serietà (“rispettoso, sensibile e intuitivo… è uno dei pochi leoni di insolita qualità cinematografica”, MyMovies).
Un film in cui non ci sono sottigliezze, non c’è ambiguità. Tutto è palese, tutto è estremamente diretto.
Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti ma le accoglienze della critica sono state contrastanti: “…un film anemico” (il Morandini), “In definitiva una riscrittura molto rispettosa dell’opera di Sciascia” (Il Tempo), “Siamo alle solite: quando un testo letterario suggerisce riservatezza espressiva, asciuttezza di tono e intriganti reti psicologiche non è detto che l’encefalogramma del film debba risultare tragicamente flebile. A furia di togliere, di sottrarre, di attutire il thrilling va a farsi benedire” (Il Mattino), “Giallo siciliano con tanto di mafia e droga raccontato con intelligenza e delicatezza” (Qui giovani), “…questo stile fattuale, accurato e calmo con le immagini limpide immerse in un paesaggio siciliano immutabile e bellissimo, danno al film una forza, una profondità, una disperazione singolari” (La Stampa), “… non convince la messa in scena, essenziale ma povera, fotografata senza inventiva e a ben vedere piuttosto piatta… Ritmo carente” (il Davinotti).
note
(1) Greco nel 2002 ritornerà a Sciascia con Il Consiglio d’Egitto
sito ufficiale