Magazine

Una strategia contro le cimici verdi

Creato il 30 gennaio 2012 da Coltivareorto @ColtivarelOrto

Una strategia contro le cimici verdiUn gruppo di insetti che può diventare molto invadente nell’orto è quello delle cimici verdi (Nezara viridula fam.Pentatomidae).
Come per tutte le specie di insetti ci sono tanti provvedimenti che si possono attuare quando è in corso un’infestazione di cimici. Come al solito, però, sono interventi a posteriori che non vanno a toccare le cause dello squilibrio che ha portato alla riproduzione incontrollata di questi parassiti.
La causa principale è come al solito una scarsa biodiversità.

Ma entriamo nei dettagli, ricordando che ogni orto è diverso e che per forza di cose le soluzioni che per me hanno funzionato altrove potrebbero non essere sufficienti, o semplicemente non attuabili.
Il principio base, però, vale ovunque: più specie diverse di insetti abbiamo nell’orto e meno sarà probabile che una prenda il sopravvento.

La prima cosa da fare è fare in modo che specie di insetti simili alla cimice verde ma con un ciclo più precoce possano vivere nell’orto in modo da permettere ai predatori di cimici di riprodursi prima che arrivino le cimici verdi.
Io per esempio nell’orto e nei suoi dintorni lascio crescere una piantina, la Nigella damascena, molto graziosa ma che all’apparenza con l’orto non c’entra niente. Ma questa piantina ospita un’altra specie di cimice, più piccola della Nezara, e con un ciclo molto più precoce di questa, il Ventocoris rusticus.
Così i predatori possono iniziare a riprodursi prima che arrivano le Nezara.
Lo stesso si può ottenere lasciando andare in fiore le biete, che attirano a loro volta molte cimici, come per esempio le Graphosoma lineatum.
Insomma, forse può sembrare strano, ma bisogna tentare di avere più specie di cimici possibile.
Solo così avremo abbastanza predatori di questo gruppo per poterlo controllare.

Una strategia contro le cimici verdi

Di predatori di cimici ce ne sono molti, dai ragni, ad altre cimici, mantidi, lucertole, orbettini, uccelli (che a quanto pare non si lasciano disturbare dall’odore sgradevole), fino ad una famiglia di mosche, i Tachinidi, che depongono le loro uova sulle cimici.

Molti di questi animali si possono favorire con la presenza di siepi o piante perenni che possono dare rifugio a loro e alle loro uova.Tra l’altro le siepi di aromatiche disorientano col loro odore molti fitofagi specializzati. Anche mucchi di potature, erbacce e simili possono essere molto utili, infatti vi svernano ragni, orbettini, lucertole e ci si rifugiano anche d’estate per sfuggire al caldo eccessivo. Sempre molto utili le casette-nido per cince codirossi e simili.

Forse il gruppo di animali più incisivo nel controllo delle cimici appartiene alle mosche della famiglia dei Tachinidi. Ogni femmina può deporre anche 100 uova, uno per cimice, e la larva che ne esce si mangia la cimice fino ad ucciderla, e, terminato lo sviluppo, trasformarsi in una nuova mosca. Mentre le larve si nutrono di cimici, gli adulti si nutrono di nettare e quindi c’è bisogno, come nel caso dei Sirfidi per il controllo degli afidi, di fiori che attirino queste mosche. Uno studio ha dimostrato che per avere il massimo di incisività i fiori di cui si nutrono devono trovarsi a non più di 20m dalle piante che vogliamo proteggere. Già se si trovano a 40m la loro efficacia si riduce del 50% fino ad arrivare a zero se i fiori si trovano a 100m o più. I fiori più attrattivi sono quelli delle carote, finocchi, sambuco, timo serpillo, composite varie, ruta, ma anche molti altri.

E infine torno a consigliare il mais come pianta che attira le cimici più di tante altre piante dell’orto. Le pannocchie saranno bruttine, coi semi bucati, ma ogni cimice sul mais sarà una in meno sui pomodori.

Un’ultima considerazione. Molti mi dicono che così è troppo complicato, che bisogna conoscere troppe cose. Siamo troppo abituati a saper fare solo una cosa bene, ma io penso che gli esseri umani si sono evoluti per centinaia di migliaia di anni dovendo sapere tantissime cose per sopravvivere.
La specializzazione ci ha resi un po’ pigri mentalmente. Dicono che usiamo solo il 10% del nostro cervello. Beh, per me è ora di ricominciare ad usare almeno una parte del restante 90%. Magari per imparare a riconoscere i Tachinidi, tanto per fare un esempio.

Maggiori informazioni sulle cimici, sul sito dell’autore.

a cura di Remo Angelini
http://ortoecologo.jimdo.com/
foto per gentile concessione dell’autore

{lang: 'it'}

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Dossier Paperblog